mercoledì 20 marzo 2013
mare di Sabaudia vittima dell'erosione della duna
Il litorale
di Sabaudia
resta nel limbo
Nel cassetto le proposte del Sib
L’INCHIESTA che sta interessando i balneari a San
Felice Circeo lascia con il
fiato sospeso anche Sabaudia. Non perchè la situazione chioschi sia simile, visto
che gli operatori smontano
regolarmente alla fine
dell’estate. Quello che però
resta decisamente interpretabile è il Pua. Uno strumento che non viene adeguato da molti anni, con il
risultato che spesso vengono violate anche quelle che
dovrebbero essere norme
certe. Nei giorni scorsi, i
rappresentati di Ascom e
Sib avevano chiesto al
commissario straordinario
la dottoressa Erminia Ocello di mettere mano al più
presto alla revisione del
Pua. In questo senso erano
state presentate anche delle
proposte in cui si chiedeva,
tra l’altro di adottare quanto prima il regolamento regionale numero 11 del 15
luglio 2009, quello per la
disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione
delle aree demaniali marittime per finalità turisticoricreative e classificazione
degli stabilimenti balneari.
Il tempo corre e a fine
maggio si si andrà nuovamente al voto, seguirà l’in -
sediamento della nuova
amministrazione insomma
tra una cosa e l’altra si
arriverà a giugno con un bel
nulla di fatto. Oltre alle
proposte di Ascom e Sib
esiste un dossier, inviato
già due anni fa anche alla
Procura ed al Parco
dall’esponente del Partito
Democratico Amedeo
Bianchi in cui venivano segnalate non poche anomalie rispetto alla «gestione»
del lungomare di Sabaudia.
Una fra tutte la presunta
cessione delle concessioni.
«In parole povere - scriveva
Bianchi - per aggirare il
problema dell’inalienabili -
tà delle autorizzazioni, i titolari delle stesse hanno costituito delle società a r.l. o
cooperative ed hanno poi
provveduto alla cessione
delle quote societarie ad
altri privati o ai figli privando così l’amministrazione
comunale degli introiti derivanti da un bando pubblico previsto in caso di rinuncia all’autorizzazione. Almeno 4 chioschi hanno
cambiato titolare prima
della stesura del Pua, mentre almeno un paio dopo
l’approvazione dello stesso». Nel dossier anche la
realizzazione di spiagge libera attrezzate non previste
dal Pua, l’assegnazione di
chioschi senza bando insomma tutte circostanze
dovute alle «disattenzioni»
del Comune per cui si potrebbe ipotizzare il danno
erariale. Ed ora che il litorale di San Felice Circeo è
sotto la lente della Procura,
il contenuto dell’e sposto
presentato da Bianchi ritorna chissà come ad essere
attuale. Se poi ci aggiungiamo il silenzio assordante
rispetto al problema erosione allora il quadro si complica ulteriormente. Ma
questa è un’altra storia.
M.S.G. http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=941d1eabd9f43bd64a5b8048762f889b
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