In merito alla demolizione degli eco mostri di Quarto Caldo nel parco del Circeo con tutte le tutele possibili e immaginabili, sopra il famoso Faro, verso il Tirreno e le sue perle delle isole Ponziane, si scopre che la campagna mediatica nazionale del 30 e 31 ottobre 2012 non ci ha raccontato tutta la verità. Tutti gli Enti sulla ribalta nazionale, tutti i TG, i quotidiani nazionali, le notizie di agenzia sembravano farci credere che tutti i 10 scheletri ancora presenti a deturpare il paesaggio naturale erano stati demoliti. Sembra invece solo uno dei 10 sia stato demolito. In base a quanto apparso sulla stampa locale ci sembra di cogliere una discrepanza di posizioni tra Comune di San Felice Circeo, che è l’ente procedente, con tanto di ordinanza esecutiva ed è anche il responsabile dei lavori e l’Ente Parco del Circeo che, tramite il Ministero dell’Ambiente, ha messo a disposizione la somma necessaria. Si parla dei soliti problemi di burocrazia e di mancanza di somme a disposizione che però risulta già a disposizione del Comune (vedere determinazione del Comune di San Felice Circeo registro generale n. 758 del 31/12/2012 pubblicata a marzo 2013) ben superiore sicuramente ai lavori finora effettuati. Infatti anche facendo una semplice proporzione il lavoro svolto non è nemmeno un decimo di quello previsto e contrattualizzato. C’è da chiedersi cosa ne pensano di questa mancata demolizione di 9 dei 10 scheletri tutti gli Enti e le Persone che avevano salutato nella ribalta nazionale come se fosse completa invece si scopre che così non è. Nessuno è più tornato sul posto a controllare? Eppure i 9 scheletri si vedono dalla strada. Semplice errore burocratico grande come una casa, anzi come 9 scheletri di villette? Auspichiamo che chi di competenza voglia presto agire per terminare il lavoro già intrapreso e che vengano impiegate le risorse preventivate per mettere finalmente la parola fine sulla storia dell’ecomostro.
nota congiunta I Cittadini contro le mafie e la corruzione – Pontinia Ecologia e Territorio. immagini e documenti
(vedere le immagini delle planimetrie tratte dall'aereofotogrammetico del CTR Comitato Tecnico Regionale http://pontiniaecologia.blogspot.it/2013/04/san-felice-circeo-i-9-scheletri-di.html ). e (vedere determinazione del Comune di San Felice Circeo registro generale n. 758 del 31/12/2012 pubblicata a marzo 2013 http://213.203.143.153/c059025/mc/mc_attachment.php?x=b7477c6b3033bc022c6b1a8bec5cacf8&mc=14379
http://213.203.143.153/c059025/mc/mc_attachment.php?x=b7477c6b3033bc022c6b1a8bec5cacf8&mc=14378
SCHEDA
Cronologia degli abusi edilizi nell’area
di Quarto Caldo a San Felice del Circeo all’interno del parco
naturalistico del Monte Circeo così come individuato dalla legge
285/34 e dal DPR 04.04.2005. Parco Nazionale del Circeo (zona
protezione speciale IT6040015) facente parte della Rete natura 2000
di cui alla direttiva 74/409/CEE recepito con L. 157/97 e DPR 357/97,
Promontorio del Circeo (quarto caldo) sito importanza comunitaria
IT6040016 facente parte della rete natura 2000 di cui alla direttiva
74/409/CEE recepito con L. 157/97 e DPR 357/97. Vincolo di tutela
paesaggistica ai sensi del D. Lgvo 22/1/2004 n. 42 titolo 1, zona I/d
a tutela integrale di cui all’art. 29 del testo della NTA del PTPR
approvato con LR 24/98 e seguenti con vincolo di in edificabilità
assoluta. Vincolo idrogeologico di cui alla delibera di GR n. 3888
del 29/7/98.
