I contadini di 26 associazioni, dalla rivendicano il controllo sulle basi dell’agricoltura. Vogliono scambiare i semi invece di comprarli e difendono la biodiversità
di ANTONIO CIANCIULLOTAPPA a Firenze per la carovana dei "custodi dei semi", il 29 aprile. Sono i contadini di 26 associazioni presenti in decine di paesi, guidati dall’ambientalista indiana Vandana Shiva, che attraversano l’Europa per sostenere la difesa dei semi tradizionali: quelli che non si comprano, che non dipendono dalle multinazionali e conservano i sapori antichi. Questo nuovo movimento, radicato nelle comunità più povere del pianeta, denuncia il "genocidio delle tradizioni alimentari e culturali" e il "furto di biodiversità". Di fatto oggi i tre quarti dei semi utilizzati in agricoltura provengono dall’agroindustria: un consistente passaggio di ricchezza dal settore agricolo a quello industriale.
A questo passaggio si è accompagnata una drastica diminuzione della varietà genetica. Nella storia dell’agricoltura circa 10 mila specie vegetali sono state utilizzate per produrre cibo per gli uomini o per gli animali addomesticati. Oggi questa ricchezza si è prosciugata: 150 colture nutrono la maggior parte della popolazione mondiale. E di queste 12 (soprattutto riso, frumento, mais e patate) garantiscono l’80 per cento del cibo di origine vegetale. Un impoverimento del patrimonio genetico che potrebbe costarci caro in tempi di mutamento climatico, con un bisogno crescente di piante capaci di sopportare situazioni di stress idrico.
"Fino a 50 anni fa in Grecia si coltivavano 500 varietà di semi, ora siamo a 20", ricorda Panagioti Sainatoudi, un agricoltore che nel 1995 ha fondato in Grecia Peliti, la più importante organizzazione europea per la raccolta, la conservazione e la distribuzione dei semi tradizionali con una rete di 220 agricoltori che forniscono semi gratuitamente. Oggi, dopo aver distribuito più di 2000 varietà a oltre 120 mila agricoltori, Sainatoudi guida assieme a Vandana Shiva la carovana internazionale dei guardiani delle sementi che parteciperà oggi e domani al Festival dei semi, del cibo e della democrazia della terra.
"La normativa dell’Unione europea in questo settore va rivista perché permette di comprare e vendere solo i semi che si conformano alle logiche del modello industriale", aggiunge Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente di Navdanya International (l’associazione fondata da Vandana Shiva) e di Aiab. "Nel registro nazionale varietà possono essere inserite unicamente le varietà distinte, uniformi e stabili. Quindi, per definizione, le varietà locali non sono ammesse: quello che per la natura è essenziale, cioè la diversità e l’adattabilità, per la legge è vietato. Se vogliamo difendere la nostra sicurezza alimentare bisogna inserire il principio della proprietà collettiva delle varietà locali".
Al Festival di Firenze, come atto di disobbedienza civile, i semi non verranno venduti ma scambiati. Tra i banchi si potranno trovare le 30 varietà di patate e le 20 di fagioli tipiche della Toscana portate in piazza da Viviano Venturi, fondatore dell’Associazione Agricoltori Custodi, assieme alle sementi del network Seed Vicious (dalla lattuga pesciatina al cetriolino di Parigi) e al sesamo nero e alla perilla rossa che vengono dal Giappone. http://www.repubblica.it/ambiente/2014/04/29/news/arriva_la_carovana_dei_custodi_dei_semi-84698429/?ref=HRLV-18
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