domenica 24 novembre 2013

Edilizia a Roma Est Le torri che sbucano dall’acqua, nuovo ecomostro quartieri Pigneto e Torpignattara

di Giampiero Calapà Laddove c’è l’erba potrebbero essere costruite, insieme a un non meglio precisato polo teatrale, quattro torri: alte più di cento metri, tirate su, in un futuro che fa paura, sopra un terreno oggi di tufo e sedimenti fluviali. Dove? A Roma est, al posto di un piccolo parco, otto ettari nell’area dell’ex fabbrica chimica Snia, già assediato dalle arterie di via Prenestina, via Portonaccio e Casalbertone. Un mega progetto, “un’orrenda speculazione edilizia”, per usare le parole di Enzo De Martino del Comitato di quartiere. QUATTRO torri appunto, circa 500 nuove unità abitative (per almeno 1300 persone), in una parte della capitale, quartieri Pigneto e Torpignattara, già popolata da 124 mila abitanti, una delle zone a più alta densità abitativa di tutta Europa e, allo stesso tempo, con meno densità di verde pubblico pro capite del continente. Un’angolo di città problematico, con la multi-etnica Torpignattara, con il Pigneto sempre in bilico tra la dolce vita della gioventù romana e il degrado dello spaccio di droga. Il sindaco Ignazio Marino ha recentemente visitato il Pigneto, proprio nei giorni dell’esaspera - zione cittadina contro il traffico di stupefacenti, “e in quell’occa - sione – dicono al Comitato – ci ha detto che vuole ricostruire Roma a partire da questo quartiere; adesso ha l’occasione, fermando la speculazione edilizia di Pulcini, di cominciare bene”. Antonio Pulcini è il proprietario di gran parte di quegli otto ettari, è uno dei più noti costruttori romani, quello della grande lottizzazione delle “Terrazze del Presidente”, il mega complesso residenziale che sorge ad Acilia, tra Roma ovest e Ostia. Ovviamente è anche il vincitore del bando per edificare nel suo terreno, già destinato da piano regolatore a verde pubblico e servizi, ma in grave pericolo cemento grazie al combinato disposto della norma “relitti urbani” della giunta Alemanno con il celeberrimo Piano casa che permette di aumentare i metri cubi edificabili. La “relitti urbani” è sensazionale, perché consente a un costruttore che abbia edificato uno “scheletro” rimasto tale di abbatterlo, ricostruirlo o “rilocalizzare” i volumi abbattuti in altre aree con le stesse caratteristiche. GUARDA caso, Pulcini sfruttò un provvidenziale errore amministrativo per costruire, negli anni ’80, quello che sarebbe dovuto diventare un centro commerciale, proprio all’ex Snia, area già allora destinata a verde pubblico. Durante i lavori gli operai s’imbattono prima nella fogna della Marranella, poi addirittura in un corso d’acqua sotterraneo. Risultato: lo scheletro dell’edificio, ancora in piedi, è sommerso per i primi tre piani da un laghetto urbano, che nel frattempo ha dato vita a un vero ecosistema. All’inizio degli anni ’90 in Campidoglio si accorgono dell’errore e sanciscono la demolizione dello “sche - letro” del lago. Mai abbattuto. E adesso, con la norma dei relitti urbani, pronto a essere rigenerato con un progetto ancora più ambizioso dello stesso Pulcini, cioè le quattro torri. Il progetto si chiama “recupero finalizzato all’incremento delle dotazioni di servizi e della qualità urbana in periferia”, il Co mitato di quartiere e il Centro sociale ex Snia – che si battono dall’inizio degli anni ’90 e questa mattina sfileranno in corteo dalla Prenestina al parco – sono venuti in possesso della documentazione choc grazie al consigliere di municipio Gianni Boccuzzi, del Movimento cinque stelle. Il mini-sindaco Giammarco Palmieri (Partito democratico) scongiura l’ipotesi delle quattro torri e prende un impegno: “In - sieme all’assessore comunale Giuseppe Caudo bloccheremo definitivamente quel progetto e il bando relitti urbani. L’unica ipotesi per l’ex Snia, con buona pace di Pulcini, è il vecchio progetto del campus universitario, già bocciato dalla Sapienza, è vero, ma a Roma abbiamo altri due atenei”. La stra-popolata periferia di Roma, un parco, un bizzarro laghetto da cui spunta un ecomostro e l’ombra di quattro nuove torri. Sembra già abbastanza per un possibile sequel del film Sacro Gra. Il fatto quotidiano 24 novembre 2013

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