domenica 17 dicembre 2017

siccità, dispersioni, un buco nell'acqua Report Rai tre

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PUNTATA DEL 18/12/2017

UN BUCO NELL'ACQUA

DI Manuele Bonaccorsi Ambiente

Un buco nell'acqua
Questa estate i rubinetti di molti italiani sono rimasti a secco, mentre gli agricoltori hanno avuto difficoltà a irrigare, con danni per centinaia di milioni di euro. Secondo il Cnr, la scorsa estate è stata la più secca degli ultimi duecento anni. Solo un caso eccezionale? Probabilmente no. Nell’ultimo secolo la temperatura globale è cresciuta di un grado e i dati sulle precipitazioni dimostrano che le estati sono sempre più lunghe e secche. L’acqua, insomma, è diventata una risorsa scarsa: non ce ne è abbastanza per tutti. Siamo pronti ad affrontare questa emergenza? Mentre gli acquedotti italiani disperdono in media il 38% dell’acqua raccolta, le aziende che la gestiscono riempiono i propri azionisti di utili e dividendi. C’è il caso dei campi agricoli, che usano il 65% degli interi consumi idrici italiani. Qui l’acqua la gestiscono i Consorzi di bonifica, non sempre in modo efficiente. E poi ci sono i piccoli impianti idroelettrici, che, grazie a ricchi incentivi pubblici, tolgono sempre più acqua ai fiumi di montagna, producendo pochissima energia. Se l’acqua manca, i conflitti per l’approvvigionamento sono sempre più frequenti. Siamo sicuri di saperla gestire bene?

LUNEDÌ 21.10 RAI3
Questa estate i rubinetti di molti italiani sono rimasti a secco, mentre gli agricoltori hanno avuto difficoltà a irrigare, con danni per centinaia di milioni di euro. Secondo il Cnr, la scorsa estate è stata la più secca degli ultimi duecento anni. Solo un caso eccezionale? Probabilmente no. Nell’ultimo secolo la temperatura globale è cresciuta di un grado e i dati sulle precipitazioni dimostrano che le estati sono sempre più lunghe e secche. L’acqua, insomma, è diventata una risorsa scarsa: non ce ne è abbastanza per tutti. Siamo pronti ad affrontare questa emergenza? Mentre gli acquedotti italiani disperdono in media il 38% dell’acqua raccolta, le aziende che la gestiscono riempiono i propri azionisti di utili e dividendi. C’è il caso dei campi agricoli, che usano il 65% degli interi consumi idrici italiani. Qui l’acqua la gestiscono i Consorzi di bonifica, non sempre in modo efficiente. E poi ci sono i piccoli impianti idroelettrici, che, grazie a ricchi incentivi pubblici, tolgono sempre più acqua ai fiumi di montagna, producendo pochissima energia. Se l’acqua manca, i conflitti per l’approvvigionamento sono sempre più frequenti. Siamo sicuri di saperla gestire bene?

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