domenica 15 marzo 2009

Le biomasse hanno le gambe corte

Le biomasse hanno le gambe corte
Ogni tanto arriva qualcuno che ci vorrebbe rifilare un pacco, convincendoci in mille maniere dell’ affare”.
Una decina di anni fa una giunta regionale di sinistra, (correggetemi se sbaglio) assessore all’ambiente proveniente da legambiente e dai verdi ha fatto installare due inceneritori illustrandone le meraviglie.
La storia poi ci ha insegnato com’è andata, le analisi e le indagini svolte e/o in corso ci hanno riportato nella realtà.
Insieme alle tante malattie della gente che ha la fortuna di convivere con diossina, metalli pesanti, nanoparticelle.
Qualcuno oggi ci decanta le meraviglie dell’ennesimo inceneritore, che per renderlo più bello, viene chiamato “biomasse”, peccato che anch’esso indagini epidemiologiche, studi, analisi confermano che, come altri bruciatori, emette diossina, nanoparticelle ed altre schifezze varie.
Che non solo provocano malattie ma non sono biodegradabili e rimangono sulle verdure, sulla frutta, su qualsiasi raccolto pronto ad essere consumato da uomo o animale che sia.
Con i risultati che sappiamo.
Una delle tesi assertite a favore dell’ennesimo miracolo italiano è quello della disponibilità di biomasse, come se fosse un obbligo bruciare quello che c’è disponibile in natura, come se la natura, prima di questi “scienziati juke box” non avesse inventato un metodo naturale di uso o se preferite di riciclo.
La natura è bio non un bruciatore.
Rimanendo alla disponibilità delle biomasse l’amministrazione provinciale di Latina ha pensato bene di far precedere il piano energetico competente da uno studio dell’Università per capire disponibilità e necessità, cioè per avere una fotografia
dell’esistente e del possibile.
Questo ha evidenziato la disponibilità per i piromani o bruciatori che siano di disporre di una quantità di legna o biomasse per alimentare, in provincia di Latina, una centrale di 5 MW.
Un’azienda ne ha proposto la realizzazione per 22 MW, quindi 4,5 volte le disponibilità dell’intera provincia, qualora fosse così folle da incenerirle tutte.
Un altro studio, questa volta condotto da Legambiente a proposito dei Comuni Rinnovabili, pubblicato su
http://www.legambiente.eu/documenti/2009/0206_comuniRinnovabili/RapportoComuniRinnovabili2009ok1.pdf,
ci spiega che in provincia di Latina c’è già una centrale a biomasse a Cisterna.
Questa centrale produce 10 MW, quindi il doppio della capacità provinciale.
Sommata alla capacità della centrale proposta, di 22 MW, diventerebbe di 32 MW, cioè pari a 6,4 le disponibilità della provincia.
Questi dati, come spesso accade, passano sotto silenzio o mascherati da altri.
Ripenso alle parole di H.Verbitsky “Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto”.
I conti, come spesso succede negli affari, non tornano.
Chi mi spiega dov’è l’errore?
Pontinia 14 marzo 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

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