giovedì 24 aprile 2025

Il Fatto di domani. L'ultimo saluto a Francesco dagli indigenti. Caso Becciu, il Vaticano: "Ne parleremo dopo il funerale". Guerra Russia-Ucraina, Mosca bombarda Kiev: 12 morti. E Trump scrive: "Putin, stop!"

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-24-aprile-2025/

La giornata in cinque minuti

PAPA FRANCESCO, L’ULTIMO OMAGGIO SARÀ DA PARTE DI UN GRUPPO DI INDIGENTI. BRUNI, PORTAVOCE DELLA SANTA SEDE SUL CASO BECCIU: “DI CONCLAVE SI PARLERÀ DOPO IL FUNERALE”. Sarà un gruppo di poveri e bisognosi a rendere l’ultimo omaggio a Papa Francesco. “I poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio. Così anche nel cuore e nel Magistero del Santo Padre, che aveva scelto il nome Francesco per mai dimenticarsi di loro. Per questo motivo, un gruppo di poveri e bisognosi sarà presente sui gradini che portano alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore per rendere l’ultimo omaggio a Papa Francesco prima della tumulazione del feretro”, scrive il Vaticano. Altre informazioni sono state fornite stamane da Matteo Bruni, portavoce della Santa Sede: la tomba del Papa nella Basilica di S. Maria Maggiore sarà visitabile da domenica mattina e ci sarà la diretta tv del passaggio del feretro da San Pietro a S. Maria Maggiore; la tumulazione non avrà copertura mediatica e resterà “un momento riservato”. Bruni ha invece glissato sul caso Becciu, il cardinale che, nonostante il suo allontanamento deciso dallo stesso Bergoglio, in questi giorni rivendica un posto nel conclave che dovrà decidere chi sarà il successore di Francesco. “Di Conclave si parlerà dopo il funerale del Papa”, ha detto Bruni. Prosegue intanto il saluto dei fedeli (qui gli aggiornamenti in tempo reale): più di 60 mila persone hanno voluto omaggiare Francesco, tanto che la basilica è stata chiusa alle 5 del mattino ed ha riaperto alle 7. Sul Fatto di domani leggerete le ultime di cronaca – dopo le polemiche dei giorni scorsi Israele sarà ai funerali con il suo ambasciatore Yaron Sideman – a che punto sono le quotazioni dei favoriti per ottenere i voti del conclave.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA, MOSCA BOMBARDA KIEV: 12 MORTI E 90 FERITI. TRUMP SCRIVE A PUTIN: “STOP”. ZELENSKY RIBADISCE: “NON CONCEDEREMO LA CRIMEA”. “L’Ucraina fa tutto quello che vogliono gli alleati, ma non può cambiare idea sulla Crimea”. Così il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito il suo ‘no’ al piano americano che prevede la concessione della Crimea alla Russia, e l’acquisizione di fatto delle regioni occupate dal febbraio 2022, anno dell’invasione. Ieri il presidente americano Trump si è scagliato contro il leader ucraino, accusandolo di essere artefice della prosecuzione del conflitto: “Può avere la pace o perdere l’intero Paese”. Nel frattempo la Russia bombarda Kiev: 12 morti e 90 feriti, dispersi due bambini. Londra reagisce. Il governo britannico ha condannato l’attacco aereo della Russia su Kiev parlando di un “bagno di sangue perpetrato da Putin. Queste non sono le azioni di un uomo di pace” ha dichiarato il ministro degli Esteri David Lammy. Anche il presidente francese Macron esorta Trump a “prendersela con Putin”. Quasi ad aver ascoltato l’invito dell’Eliseo, il presidente americano scrive sul social Truth: “Non sono contento degli attacchi russi a Kiev. Non necessari, e in un pessimo momento. Vladimir, STOP! Muoiono 5000 soldati a settimana. Facciamo in modo che l’accordo di pace si concluda!”. Sul giornale di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto nell’Est – secondo Bloomberg gli Stati Uniti vogliono far accettare a Mosca che Kiev abbia il diritto alla difesa e all’industria bellica – e le novità sul fronte del riarmo in Europa, dove la presidente Von der Leyen, nonostante i pareri contrari, intende proseguire con il piano da 800 miliardi.


