Nel convegno di Libera a Latina qualche
anno fa un giornalista di una testata cattolica dichiarava che dieci
anni prima, dalla Procura di Latina, aveva saputo che la provincia di
Latina, dal punto di vista delle infiltrazioni malavitose, era persa.
Anche diverse dichiarazioni di
esponenti dell'antimafia e della commissione antimafia della scorsa
legislatura erano arrivate molte conferme e timori.
In un incontro pubblico di 4 anni a
Borgo Bainsizza il responsabile del settore legalità della regione
Lazio era stato informato di diverse criticità legate alle ecomafie
a partire da centrali a biomasse e biogas, con il caso eclatante
della discarica di Borgo Montello.
La relazione delle ecomafie della
commissione bicamerale confermava e aggravava il tutto.
Il problema, lo abbiamo ripetuto più
volte, non sono casi più o meno isolati di bande o associazioni a
delinquere ma della propensione alla corruzione in aziende o uffici
pubblici e in comportamenti simil mafiosi di aziende o uffici.
All'epoca di mani pulite anche a Latina
ci sono stati diversi arresti e inchieste che sono continuati fino ai
giorni nostri, anzi con diversi casi a livelli nazionale dal 2014 in
poi.
Nel frattempo sono arrivate richieste
di commissariamento per due volte per il comune di Fondi e poi per
quello di Nettuno.
Diverse aziende soggette ad
interdittive continuano ad operare anche in ambito pubblico.
Numerosi arresti di pubblici dipendenti
per corruzione hanno interessato provincia di Latina, comuni, uffici
pubblici, agenzia delle entrate, esponenti delle forze dell'ordine.
Anche ultimamente il sindaco di Latina
afferma che ancora non è completo il ritorno alla legalità negli
uffici pubblici.
Alcuni discorsi o affermazioni di
dipendenti pubblici “guadagno solo 1.000 o 1.200 o 1.500 € al
mese e non ci posso mantenere la famiglia” potrebbero essere
condivisibili certo.
Così come la necessità di fare un
secondo lavoro o di svolgere anche la libera professione.
Alle condizioni ovvie che non
significhino trascurare l'incarico pubblico oppure che non venga
svolto al meglio o, peggio, che non sia una ritorsione per
danneggiare professionisti o consulenti ritenuti “concorrenti”.
A condizione che non vengano
danneggiati cittadini e amministrazione.
Molti casi sono già stati denunciati.
A volte non sempre è facile
comprendere il limite tra una richiesta legittima e una che sa di
ricatto o di minaccia oppure di favori o denaro non dovuti.
Ci possono stare simpatie (o antipatie)
la professionalità ne deve prescindere così l'obbligo deontologico
.
L'incarico pubblico è un servizio,
denaro e risorse pubbliche quasi come fossero sacre.
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