1973
Il Comune di San Felice Circeo rilascia alla società Maiora III le
licenze edilizie n. 2753- 2754- 2755-2756 del 8/8/1973 per la
costruzione di quattro nuclei abitativi separati per un totale di 21
appartamenti in via delle Batterie, sul promontorio fronte mare
nell’area denominata Quarto Caldo del Parco nazionale sul terreno
distinto in catasto dal foglio n. 36 particelle 16 e 103; 1974
Comunicazioni giudiziarie a due sindaci e al legale rappresentante
della Maiora
III,
che aveva iniziato la costruzione delle ville. 1976
Con
l’ordinanza n. 73 del 1976 il comune di San Felice annulla per
lottizzazione abusiva le licenze edilizie. Successivamente con
l’ordinanza n.125 del 1976
la società Maiora III viene diffidata a demolire le opere già
realizzate (diffida non ottemperata). Nel mese di giugno parte
l’operazione “Sacco del Circeo” con centinaia di cantieri
sequestrati (pretore Infelisi), inclusi quelli della Maiora III. 1986
A seguito del fallimento della Maiora III, il Tribunale di Roma
autorizza la società Cti
(aggiudicataria
del complesso immobiliare) a presentare istanza di condono edilizio
ai sensi della legge 47/85 con prot. 20839 del 29/12/1986. 1987
La società Acantos
immobiliare e finanziaria, con sede a Roma, acquista gli immobili,
che erano rimasti allo stato di rustico (con pilastri e travi in
cemento armato e solai in latero cemento) con atto stipulato dal
notaio Misurale di Roma rep. 47216 del 21/10/1987. 1994
L’Acantos dichiara, prot. 14420 del 29/10/1994, al Comune di voler
completare i lavori a seguito del condono che era stato presentato.
Il Comune respinge l’istanza, raccomandata prot. 14420 del
28/11/1994, diffida a non dar corso ai lavori e a ottemperare
l’ordinanza di abbattimento mai eseguita già richiesto alla
società CTI con prot. 4927 del 28/03/1991. 1999
Con l’ordinanza comunale n. 257 del 1999 si dichiara improcedibile
l’istanza di condono edilizio e nuovamente si ordina all’Acantos
srl (Immobiliare e Finanziaria a r.l. con sede in Roma via di Villa
Ruffo n. 21 amministratore Matteo Codiposti) la demolizione di tutte
e quattro le strutture edilizie denominate A-B-C-D per una superficie
complessiva di mq 1.780, con l’acquisizione ai sensi dell’art. 18
della legge n. 47/1985 al patrimonio disponibile del comune di San
Felice Circeo dell’intero lotto di terreno distinto in catasto dal
foglio n. 36 particella 16 di mq 26.410 oltre alla particella 103 di
mq 580. 2000
Il Comune di San Felice Circeo procede alla demolizione di 7 delle
ville in costruzione. Dal verbale del 10/02/2000 redatto dal
responsabile del settore urbanistico del comune di San Felice Circeo
risulta che la società Acantos non ha provveduto a demolire le
quattro strutture edilizie denominate A-B-C-D come stabilito
nell’ordinanza n. 257 del 20/12/1999. L’Acantos deposita un
ricorso al Tar del Lazio sede di Roma il 07/03/2000 reg. gen.
3823/2000 contro il Comune per l’annullamento dell’ordinanza
257/1999. Il Tar del Lazio, con ordinanza cautelare n. 2682 del
30/03/2000 accoglie la domanda di sospensione cautelare per la misura
demolitoria e acquisitiva, con il divieto in ogni caso di
espletamento di qualsiasi attività edilizia senza la prescritta
autorizzazione di legge, limitatamente alla parte dell’atto
impugnato in cui è disposta la misura demolitoria e acquisitiva.
Trasferisce quindi, con decreto n. 62 del 12/05/2000 la competenza al
Tar di Latina, registro di Latina n. 728/2000 in data 29/5/2000.
2004
con Determinazione n.83 del 22/12/2004, il Responsabile del Settore
Urbanistica e Tutela Ambientale di San Felice Circeo impegnava la
somma di € 55.000,00 IVA compresa IVA compresa sul Capitolo 3298,
codice di bilancio 2.09.01.10 avente per oggetto “spese
anticipazione per interventi di demolizione di opere abusive” per
effettuare la gara d’appalto per la demolizione delle costruzioni
abusive;
2007
con
Determinazione n.59 del 03/05/2007, il Responsabile del Settore
Urbanistica e Tutela Ambientale del comune di San Felice Circeo
impegnava un’ulteriore somma di € 50.000,00 IVA compresa sul
Capitolo 1116, codice di bilancio 1.09.01.08 avente per oggetto
“spese anticipazione per interventi di demolizione di opere
abusive” per effettuare la gara d’appalto per la demolizione
delle costruzioni abusive.