DAZI, 12 STATI FANNO CAUSA A TRUMP. CINA: “USA CANCELLINO TUTTE LE MISURE UNILATERALI”. IL TYCOON: “I PREZZI STANNO SCENDENDO”. Dopo la California, altri 12 stati americani fanno causa a Donald Trump per i dazi sulle merci importate. Ad impugnare le decisioni del presidente sono i procuratori generali di Arizona, Colorado, Connecticut, Delaware, Maine, Minnesota, Nevada, New Mexico, Vermont, New York, Illinois e Oregon. Tranne Nevada e Vermont (governati dal Partito repubblicano) gli altri fanno riferimento al Partito democratico. I 12 stati contestano il diritto della Casa Bianca di “imporre tariffe arbitrariamente”. Dunque chiedono alla Corte Suprema di impedirne l’applicazione. Trump ha imposto i dazi appellandosi all’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA): la norma si applica in risposta a minacce insolite e straordinarie. Ma “nessun altro presidente ha imposto dazi doganali sulla base dell’esistenza di una situazione d’emergenza nazionale”, recita l’azione legale. Anche la Cina spinge Trump a tornare sui suoi passi. Secondo il portavoce del ministero del Commercio He Yadong, gli Usa “dovrebbero annullare completamente tutte le misure tariffarie unilaterali contro la Cina e trovare un modo per risolvere le divergenze attraverso un dialogo paritario”. Quindi l’invito a “cancellare completamente tutte le misure unilaterali”, perché l’aumento delle tariffe “è stato avviato dagli Stati Uniti”. Il tycoon mostra l’intenzione di tirare dritto: “I prezzi della benzina e dei prodotti alimentari sono molto scesi, proprio come io avevo detto che sarebbe successo” ha scritto Trump sul suo social Truth. Sul Fatto di domani i nuovi sviluppi nella partita globale sui dazi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

25 aprile e polemiche: cortei vietati, regione Lombardia “smemorata”. L’invito del ministro Musumeci ad una celebrazione “sobria” dell’80° anniversario della liberazione dal nazifascismo sembra aver ottenuto alcuni effetti. A Gennazzano, in provincia di Roma, è stato vietato il corteo. A Cinisello Balsamo sono stati cancellati i comizi. E Pierfrancesco Majorino, il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, denuncia: chi è alla guida dell’ente locale “si è dimenticato dell’anniversario della liberazione. La Regione non ha programmato nulla”.

Gaza, nella nuova bozza di accordo per la tregua: ritiro dell’Idf dalla Striscia, Hamas depone le armi ma non le consegna, i suoi leader in esilio in Algeria. Nuove proposte sono state presentate al Cairo dai mediatori egiziani e qatarioti ai negoziatori israeliani e di Hamas. Per giungere ad una tregua si chiede allo Stato ebraico il ritiro dell’esercito da Gaza, in cambio dell’impegno dei fondamentalisti islamici di deporre le armi, senza però consegnarle. Tra i punti ancora da chiarire, la richiesta di Hamas che Israele restituisca il corpo di Yahya Al Sinwar, il leader dell’ala militare ucciso a Gaza l’anno scorso. Di contro, Israele propone che i funzionari di Hamas lascino Gaza e vivano in esilio in Algeria

Modena, strage familiare: tre morti. I cadaveri di tre persone, i due anziani genitori e il figlio, sono stati trovati in mattinata dentro il loro appartamento da un parente, preoccupato di non aver avuto loro notizie. La prima ipotesi indica un omicidio-suicidio. La donna era malata da tempo e il figlio era costretto dalla disabilità sulla sedia a rotelle. Gian Carlo Salsi, 83 anni, il capofamiglia, avrebbe ucciso i parenti – Claudia Santunione, 79 anni e il figlio Stefano di 48 – e si sarebbe tolto la vita.

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