martedì 19 novembre 2013
ILVA, QUEL CHE VENDOLA NON DICE IL GOVERNATORE DELLA PUGLIA RIVENDICA TUTTO QUELLO CHE HA FATTO CONTRO I RIVA. CON QUALCHE OMISSIONE
il fatto quotidiano 19 novembre 2013
INQUINAMENTO
Gli interventi della
Regione sono arrivati
solo dopo le proteste
degli ambientalisti
e le inchieste,
i controlli pieni di buchi
Quella telefonata
non cancella né
rappresenta quanto
accaduto in Puglia”,
dice Nichi Vendola a
proposito dell’audio dell’intercettazione
di una sua telefonata
con Girolamo Archinà,
l’uomo della famiglia Riva
per i rapporti con la stampa e
la politica, rivelata dal fatto -
quotidiano. it . La “confidenza
(con Archinà, ndr) è legata al
raggiungimento di obiettivi
virtuosi, in particolare la salvaguardia
dei posti di lavoro”,
spiega il governatore della Puglia
sul sito di Sel ed elenca gli
atti della Regione nei confronti
dell’Ilva. Toni confidenziali
abituali, si direbbe a
leggere cosa disse Vendola alla
rivista Il Ponte edita dall’Ilva
nel novembre 2010: “Chiesi a
Riva se fosse credente, perché
al centro della nostra conversazione
ci sarebbe stato il diritto
alla vita. Credo che dalla
durezza di quei primi incontri
sia nata la stima reciproca che
c’è oggi”. Queste le nostre risposte
alla “sua” “verità storica”.
Diossina La Regione approva
la legge antidiossina e per la
prima volta viene applicata
una norma pionieristica che
fissa valori limite stringenti
all’emissione di diossina.
Quella legge, inutilmente proposta
un anno prima da Peacelink e
Legambiente, viene approvata
nel dicembre del 2008 dopo che
a Taranto si era svolta una manifestazione
di 20mila persone
che chiedevano limiti alla diossina.
Ma non è mai stato realizzato
il campionamento in continuo
per controllare 24 ore su 24
le emissioni.
Il registro Nel 2008 viene istituito
in Puglia il registro Tumori.
Nel 2008 ci fu la delibera regionale
che ne prevedeva l’istituzione,
ma è divenuto operativo e accreditato
secondo le regole scientifiche
dell’Airtum (Associazione
italiana registro tumori) dopo 5
anni, dopo le inchieste della magistratura
e le manifestazioni. Il
registro è aggiornato al 2008.
Per il 2009 mancano centinaia di
dati.
Il pascolo Nel 2010 in base ai
dati dei monitoraggi la Regione
ordina il divieto di pascolo
a 20 chilometri dall’Ilva.
Il divieto scattò nel 2008 su denuncia
di PeaceLink. Se non ci
fosse stata l’apertura di un’inchiesta,
l’ordinanza sarebbe arrivata?
E perché la Regione non
ha fatto un’indagine per certificare
la provenienza della diossina
e non l’ha segnalata all’autorità
giudiziaria?
Benzo( a) pirene A giugno
l’Arpa produce una relazione
sul superamento dei valori limite
di benzo(a)pirene e il
sindaco impone all’azienda di
rientrare nei valori limite.
Ma i limiti sul benzo(a)pirene
(secondo l’Oms causa di gravi
mutazioni genetiche) attivi dal
1999 in Italia, imponevano 1
ng/mc. Perché dal 1999 al 2010
la Regione non ha fatto rispettare
quel valore previsto dal dm 25
novembre 1994 poi ribadito dal
Dlgs 391/1999? La Regione
avrebbe dovuto realizzare sistemi
di monitoraggio permanenti
per controllare che il benzo(a)pirene
non superasse 1 ng/mc.