2008
con
Determinazione n.55 del 27/05/2008, il Responsabile del Settore
Urbanistica e Tutela Ambientale del comune di San Felice Circeo
impegnava aggiudicava l´appalto dei lavori di demolizione
costruzioni abusive, alla ditta Muccitelli Paolo con sede in –
03037- Pontecorvo (Fr) Via Tordoni s.n.c., Partita I.V.A. n.
00323420604, al prezzo netto di €. 44.275,23, oltre a €. 2.500,00
+IVA 20% quali oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d’asta
e provvedeva a Sub-Impegnare a favore della stessa ditta la somma di
€.56.130,28 (euro cinquantacinquemilaseicentotrenta/28) IVA 20%
compresa e oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d’asta,
nel modo seguente: quanto a €.55.000,00 sul Capitolo 3298 Codice
Bilancio 2.09.01.10, avente per oggetto “spese anticipazione per
interventi di demolizione di opere abusive” di cui alla propria
Determinazione n.83 del 22/12/2004, dall’impegno nr.2524 del
31/12/2004 e quindi determinare il sub-impegno nr.2524.1. quanto a
€.1.130,28 sul Capitolo 1116 Codice Bilancio 1.09.01.08, avente per
oggetto “spese anticipazione per interventi di demolizione di opere
abusive” di cui alla propria Determinazione n.59 del 03.05.2007,
dall’impegno nr.2136 del 19.05.2007 e quindi determinare il
sub-impegno nr.2136.3. Con contratto n.1568 di Rep. del 25/06/2008,
registrato presso l’ufficio delle Entrate di Latina in data
09/07/2008 al n.200 serie 1^, sono stati appaltati alla ditta
Muccitelli Paolo con sede in – 03037- Pontecorvo (Fr) Via Tordoni
s.n.c., Partita I.V.A. n. 00323420604, i lavori per la demolizione
delle costruzioni abusive nel Comune di San Felice Circeo, al prezzo
netto di €. 44.275,23, oltre a €. 2.500,00 +IVA 20% quali oneri
per la sicurezza non soggetti a ribasso d’asta;
2010
Il Tar Lazio (sezione staccata di Latina), con decreto 1759 del
9/8/2010 dichiara “perento” (decaduto) il ricorso proposto
dall’Acantos contro il Comune di San Felice Circeo. 2011
Con la direttiva 8066/2011 la giunta comunale affida al responsabile
del settore urbanistica e pianificazione del territorio l’adempimento
delle precedenti ordinanze rimaste inevase. Con prot. 7680 del
24/03/2011 è stato comunicato alla società Acantos che il giorno 29
marzo 2011 si disponeva sopralluogo per la immissione in possesso. Il
verbale del sopralluogo n. 7934 del 29/3/2011 il comune di San Felice
Circeo ha proceduto alla ripresa dei lavori di immissione in
possesso, acquisizione e demolizione dei beni della società Acantos
distinti in catasto dal foglio n. 36 particelle 626 (mq 16.609) e 627
(mq 9.801) per un totale di circa mq 26.410, le particelle 626 e 627
derivano dal frazionamento della particella 16. Sono seguite
verifiche effettuate anche dalla polizia locale che hanno portato
alla determinazione n.195/2011 con cui si provvedeva all’acquisizione
a favore del Comune di tutte le strutture edilizie abusive e delle
aree a queste relative. Con
Direttiva prot. 8066 del 31/03/2011 la Giunta Municipale ha disposto
“che la responsabilità del procedimento di cui all’Ordinanza
n.257 del 20/12/1999, di improcedibilità della domanda di condono
edilizio prot. n.20839 del 29/12/1986 della “Soc. Acantos S.r.l.”
e le conseguenti procedure di acquisizione della proprietà e della
demolizione degli immobili abusivi ivi presenti, venga affidata al
Responsabile del Settore Urbanistica e Pianificazione del Territorio,
Ingegnere Domenico Matacchioni.” Con
determinazione n. 195 del 6/4/2011 il comune di San Felice Circeo ha
provveduto all’acquisizione e alla trascrizione presso la
conservatoria dei registri immobiliari di Latina delle strutture
edilizie C-D nella particella 626 e dei terreni particelle 626 e 627.
