sabato 2 marzo 2013

Acqualatina e i sindaci alle prese con le «prove» sulle quote Groviglio capitale

Acqualatina e i sindaci alle prese con le «prove» sulle quote Groviglio capitale Tutte le contestazioni relative alle azioni della società Il comitato civico: solo ora si chiedono delucidazioni, mancano gli atti dei consigli comunali e i sindaci non hanno mai controllato QUELLO che i singoli Comuni dovrebbero rispondere alla Procura regionale presso la Corte dei Conti n el l’ambito dell’i nd ag in e sulla capitalizzazione di Acqualatina lo afferma già il comitato acqua pubblica in una nota. «Si è trattato di un groviglio magicamente sfuggito a tutti i controllori», così scrive il presidente del comitato, Alberto De Monaco in una nota. «Solo adesso - scrive De Monaco - gli organi di controllo mettono sotto indagine i Comuni e chiedono delucidazioni sulle irregolarità nella frettolosa costituzione di Acqualatina. Solo adesso si chiede con quali atti di consiglio comunale è stato deliberato di aderire alla costituzione della società e in che modo si è stabilita la quota parte di capitale da acquistare (sia quello iniziale che quello delle successive capitalizzazioni). Prima della costituzione di Acqualatina spa del 25/7/2002 nessun Comune ha mai deliberato tali atti». Successivamente ci sono state comunque due ricapitalizzazioni e per nessuna esistono delibere consiliari che autorizzino la sottoscrizione di quote societarie. Si tratta in fondo del punto più spinoso perché in realtà ciascun Comune socio non solo avrebbe dovuto ottenere la regolare autorizzazione dal Consiglio ma avrebbe altresì dovuto imputare al bilancio la quota di partecipazione alla spa delle acque. In questo momento più che un’indagine vera e propria è in corso la ricostruzione dell’iter che ha portato 38 Comuni a diventare soci di una partecipata per le acque. Dalla documentazione disponibile e depositata presso l’Autorità d’Ambito risulta che le quote sono state pagate con anticipazione dalla Provincia la quale ha assunto un mutuo, previa garanzia dei sindaci che essi avrebbero restituito i soldi attingendo da quelli che la stessa società Acqualatina doveva loro in forma di canoni per le reti e gli impianti esistenti prima della nascita della società. Ed è esattamente questo giro di denaro che induce il comitato a parlare di groviglio. In fondo chi doveva controllare che la ca pit aliz zazione originaria e le successive ricapitalizzazioni fossero fatte in modo legittimo? La conferenza dei sindaci. Cioè i co ntr ollo ri erano esattamente gli stessi soggetti che doveva eseguire la legge. Si comprende facilmente come sia stato possibile in dieci anni evitare qualunque serio controllo. Adesso appare scontato che gli stessi sindaci si stiano preparando ad offrire una qualche giustificazione circa i tasselli mancanti e in specie l’a ssen za di delibere consiliari. Ma prima sarà necessario che tutti gli uffici interpellati dalla Procura regionale rispondano ai quesiti formulati con una lettera specifica circa un mese fa. http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=7d13ac89f8d6289f3bab4017370bba90

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