domenica 21 aprile 2013
Napolitano una rielezione ridicola, soluzione pasticciata e all'italiana
Una rielezione ridicola di Giorgio Napolitano
Alla vigilia della conclusione del mio
mandato voglio sottolineare come
la conclusione corrisponda pienamente
alla concezione che i padri costituenti
ebbero della figura del presidente della
Repubblica. Il già lungo settennato al
Quirinale corrisponde bene alla continuità
delle nostre Istituzioni ed anche
alla legge del succedersi delle generazioni
(7 marzo 2013).
L’ho già detto tante volte. Non credo che
sarebbe onesto dire “state tranquilli io
posso fare il capo dello Stato fino a 95
anni”. Sia perché sono convinto che i
padri costituenti concepirono il ruolo
del presidente della Repubblica sulla
misura dei sette anni, infatti non è un
caso che nessun presidente della Repubblica
abbia fatto un secondo mandato,
e sia perché ci sono fattori di età e
limitazioni dal punto di vista funzionale
crescenti (1 marzo 2013).
Dopo sette anni sto finendo il mio mandato
in un modo surreale, trovandomi
oggetto di assurde reazioni di sospetto e
dietrologie incomprensibili, tra il geniale
e il demente (2 marzo 2013).
A 88 anni gli straordinari non sono ammessi.
Sto per concludere il mio mandato
questo è probabilmente l’ultimo
atto pubblico che compio e sono felice
che sia questo a Sant’Anna di Stazzema
(24 marzo 2013).
La mia rielezione sarebbe una non soluzione
perché ora ci vuole il coraggio di
fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe
sbagliato fare marcia indietro, sarebbe
ai limiti del ridicolo. Tutto quello
che avevo da dare ho dato. Niente soluzioni
pasticciate e all’italiana (14 aprile
2013) Il fatto quotidiano 21 aprile 2013
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