Con la
nota prot. 13668 del 06/06/2011 e prot.20331 del 05/09/2011 con la
quale il R.U.P. e Responsabile del Settore Pianificazione Urbanistica
e Programmazione del Territorio ha comunicato al sig. Sindaco, alla
Direzione Ente Parco Nazionale del Circeo e al Corpo Forestale dello
Stato, Comando Stazione di Sabaudia, che: “Le suddette procedure
prevedono anche la possibilità di effettuare la dichiarazione di
esistenza di prevalenti interessi pubblici da parte del Consiglio
Comunale e/o da parte dell’Ente Parco Nazionale del Circeo, per
opere abusive ove ne ricorrano i presupposti. Nel qual caso pregasi
comunicare allo scrivente ufficio indicazioni in merito. In caso di
mancata comunicazione di cui sopra nel termine di giorni 20 (venti),
questi uffici procederanno alla gara d’appalto per la demolizione
delle Strutture edilizie denominate C-D, ricadenti nella particella
626 foglio 36, non ultimate ma eseguite parzialmente al rustico con
pilastri e travi in c.a. e solai in latero-cemento di cui
all’Ordinanza del Responsabile del Settore Urbanistica n. 257 del
20/12/1999, a mezzo di apposita ditta esterna attrezzata.” Visto
che
in merito alle note prot. 13668 del 06/06/2011 e prot.20331 del
05/09/2011, alla data del 10/10/2011, non risultano pervenute agli
atti di questo Settore Pianificazione Urbanistica e Programmazione
del Territorio richieste di esistenza di prevalenti interessi
pubblici. E’
stata poi disposta la demolizione delle strutture edilizie, con
provvedimento n. 20328 del 05 settembre 2011 e prot. 22930 del
4/10/2011 con demolizione e trasporto a rifiuto delle strutture
edilizie denominate C-D per il giorno 19/10/2011. Con
nota prot. 20763 del 12/09/2011 il Responsabile del Settore
Urbanistica e Programmazione del Territorio ha inoltrato richiesta di
finanziamento per i lavori di demolizione delle opere in questione
alla Regione Lazio, Al Ministero dell’Ambiente e all’Ente Parco
Nazionale del Circeo. Con
il verbale di demolizione n. 1 del 19/10/2011 si certifica che non è
stato possibile procedere al taglio del lucchetto di chiusura del
cancello e alle operazioni di taglio e potatura della vegetazione
presente sulla rampa di accesso alle strutture da demolire. Con
provvedimento n. 24637 del 21/10/2011 il comune di San Felice Circeo
rinvia le operazioni di demolizione a data da destinare. Con
disposizione prot. 23613 del 11/10/2012 viene disposta la demolizione
e il trasporto a rifiuto delle strutture edilizie denominate C-D.
L’inizio dei lavori di apertura del cancello d’accesso al lotto e
del taglio della vegetazione lungo l’intera fascia del percorso di
accesso agli immobili da demolire viene fissato a partire dal 23
ottobre 2012 alle ore 9 con mezzi e operai dei servizi tecnologici
della cooperativa SF Circeo SCS ARL Onlus. L’inizio dei lavori di
demolizione e trasporto a rifiuto e ripristino dello stato dei luoghi
dovrà avere inizio il 30/10/2012 dalla ditta Muccitelli Paolo.
Secondo il Ministero dell’ambiente: Il Comune e il Parco nazionale
hanno verificato l’eventuale interesse pubblico a salvare alcune
strutture abusive mentre il Parco autorizzava gli interventi sulla
vegetazione necessari all’apertura del cantiere per la demolizione.
