sabato 13 settembre 2014

Capodogli morti a Vasto, “uccisi dalla ricerca del petrolio in mare”

Per Legambiente lo spiaggiamento è dovuto alle esplosioni per sondare la presenza di greggio. "Il gas nel sangue avvalora la tesi che i cetacei, disorientati, abbiano fatto una riemersione rapida e questo ha provocato un'embolia"

Il secondo più grande spiaggiamento di balene di tutto il Mediterraneo, dalla fine 1800 ad oggi, è causato dalla “ricerca petrolifera in mare”. Ne è convinta Legambiente Abruzzo, ne è convinto il suo presidente Giuseppe Di Marco che a ilfattoquotidiano.it così spiega la morte dei tre capodogli (tutte femmine, di cui uno incinta, gli altri 4 sono stati salvati) avvenuta il 12 settembre Vasto(Chieti): “La presenza del gas nel sangue dei mammiferi conferma i nostri sospetti: lo spiaggiamento potrebbe essere causato dall’air-gun” che provoca forti esplosioni e il disorientamento dei mammiferi che, spaventati, sarebbero finiti intrappolati sui bassi fondali delle coste abruzzesi, a Punta Penne nella Riserva naturale di Punta Aderci. Il gas trovato nei loro vasi sanguigni si può spiegare infatti con una riemersione troppo rapida che probabilmente ha causato un’embolia.
Ma cos’è l’air-gun? E’ una tecnica di ispezione dei fondali marini da parte delle imbarcazioni, per capire cosa contiene il sottosuolo, ed è particolarmente utilizzata dalle aziende che si sono gettate alla caccia di giacimenti petroliferi lungo tutto l’Adriatico. Spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Ma questa tecnica può essere molta dannosa per la fauna marina, perché possono causare lesioni, e soprattutto la perdita dell’udito o dell’orientamento.
Pubblicità
Una pratica che potrebbe incrementarsi nell’Adriatico. Il decreto Sblocca Italiapresentato dal governo Renzi a inizio settembre prevede infatti che per “valorizzare i non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale” vengono sbloccati investimenti, ipotizzabili in 15 miliardi di euro. E vengono semplificate le procedure di rilascio dei titoli minerari, un vecchio pallino del governo Monti con la “Strategia energetica nazionale” (e dei petrolieri). Nel giro di pochi anni, denuncia ancora Legambiente, potrebbero spuntare come funghi trivelle in mare che dall’Alto Adriatico (dove ne sono già previste 19) scivolerebbero lungo tutta la dorsale, fino alla Sicilia. Potrebbero essere sbloccate 44 istanze per permesso di ricerca e 9 istanze di coltivazione depositate dalle compagnie, che si andrebbero ad aggiungere alle 105 piattaforme e ai 366 pozzi attivi oggi nell’offshore italiano.
Quello avvenuto sulla spiaggia di Vasto è il secondo spiaggiamento più grave avvenuto lungo le coste del Mediterraneo. Il più grave avvenne il 10 dicembre 2009 in Puglia, quando ancora sette capodogli spiaggiarono sul litorale garganico tra Ischitella e Cagnano Varano e qui morirono, mentre altri due riuscirono a prendere il largo. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/13/vasto-7-capodogli-morti-uno-era-incinta-uccisi-dalla-ricerca-del-petrolio-in-mare/1120091/

Nessun commento: