venerdì 19 aprile 2013

Francia,dipendente licenziato da Veolia perché non tagliava l'acqua ai poveri

La Repubblica, Venerdì 19 Aprile 2013

L'impiegato si rifiutava di staccare la fornitura a chi era "incapace di pagare. Per me era una questione morale". Per l'azienda, invece, il suo comportamento destabilizzava l'organizzazione del lavoro

dal nostro corrispondente GIAMPIERO MARTINOTTI

PARIGI - Licenziato perché non tagliava l'acqua alle famiglie più povere, che non riuscivano a pagare le bollette. E' successo a un uomo di 48 anni, Marc, da vent'anni dipendente di Veolia ad Avignone. All'inizio del mese è stato licenziato e del suo caso si dovranno occupare i Prud'hommes, giudici civili eletti da imprenditori e lavoratori, chiamati in prima istanza a risolvere i conflitti individuali nelle aziende.

Secondo la versione dell'interessato, Veolia lo ha messo alla porta nonostante la sua richiesta di essere trasferito a un altro incarico. Da sette anni, l'uomo rifiutava di tagliare l'acqua a famiglie che riteneva non semplicemente in mora, ma incapaci di pagare: "Cercavo di trovare delle soluzioni con loro. Li dirigevo, per esempio, verso degli assistenti sociali oppure cercavamo di stabilire una rateazione del pagamento". Tagliare l'acqua era impossibile per lui: "Non sono stato formato per intervenire in situazioni del genere", cioè ad affrontare uomini e donne che invocano la loro povertà per spiegare il mancato pagamento. "Per me era una questione morale". In sette anni, un migliaio di famiglie avrebbe evitato grazie a lui di non avere più acqua in casa.

La versione dell'azienda è ovviamente diversa. Con il suo comportamento, dicono, destabilizzava l'organizzazione del lavoro, perché altri agenti dovevano essere mandati sul posto per tagliare l'acqua. E questo sarebbe il motivo del licenziamento. Ma Veolia contesta versione del dipendente licenziato. Il direttore regionale, Bruno Chalon, insiste sulla differenza tra famiglie in difficoltà e cattivi pagatori: "Sono operazioni effettuate con persone messe in mora, non riguardano le persone che dipendono dagli aiuti sociali, i quali sono contattati dagli assitenti sociali in modo da stabilire degli scadenzari e mettere in pratica dei meccanismi di aiuto". Per i sindacalisti, invece, le cose sono meno semplici: "Bisogna che la gente faccia certe pratiche amministrative. Ma spesso quelle famiglie sono in un tale stato di disperazione che non ci pensano". Un caso analogo a quello dell'esattore dell'acqua era stato segnalato un anno fa per un impiegato del gas.
 

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