Il Parco inoltre ha messo a disposizione 250mila euro, provenienti da
un fondo del Ministero dell’Ambiente per la repressione
dell’abusivismo edilizio nei Parchi Nazionali. 2012 Il Parco
Nazionale concorda con il Comune l’importo di € 176.462 per
l’esecuzione dell’abbattimento. Sulla base di questo il Comune
provvedeva nei termini di legge alla selezione della ditta poi
incaricata per l’esecuzione dei lavori.
Secondo
la rassegna stampa del 31/10/2012 il 30 ottobre 2012 sarebbe stato
demolito l’ecomostro, gli scheletri: Sono
state demolite oggi a Quarto Caldo, nel cuore del Parco nazionale del
Circeo, dieci ville abusive pari a una superficie di oltre 2000 metri
quadri. Lo smantellamento è stato effettuato - con il contributo del
ministero dell’Ambiente - dal Comune di San Felice Circeo insieme
con il Parco. “Finalmente il Circeo – afferma il ministro
dell’Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di
cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio
il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il
commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano
Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica”.
Le
dichiarazioni di entusiasmo di demolizione effettuata vengono
attribuite al Ministro dell’Ambiente, dal Presidente del parco
nazionale del Circeo, all’assessore all’urbanistica della regione
Lazio e dell’assessore Aldo Forte (servizi sociali) entrambi
espressione udc Ciocchetti, al sindaco di San Felice Circeo Petrucci,
al presidente regionale di Legambiente Parlati, al responsabile del
circolo di Sabaudia Marco Omizzolo.
Considerato
che è stata demolita (parzialmente) solo una delle villette da
demolire e che non risulta smaltito completamente il materiale
derivante dalla demolizione, che le strutture non sono messe in
sicurezza (ci sono dei fori sulla recinzione per eventuali accessi) e
che potrebbero crollare o avere cedimenti, che non si ha notizia se e
quando riprenderanno i lavori.
E’
evidente che la demolizione solo di 1 delle 10 strutture non
giustifica l’importo stanziato per la demolizione (e il ripristino)
dei luoghi, considerato che non è stato nemmeno avviato il
ripristino dei luoghi dell’unica villetta demolita parzialmente.
Non ci sono notizie riguardo al pagamento anche parziale dell’importo
contrattuale e alla liquidazione di eventuali fatture, emissione di
stati di avanzamento lavori. Resta misterioso il motivo per il quale
si è voluto celebrare l’inizio dei lavori di demolizione, in pompa
magna, con giornali e tv sia locali che nazionali (compresi
Repubblica e Corriere della Sera, TG1, TG5), con spiegazione di
persone anche di Legambiente, con numerose personalità e istituzioni
e tutto sembra rimasto fermo a quel 30 ottobre 2012. A chi spetta
sollecitare e verificare lo stato dei lavori? A chi la verifica e la
liquidazione della contabilità? A chi la sorveglianza e la messa in
sicurezza?
1 commento:
Come al solito verdi e ambientalisti all'atto dei fatti fanno pessime figure. La cosa piu' vergognosa e' come al solito la travisanzione completa della verita'. Dopo che il comune del Circeo autorizzava negli anni '70 numerose costruzioni nella zona di Quarto Caldo, per poi ritirarle a lavori iniziati o quasi finiti, permettendosi il lusso di chiamarli "abusivi", chi ha ricorso alla giustizia per avere giustizia vede dopo anni e anni di cause demolite le proprie costruzioni, chi invece finiva abusivamente adesso si ritrova ville del valore di milioni di euro belle che complete. Alcuni di questi hanno fatto piscine e magari hanno anche venduto le proprietà, ricavandoci utili considerevoli. E' almeno curioso che tra uno scheletro e l'altro nella zona del Quarto Caldo ci siano ville complete da decenni. Questo e' il solito modo all'italiana di fare le cose per cui i piu' furbi o piu' ambientalisti attraverso amici e amichetti fanno il loro comodo. Non credete a tutte le cose che spara il Parco e Legambiente, andate a fondo e scoprirete come questi signori sono collusi con aziende edili per i loro interessi personali. Basta con i finiti ambientalisti, rassegnate le dimissioni e andatevene a casa.
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