domenica 8 marzo 2009

L’agricoltura e i miracoli

L’agricoltura e i miracoli
Qualche uomo politico ha fatto la sua fortuna abusando della credulità
popolare promettendo milioni (o centinaia di migliaia a seconda delle
occasioni elettorali) scordandosi di dire che non sarebbero stati in
più ma in meno.
Poco importa la gente gli crede o lo vota quando parla di miracoli di
soldi stanziati che di volta in volta, sempre gli stessi, vengono
assegnati per la sicurezza, la sanità, la scuola, le infrastrutture,
le grandi opere, la giustizia, pensionati, precari, aziende private.
Questi soldi non verranno mai stanziati di fatto, ma usati a seconda
dell’emergenza continua (reale o alimentata ad arte) .
Questi esempi a livello nazionale vengono imitate anche da
amministratori, politici ed aspiranti tali, pronti a saltare su questo
o quel carro, iniziativa, progetto, situazione, infrastruttura una
volta pro e una contro, tanto poi questo modo di fare è simpatico e
quindi lo rivoto.
Siamo passati dalle ideologie politiche, dalla storia vissuta e dalle
tragedie dalle quali sono nate, repubblica, democrazia, quindi libertà
e rispetto dei diritti civili e sociali al culto della persona, da
elettori a tifosi non certo sportivi.
Difatti i tifosi incitano il proprio beniamino sia se ha ragione, sia
se ha torto l’importante che abbia messo in difficoltà l’avversario
poco importa se in modo lecito o meno.
Lo stesso ragionamento viene utilizzato da qualche tifoso di impianti
dannosi e non economici, difatti, senza il finanziamento pubblico
vengono dismessi come ha dichiarato uno dei responsabile di una ditta
promotrice.
Prendiamo il caso dell’impianto a biomasse che viene prospettato da
qualcuno, come la panacea per l’agricoltura.
Stesso impianto è stato realizzato a Bando d’Argenta (Ferrara), qui
dopo 7 anni circa è stato stipulato il contratto con il mondo agricolo
per avere un decimo delle forniture necessarie per alimentare questa
centrale.
Considerato che le biomasse (in genere pioppeti) hanno bisogno di
almeno 3 anni di crescita per essere utilizzate, che questo contratto
risulta stipulato lo scorso anno (per lo meno queste sono le notizie
che si hanno da una ricerca sulla rete, ma sono gli stessi diffusi
dalla società e da alcuni giornalisti) ci vorrà il 2011 (tra 2 anni
abbondanti) per avere il primo raccolto e il primo guadagno.
Quanto? Secondo alcuni tifosi delle biomasse, ma anche persone che
sembrano bene informate si parla di 700 euro ad ettaro. L’affitto di
fondi agricoli a Pontinia rende dai 500 ai 1000 euro ad ettaro, quindi
non sembra certo conveniente mettere a dimora queste biomasse .
Poi se le cronache parlano di mutui non onorati, chiusura del credito,
cartelle esattoriali, pignoramenti, di scarsità di acqua per irrigare,
mentre le colture a biomasse hanno bisogno di grandi quantità d’acqua
c’è qualcosa che non torna nel discorso.
Se le aziende, se il mondo imprenditoriale ha bisogno di ricorso al
credito, oggi, difficile, di finanziamenti, di liquidità è difficile
che possa aspettare i 3 anni del raccolto, ammesso che tale raccolto
venga messo a dimora oggi , mentre l’impianto della centrale a
biomasse è ancora lontano dall’essere approvato.
Quindi se oggi vengono stipulati i contratti per la messa a dimora di
pioppeti occorre aspettare l’approvazione del progetto (quanto tempo 3
mesi, 1 anno?), poi la realizzazione delle opere (i tifosi parlano di
3 anni forse per aumentare i posti di lavoro del cantiere?) e da lì
mettere in campo le piante, potrebbero passare 1 + 3 + 3 = 7 anni.
Possono le aziende oggi aspettare 7 anni?aspetteranno 7 anni la Gerit,
le Banche creditrici, i fornitori?
Il tutto poi per avere un reddito pari o inferiore al semplice affitto
del terreno?
Rimane comunque l’incognita di Bando d’Argenta se lì ci sono voluti 7
anni per arrivare ad 1/10 per arrivare alla copertura totale del
territorio dovremmo aspettare 70 anni, che non mi pare sia un tempo
economico normale di risposta ad un progetto.
Senza contare un altro degli argomenti di cui si preferisce parlare
(anche se qualche giornale oggi ne inizia a parlare), cioè la scarsità
di acqua disponibile per le irrigazioni, mentre come già detto, queste
piante hanno bisogno di molta acqua che sembrerebbe non esserci.
Senza contare l’altro effetto dell’emungimento elevato dal sottosuolo
dovuto all’abbassamento delle falde ma anche del terreno che è già
preoccupante dal punto di vista geologico e delle costruzioni.
A Pontinia è nato e vissuto per anni uno dei maggiori esperti
nazionali della fertirrigazione, ma ha dovuto cambiare non solo comune
ma addirittura regione per trovare lavoro e riscontro ai suoi studi
avanzati.
Sarà un caso che a Pontinia invece arrivano aziende da altre città
addirittura del nord a prospettare progetti improbabili, mentre gli
esperti riconosciuti se ne vanno altrove e l’agricoltura è in crisi?
Se la centrale a biomasse può fare questo miracolo a Pontinia,
vediamolo realizzato questo miracolo.
Pontinia 7 marzo 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

3 commenti:

Anonimo ha detto...

verranno il Gatto e la Volpe a convincere gli agricoltori per seminare nei loro campi le ultime monetine rimaste perchè frutteranno biomasse a IOSA! non sapendo che l'unico a cogliere i frutti sarà un tizio a campoIOSO.....

giorgio libralato ha detto...

Dov'è finito il Signor Gianni l'infuso di scienza?

Anonimo ha detto...

siiii quello è fuso discienza ed incoscienza.....