Vendola accerta la violazione dei
limiti ma non attua la legge che
prevedeva la riduzione della fonte
inquinante, individuata nella cokeria
dell’Ilva dalla relazione Arpa
del 4 giugno 2010. La legge
regionale sul benzo(a)pirene,
presentata come all’ava g u a rd i a ,
prevede che nel caso di sforamento
l’impianto debba rientrare
sotto il limite “nel più breve tempo
possibile”. Manca un termine
perentorio. Fu proprio la relazione
Arpa, che individua l’Ilva come
fonte inquinante del benzo(a)pirene
al 98 per cento con la sua
cokeria, a mettere in allarme l’uomo
dei Riva, Girolamo Archinà,
che si rivolge a Vendola, il quale a
sua volta chiama il direttore
scientifico dell’Arpa Massimo
Blonda. Il capo dell’Arpa Giorgio
Assennato dice ad Archinà (intercettato):
“Girolamo, sono molto
incazzato! La dovete smettere
di comportarvi così, di andare dal
presidente (Vendola, ndr) a dire
che siete vittime di una persecuzione
dell’Arpa. Vendola questa
mattina ha convocato Massimo
Blonda e gli ha rimproverato
di essere persona senza palle”. A
fine maggio 2010 i cittadini e le
associazioni ambientaliste avevano
già chiesto al sindaco un’ordinanza
per fermare la cokeria. Il
sindaco la scriverà dopo il 15 luglio,
dopo i dati Arpa relativi ai
primi 5 mesi del 2010 che denunciano
lo sforamento del 300
per cento del benzo(a)pirene.
Ordinanza di cui il sindaco discute
con Archinà al telefono e che
verrà bocciata dal Tar.
Danno sanitario Approvazione
della legge che introduce la
valutazione del danno sanitario.
Una rivoluzione copernicana:
al centro del sistema
non più la fabbrica fordista,
ma l’uomo e la qualità della
sua esistenza.
La legge sul danno sanitario, approvata
per di evitare il sequestro
degli impianti responsabili dei
danni alla salute, è stata varata
solo dopo lo scoppio dell'emergenza.
Vendola non ha mai realizzato
l’indagine epidemiologica,
fondamentale per evidenziare
la relazione tra inquinamento e
mortalità e mettere l’Ilva di fronte
alle proprie responsabilità. Nonostante
tre lettere di sollecito dei
Verdi di Angelo Bonelli e 7mila
firme di cittadini nel 2010.
Emissioni Obbligo per l’azienda
di rendere accessibili i sistemi
di monitoraggio in continuo
delle emissioni in atmosfera.
Le centraline furono installate
con grande ritardo, violando i
tempi previsti dall’Aia. Ancora
oggi i sistemi di monitoraggio
DOAS e LIDAR non funzionano e
non forniscono i dati in continuo
delle sostanze cancerogene.
Mappe Approvato a ottobre
2013 un progetto per la costruzione
di mappe geo-referenziate
di contaminazione
ambientale e uno studio sull’esposizione
a metalli in soggetti
in età evolutiva
É avvenuto solo a seguito dell'iniziativa
degli ambientalisti, come
le analisi sul piombo nel sangue
dei bambini i cui dati sono
stati presentati dalla dottoressa
Annamaria Moschetti di Medici
per l'ambiente.
Aia La Regione impone che
nell’Aia ministeriale ci siano
alcune prescrizioni...
Vendola non dice che ha firmato
l'Aia della Prestigiacomo, luglio
2011. Aia oggi oggetto dell'inchiesta
della magistratura: non
prevedeva la copertura dei Parchi
Minerali, causa dell'inquinamento
da polveri in tutta la città e in
particolare nel quartiere Tamburi.
E non vietava il pericoloso
Pet-coke. Veniva perfino aumentata
la capacità produttiva a
15milioni di tonnellate annue
(+50%). La Regione non ha verificato
l'assenza nello stabilimento
del sistema di raccolta separata
e trattamento delle acque
di prima pioggia, prerequisito di
legge per concedere autorizzazioni
alla produzione.
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