lunedì 5 agosto 2013

biomasse: rumore e puzza acre esasperano residenti Mulazzo (MS)

http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/08/biomasse-rumore-e-puzza-acre-esasperano.html A MULAZZO (MS) NON NE POSSONO PIU' DELLA BIOMASSE A CIPPATO La speculazione per poter passare e produrre la sua energia elettrica (resa biomasse legnose 20%) deve dimostrare la "cogenerazione". E così si convince l'amministrazione comunale con l'anello al naso di turno (non si offenda nessuno, ci sono cascati intanti per ingenuità.. o forse per altri benefit) che sarà un gran risparmio avere acqua calda e riscaldamento per il municipio e le scuole. Con le finanza comunali allo stremo e la gente che chiede di tenere bassa la Tarsuu ogni risparmio va bene (anche se molti sprechi continuano). Risultato. Le centrali vanno tutto l'anno. Anche in estate che di energia termica per riscaldamento non c'è bisogno e di quella sanitaria molto meno. Ma in estate la geste sta con le finestre aperte e se metti la centrale vicino alle case per riscaldare le scuole fai respirare le emissioni agli scolari, agli abitanti. Non solo li esponi alla puzza acre del cippato marcio e umido che brucia e ... al rumore. A Milazzo era a 78 db. Ovvero sfiorava un limite che avrebbe fatto chiedere la baracca infernale perché è quello dei posti di lavoro (chissa se non era 80...). Ora siamo a 64 db sempre troppo alto perchP dove c'è un piano rumore per le aree residenziali deve stare sotto 50. Gli abitanti chiedono lo spostamento della centrale. Forse era meglio opporsi quando la autorizzavano. Sono avvisati tutti i comuni italiani. QUANDO SENTITE UN VAGO ACCENNO DI U POSSOBILE ARRIVO NEL VOSTRO BORGO, PAESE E VILLAGGIO DI QUELLA PIAGA D'EGITTO CHE SONO LE BIOMASSE ORGANIZZATEVI ALL'ISTANTE: firme, comitato, sindaco messo alle strette, diffide. Se no fate la fine dei tanti Mulazzi d'Italia. Il solo nome BIOMASSE deve indurre il disgusto, l'esecrazione dei proponenti e dei loro manutengoli. fonte:http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2013/07/31/news/rumori-dalla-centrale-a-biomasse-protestano-residenti-di-mulazzo-1.7509131 Rumori dalla centrale a biomasse protestano residenti di Mulazzo Contestazioni all’impianto per la produzione di energia: nel mirino l’odore di fumo e i decibel alti I pannelli fonoassorbenti dovrebbero limitare l’inquinamento acustico, ma non convincono la gente (01.08.13) MULAZZO (Massa Carrara). La centrale a biomasse doveva essere, negli intenti originari, un’opportunità sotto molteplici punti di vista. In primis per la creazione di energia pulita e poi, grazie allo sfruttamento del cippato, eliminare i residui lignei che ancora occupano gli alvei del fiume. Sebbene in parte, questi target sono stati raggiunti, ma la coabitazione con l’impianto sta avendo un impatto devastante su chi risiede nei pressi. Alcuni cittadini, infatti, lamentano una serie di problematiche legate alla coesistenza con il tessuto residenziale. «La situazione – racconta uno di loro – va avanti ormai da tre mesi. Il primo incontro con il sindaco risale a maggio, abbiamo esposto la situazione e sono state fatte delle promesse per quanto riguarda la risoluzione del problema, che sta diventando sempre più insostenibile con il passare delle settimane». Sono principalmente due gli aspetti negativi che i cittadini denunciano: l’inquinamento acustico e l’odore acre del fumo che esce dal comignolo dopo il processo di combustione del cippato. Per quanto riguarda il rumore, qualcosa è già stato fatto, ma ha solo attenuato il problema. Si è passati infatti da una punta iniziale di 78 decibel a quella attuale che si aggira attorno ai 64, che comunque rimane alto se si considera la continua esposizione che gli abitanti hanno a questo suono. «Il rumore va avanti - affermano - sia di giorno che di notte, creando tanti problemi. E’ una situazione logorante che sta mettendo a dura prova i nostri nervi, poi degerata ulteriormente con l’installazione delle nuove ventole che, in attesa della costruzione della conduttura che porterà il calore alle scuole e al municipio, servono a dissipare il calore che non può essere erogato. Si è passati da due ventole a otto, con una quadruplicazione del rumore. Anche se qualche pannello fonoassorbente è stato installato, non è sufficiente. Viviamo uno stress costante con questo frastuono a pochi metri dall’uscio». Le richieste non sono roboanti, non chiedono la chiusura e il trasferimento dell’impianto, bensì una maggiore attenzione alle norme di salute pubblica, indirizzando un messaggio ai proprietari della centrale: «Nonostante la buona volontà, non registriamo un impegno da parte della società a risolvere questo disagio. Noi crediamo che si debba risolvere nel più breve tempo possibile, affinchè si possa tornare a godere di quella tranquillità che abbiamo perduto. Se ciò non accadrà ci riserviamo di informare gli organi competenti della situazione che stiamo vivendo». Cristiano Borghini

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