La gestione dei rifiuti nel comune di
Pontinia è la nuova emergenza dopo dissesto, Trasco, centrali a
biomasse e a turbogas, mega centro commerciale di Mesa finora solo
nella mente di qualcuno. Tutti ricordiamo il più grande interramento
di fusti tossici nell'area di Mazzocchio della storia d'Italia,
oggetto della commissione antimafia, il sequestro di fanghi
pericolosi sull'Ufente con l'interrogazione parlamentare seguita da 4
solleciti, le discariche abusive con diossina, eternit ed altro di un
anno fa, con sequestro della gdf e arresto di 3 persone con
associazione a delinquere. Poi la numerose discariche e i roghi,
quello di 5 anni della Sep 2 che trattava rifiuti di vario genere con
selezione e riciclo (con la chiusura dell'attività dopo il rogo
doloso) e del luglio scorso dell'impianto di compostaggio chiuso
esattamente un anno fa e mai riaperto. Adesso è la volta della
centrale a biogas che trova tutti d'accordo, amministrazioni,
agricoltori, confinanti, cittadini, associazioni ambientaliste.
Quindi l'umido non sarebbe più conferito al contestato impianto di
compostaggio della Sep (che ancora non riesce ad aprire per le varie
difficoltà tecniche ed amministrative secondo le cronache) bensì
alla centrale a biogas, sempre di Mazzocchio. Ma davvero le centrali
a biogas sono la soluzione? Sembrerebbe che in Germania (di solito
più affidabile sugli impianti del nostro paese) si siano succeduti
fior di incidenti nelle centrali a biogas (vedere
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2012/09/il-disastro-delle-centrali-biogas-cosa.html).
Uno dei punti critici è proprio l'alta infiammabilità delle
sostanze prodotte. Ricordiamo che la centrale a biomasse e quella a
turbogas hanno avuto gli ostacoli maggiori dalla variante urbanistica
del comunale di Pontinia che assoggetta la realizzazione, modifica,
trasformazione di insediamenti nuovi o esistenti alla compatibilità
con il rischio esistente di 2 impianti soggetti alla direttiva
Seveso. E la nuova attività sembra appunto che sia compresa al punto
4 - nell'allegato A con riferimento (articolo 5, comma 2) della
direttiva Seveso per gli impianti a rischio di incidente rilevante
sono individuati “Stabilimenti per la produzione, la
trasformazione o il trattamento di gas energetici, per esempio gas
di petrolio liquefatto, gas naturale liquefatto e gas naturale di
sintesi.” (vedere DECRETO LEGISLATIVO 17 AGOSTO 1999, N.334
Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze
pericolose, (Supp. ordinario n. 177/L alla “Gazzetta Ufficiale”
n. 228 del 28 settembre 1999 - Serie generale). Testo coordinato
ed aggiornato al D.Lgs. 21 settembre 2005, n. 238 (Supp. ordinario
n. 189 alla “Gazzetta Ufficiale” n. 271 del 21 novembre 2005),
di attuazione della direttiva 2003/105/CE che modifica la direttiva
96/82/CE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi
con determinate sostanze pericolose.
http://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/rischio/ri_testo_coordinato_334_238.pdf
). Ovviamente se l'autorizzazione rilasciata dalla provincia di
Latina alla centrale a biogas (vedere
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2012/08/pontinia-arriva-la-centrale-biogas.html
) nell'area del consorzio di Mazzocchio non contiene il parere di
compatibilità territoriale e ambientale relativo al rischio della
direttiva Seveso questa potrebbe essere illegittima.
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