sabato 3 agosto 2013
acqualatina Inchiesta sui mutui Acqua, la Corte dei Conti scrive ai Comuni. «Subito un report»
Latina Oggi, Sabato 03 Agosto 2013
Il gestore doveva rimborsare le rate già versate. Ritardi inspiegabili
DI GRAZIELLADI MAMBRO
Per dieci anni è stato un bubbone del valore di 12 milioni di euro ma adesso è esploso. Si tratta del rimborso dei mutui accesi dai Comuni per realizzare opere di distribuzione idrica e depurazione, poi passate ad Aqualatina spa in seguito alla entrata in vigore del servizio integrato. L’equivalente del totale dei mutui residui doveva essere rimborsato gradualmente dal gestore, divenuto nel frattempo proprietario di opere e reti. Ma in quello stesso momento per il nuovo gestore era difficile restituire così tanti soldi e infatti in quegli anni si procede ad una ricapitalizzazione pari più o meno allo stesso importo, con denaro che viene anticipato dalla Provincia di Latina per conto dei Comuni soci e praticamente la liquidità arriva con un mutuo acceso dall’ente di via Costa presso la Cassa Depositi e Prestiti. Da due giorni questa complessa vicenda di passaggi di denaro è l’oggetto di un accertamento della Ragioneria Generale dello Stato a carico di tutti i Comuni dell’Ato4, i quali «con cortese urgenza» dovranno fornire «un dettagliato prospetto... per ogni impianto/opera trasferiti in concessione al gestore». In questo modo sarà possibile ricostruire quanti impianti e mutui sono andati dai Comuni ad Acqualatina e qual è l’ammontare delle somme che la società deve rimborsare. La procedura rientra nell’in da gi ne della Procura regionale della Corte dei Conti che ha delegato alla raccolta dei dati la Ragioneria dello Stato. Il nodo centrale riguarda dunque il rimborso delle rate mutuo di una serie di reti e impianti di depurazone. La società sostiene nella relazione di bilancio che il rimborso è in corso e proseguirà anche nei prossimi anni. Ma, sullo sfondo, c’è un elemento aggiuntivo che attiene il controllo effettuato sin qui dall’Autorità d’Ambito e dagli stessi Comuni nella Conferenza dei sindaci. Si può dire subito che il comportamento dei singoli enti locali è stato diverso a seconda del colore politico d e ll ’amministrazione in carica, poiché, come è noto, la società Acqualatina è governata a maggioranza da delegati dei Comuni, dove a maggioranza governa il centrodestra. E infatti nel consiglio di amministrazione siedono membri di parte pubblica nominati in quota a Udc e Pdl. In un simile contesto il controllo, come è stato palese in tutte le conferenze dei sindaci, è saltato. Di conseguenza l’azione di recupero del credito da parte dei Comuni è stata, diciamo così, blanda. Dunque l’accertamento in essere da parte della Corte dei Conti non è tanto riferito al rimborso vero e proprio da parte del gestore che resta una società per azioni con sue scelte autonome, quanto al modus agendi dei Comuni. Questi ultimi (non tutti) hanno lasciato correre sui ritardi nei rimborsi dei mutui e in qualche modo dovranno spiegare il perché di tanto lassismo. La Corte dei Conti ipotizza il danno erariale a carico sia dell’Ato4 che delle singole amministrazioni che hanno accettato un rimborso così lento e deleterio per le loro casse, su cui già gravano altri tagli dei trasferimenti di Stato e Regione. Apparentemente questo stato di cose non avrebbe giustificazione se non fosse che i sindaci sono stati già «beccati» a favorire Acqualatina spa, come risulta dall’indagine interna condotta dalla Regione Lazio e dalla quale emerse che la Conferenza aveva approvato clausole vessatorie nei contratti con gli utenti, in favore della spa e in danno dei cittadini. Quell’accerta - mento, pur contenuto in una delibera della giunta regionale del Lazio, non ha mai avuto un seguito né risposte, perché la stessa Conferenza dei sindaci invece di controdedurre presentò ricorso al Tar sollevando motivi di illegittimità. In un simile contesto era inevitabile che intervenisse la Corte dei Conti, anche a seguito dei numerosi esposti del Comitato per l’Ac - qua pubblica nonché per le delibere che alcuni Comuni, tra cui Aprilia e Bassiano, hanno approvato al fine di risolvere la questione del trasferimento delle reti con relativi mutui.
Latina Oggi, Sabato 03 Agosto 2013
Il passaggio di depuratori e reti finanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti
Come è cominciata la diatriba
Tutti i depuratori (58 in totale) e le reti idriche prima dell’ingresso di Acqualatina nella gestione erano di proprietà di Comuni e Consorzi. Le amministrazioni locali si erano sobbarcate il costo della costruzione e ammodernamento delle reti e degli impianti ma non direttamente perché non ne avevano la forza finanziaria, bensì attraverso mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti. Nel momento in cui la proprietà è passata, come previsto dalla convenzione, nel patrimonio della società, agli enti doveva andare l’equivalente delle rate già rimborsate. In totale tutto questo è pari a circa un quinto del bilancio annuale di Acqualatina spa, quindi la restituzione doveva necessariamente avvenire, a sua volta, a rate. I Comuni si sono ritrovati in questo modo senza più gli impianti nel loro patrimonio e senza l’equivalente del costo degli stessi, o perlomeno della parte che avevano già rimborsato ossia dei costi comunque sostenuti. Adesso dai prospetti che ciascun ente invierà alla Corte dei Conti si potrà capire qual è l’esposizione singole e complessiva e, in più, si potrà finalmente accertare qual è stato il rapporto tra i Comuni e Acqualatina in relazione a questa vicenda specifica, cui se ne potrebbero aggiungere altre, tipo i rapporti instaurati per la stipula del contratto di mutuo per gli investimenti.
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