domenica 28 giugno 2009

Centrali elettriche ed errori

Centrali elettriche ed errori
Nel corso degli anni vari enti pubblici (tra questi, per esempio, il ministero per l’ambiente, l’Apat, l’amministrazione provinciale di Latina, il comando dei vigili del fuoco, la soprintendenza) hanno fatto notare errori nei dati progettuali, oppure gli stessi dati erano superati e quindi non attendibili a proposito dei progetti delle centrali elettriche.
Secondo la deontologia aziendale del rispetto delle amministrazioni così come delle istituzioni, dei funzionari, come dei cittadini, delle aziende che si ritengono danneggiate da questi progetti, anziché cercare un accordo, un punto di incontro si è passati alle aule dei tribunali.
Per meglio evidenziare la disponibilità al dialogo e al confronto si è anche proceduto alla richiesta di danni milionari contro istituzioni, enti e addirittura anche le persone fisiche.
Qualcuno di queste istituzioni, per esempio, ha confermato la bontà dei pareri tecnico – scientifico – amministrativo del comune di Pontinia che ha dimostrato l’incompatibilità dei progetti inquinanti con emissioni che andrebbero a peggiorare una situazione già critica.
Difatti i dati scientifici e storici delle malattie dell’apparato respiratorio del comune di Pontinia e del suo comprensorio sono allarmanti con tumori ai vertici provinciali.
Una delle tante conferenze unificate, quella presso la presidenza del consiglio dei ministri, ha confermato sia la validità del parere contrario espresso dal comune di Pontinia, sia la corretta gestione dell’amministrazione provinciale della conferenza AIA-IPPC.
Due dei 4 (per ora) ricorsi contro comune di Pontinia, ministero dell’interno, dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza, ministero dell’interno, corpo nazionale vigili del fuoco, direzione regionale del Lazio, comitato tecnico regionale per il Lazio hanno € 3.925.128,00 di danni così specificati:
- € 2.349.517,00 per valore acquisito dalla fusione;
- € 638.734,00 per acquisto di materiali;
- € 679.808,00 per pareri e consulenze;
- € 113,00 per spese tipografiche;
- € 23.971,00 per indennità di servitù;
- € 36.748,00 per pareri e consulenze;
- € 5.000,00 per spese di progettazione;
- € 54.400,00 per spese di collaboratori;
- € 2.251,00 per contributi INPS;
- € 130.599 per imposte e tasse.
Considerati gli errori da più parte segnalati abbiamo rifatto il totale che è di € 3.921.141,00.
Quindi o qualcuno, tanto per cambiare non sa fare i conti, oppure li ha aumentati anziché € 3.921.141,00 siamo passati a € 3.925.128,00.
Alcune domande sorgono spontanee:
- se questo errore di € 3.987,00 fosse stato fatto da un’azienda municipalizzata o da un’azienda che fornisce pubblici servizi (per esempio acqua, rifiuti, energia) come può il cittadino- consumatore (o un’azienda) difendersi?
- E se il cittadino – consumatore (o un’azienda) fidandosi di un’azienda pubblica non controlla i conti e paga in più € 3.987,00 di bolletta (annua, trimestrale o mensile)?
- Questo errore contabile a quale capitolo sopra riportato è da riferire? A quello per pareri e consulenze (tra l’alto computate 2 volte è un altro errore?) oppure per collaboratori? Non è stato pagato troppo per qualcuno che fa grossolani errori contabili?
- Se l’errore l’avesse fatto un’azienda pubblica secondo il ministro competente si potrebbe trattare di errore punibile? E in che modo?
- Premesso che, notoriamente, la percentuale dei contributi Inps per un’azienda, è abbastanza consistente, rispetto alle somme erogate, come si giustifica che è solo 0,29%?
- Come mai le spese per imposte e tasse sono solo, per esempio, il 5,55% del valore di acuisto per fusione senza contare le altre voci?
- Si parla di ben 638.734,00 € per acquisto di materiali. Di quali materiali? Vuol forse dire che sono iniziati i lavori in assenza di regolare permesso? Oppure che è stato effettuato un acquisto prima che lo stesso venga concesso? Si tratta di incauto acquisto?
- Passando agli onorari professionali sappiamo che il costo di progettazione può essere di circa il 5% del valore dell’opera, in questo caso se sono stati pagati € 5.000,00 per progettazione vuol dire che il valore dell’intera opera è di € 100.000,00?
- Se è stato sbagliato palesemente il totale quale garanzia possiamo avere dei parziali, visto che manca qualsiasi pezza d’appoggio a quanto dichiarato nel ricorso?
- Forse dal conto di cui sopra mancano 200,00 € per acquistare una semplice calcolatrice da tavolo?
Giorgio Libralato

3 commenti:

Anonimo ha detto...

TANTO LA REGIONE LAZIO HA DETTO CHE NON SI FA QUINDI POSSIAMO STARE TRANQUILLI, O NO???

Anonimo ha detto...

Liberi e Forti,
parla con Sezze, e vedi che dicono, Si FA?, si FA?:

giorgio libralato ha detto...

Noi facciamo la nostra parte