Riceviamo e pubblichiamo
Nelle acque della falda vicina alla discarica di Borgo Montello a Latina, oltre al percolato, dall'Arpa sono state rilevate tracce di zinco, piombo e rame. La conseguenza diretta sono l'adulterazione e la contraffazione delle acque in prossimità del sito, rendendole pericolose per la salute pubblica. Per questo reato, quello di inquinamento, c'è la richiesta di rinvio a giudizio per tre persone: Vincenzo Rondoni, Nicola Colucci e Bruno Landi.
Le indagini, dopo un incidente probatorio nel 2007 con il professor Massimo Ottaviani e il dottor Giovanni Ziemaki (che portò ad un esito interlocutorio), sono state portate avanti dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, che sulla base della consulenza tecnica del professor Rodolfo Napoli (ordinario di Ingegneria sanitaria e ambientale presso l'Università di Napoli Parthenope incaricato il 20 gennaio 2009), effettuata attraverso indagini geoelettriche, geomagnetiche, termoelettriche e con rilievi piezometrici, ha potuto non solo constatare la presenza dell'inquinamento, ma evidenziare le pericolose sostanze tossiche in falda e accertare la provenienza di queste sostanze inquinanti.
Una consulenza tecnica consegnata nel febbraio del 2010 e sui risultati della quale si è basata la richiesta di rinvio a giudizio. L'accusa sostiene anche l'omesso controllo reiterato nel tempo da parte del gestore pubblico della discarica, ben consapevole della situazione di grave inquinamento delle acque che stava producendo da anni. L'udienza del Gip, prevista per il 15 febbraio, non si è tenuta, ed è stata fissata nuovamente per il prossimo 30 maggio.
Bruno Landi è stato coinvolto in qualità di amministratore delegato della società. Vincenzo Rondoni, quale presidente del consiglio di amministrazione della società, che gestisce la discarica di Borgo Montello, dove vengono smaltiti i rifiuti del Comune di Latina. Nicola Colucci, quale imprenditore di fatto mediante omesso controllo circa la sicurezza degli invasi S1-S2-S3 e S0 e attraverso la mancata esecuzione delle opere di impermeabilizzazione degli impianti (nonostante le carenze strutturali fossero note grazie ad atti e documenti, quali un'ordinanza sindacale del 1998, una relazione dell'Enea del 1995-1996 commissionata dal Comune di Latina e comunicazioni da parte dell'Arpa Lazio a seguito di analisi effettuate). Ecco, oggi la novità è proprio questa: mentre finora si è sempre pensato – e da più parti sbandierato – che l'invaso da cui proveniva l'inquinamento fosse solo S0, oggi sappiamo con certezza che esso proviene anche da S1-S2-S3.
Un altro punto gravissimo e che avrebbe dovuto meritare una diversa attenzione da parte del Comune, che invece sembra proprio restare a guardare mentre la salute dei cittadini è a serio rischio, sbandierando invece meriti per l'assegnazione dei fondi per gli scavi in S0, per la magistratura è responsabile la società Ecoambiente: società che è una partecipata del Comune e che, dunque, è pubblica. L'inquinamento delle falde acquifere, vale a dire, è prodotto proprio dal gestore della discarica che avrebbe dovuto maggiormente tutelare le persone. E che invece ora potrebber dover dimostrare in Tribunale il suo operato degli ultimi anni.
La Fondazione Cristoforo Colombo di Latina ha dunque deciso di appoggiare in ogni sua azione e in qualunque sede si renda necessario, le iniziative del comitato “Acqua Pulita”, di cui è presidente Luciano Proietti, nostro responsabile di zona in area Montello-Bainsizza-Santa Maria. Per ora il comitato, nato da pochissimi giorni, conta una ventina di promotori, ma è destinato a crescere a vista d'occhio. La Fondazione Colombo infatti fornirà assistenza legale al comitato, promuovendo una class action in favore dei cittadini residenti a Borgo Montello e in prossimità della discarica, e di tutti coloro che si sentono danneggiati dall'ormai dimostrato inquinamento delle falde acquifere. Il comitato non si fermerà però a questa fase,la class action: si costituirà anche parte civile nell'eventuale processo penale. La salute dei cittadini va salvaguardata ad ogni costo.
Il coordinatore provinciale della Fondazione Cristoforo Colombo di Latina, l'avvocato Alessandro Paletta, commenta così la notizia: “Il fatto e' gravissimo. Ed era stato reso noto all'Amministrazione fin dal 1998. Qualcuno lo ha sottovalutato o ne ha nascosto le reali conseguenze sull'ambiente e sulle persone. Certamente in molti, anzi troppi, hanno dimostrato un alto grado di irresponsabilità” - ha affermato. “Il sindaco Giovanni Di Giorgi deve prendere in mano, direttamente in prima persona, alcune questioni preminenti, di particolare rilievo per i cittadini, poiché su certi temi non può lasciare deleghe politiche in bianco a nessuno”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento