In un periodo di crisi occupazionale e cervelli in fuga, la campagna, l’agricoltura e l’allevamento possono rappresentare un’alternativa percorribile per i giovani in cerca di lavoro? L’abbiamo chiesto ai soci della cooperativa Asca – “La Porta dei Parchi“, che questa scelta l’hanno fatta oltre 40 anni fa ad Anversa degli Abruzzi, area interna della provincia dell’Aquila.
Terminati gli studi in economia a Roma, nel 1977, Nunzio Marcelli pensò a un’impresa che gli permettesse ...
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In un periodo di crisi occupazionale e cervelli in fuga, la campagna, l’agricoltura e l’allevamento possono rappresentare un’alternativa percorribile per i giovani in cerca di lavoro? L’abbiamo chiesto ai soci della cooperativa Asca – “La Porta dei Parchi“, che questa scelta l’hanno fatta oltre 40 anni fa ad Anversa degli Abruzzi, area interna della provincia dell’Aquila.
Terminati gli studi in economia a Roma, nel 1977, Nunzio Marcelli pensò a un’impresa che gli permettesse di far sopravvivere il suo territorio di origine e non essere l’ultima generazione che mantenesse in vita l’agricoltura in un periodo in cui veniva vista con un certo sdegno e le cosiddette “aree marginali” venivano lasciate all’abbandono per cercare una vita migliore nei centri urbani.
Qualche anno dopo si unì al progetto Manuela Cozzi, agronoma toscana, che decise di trasferirsi e portare avanti questo sogno che oggi, a distanza di 40 anni, ha rigenerato un borgo permettendo a tanti di non abbandonare il paese, dando lavoro a 15 persone e mettendo insieme un allevamento di 1600 pecore e un bio agriturismo con ospitalità diffusa in un centinaio di case degli abitanti del borgo.
“All’inizio ci ridevano in faccia, nessuno credeva che le persone sarebbero andate a mangiare e dormire tra pecore e mosche”, ma come tutte le persone che precorrono i tempi, il tempo gli ha dato ragione. Una delle iniziative che permette all’allevamento di mantenersi “senza finire schiacciati dalle logiche produttive insostenibili della grande distribuzione” è stata quella di “adotta una pecora”, un modello che lega il consumatore al produttore con una sottoscrizione che va dai 50 ai 190 euro l’anno, e permette di sostenere il rischio di impresa della pastorizia di montagna, offrendo in cambio latte, formaggi, carne e l’opportunità di alloggiare quando si vuole alla Porta dei Parchi e dare una mano in allevamento, partecipando se lo si desidera anche alla transumanza: “Tre giorni di cammino ‘a passo di pecora’ immersi con il gregge nella natura, per raggiungere l’alpeggio dove spostiamo l’allevamento nei mesi estivi, un’esperienza straordinaria per chi è abituato ai ritmi della città”.
Una possibile via d’uscita per chi non trova lavoro in città? “A patto di non isolarsi – consiglia Nunzio Marcelli – definire degli obiettivi precisi, saper costruire consenso con chi vive il territorio (enti pubblici compresi), studiare molto le buone pratiche (anche realizzate all’estero) e mantenere una certa dose di ottimismo, che ti salva nei momenti di difficoltà, non solo economica”
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