significativi fenomeni illeciti e situazioni critiche tratto da tratto da Doc. XXIII
N. 32 COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI
provincia di LATINA
“La provincia di Latina, sta
assumendo, negli ultimi anni, un ruolo sempre più significativo in
ordine ad alcune criticità di carattere ambientale, data anche la
sua posizione geografica, tra i territori della provincia di Roma e
la regione Campania.
Le forze di polizia pongono sotto
attento esame, periodicamente, aziende che svolgono attività di
rottamazione, di veicoli e parti di essi; alcuni di questi controlli
sono sfociati in denunce all'Autorità giudiziaria per reati
ambientali, in particolare per gestione illecita di rifiuti, ex
articolo 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (testo unico
ambientale). In diverse occasioni, a partire in particolare dal 2016,
numerosi controlli che hanno condotto a segnalazioni all'A.G., sono
confluiti nel cosiddetto sistema delle prescrizioni, ovverossia la
procedura […] introdotta con la Legge n. 68/2015 in materia di
delitti contro l'ambiente.
Un altro settore, nel campo dei
rifiuti, che vede una capillare attenzione da parte delle forze di
polizia impegnate nella tutela ambientale, è quello dello
smaltimento/trattamento di rifiuti solidi urbani, e soprattutto il
cd. compost, risultato della bio-ossidazione e dell'umificazione di
materie organiche.
Le aziende che operano in tale
settore non sono particolarmente numerose in provincia. Per alcune di
esse sono state riscontrate notevoli criticità nel trattamento dei
rifiuti organici; si sono svolte numerose attività di controllo sia
di carattere investigativo, sia con reiterati accessi alle aziende,
collaborazioni con Enti terzi, quali ARPA, e unità di supporto
specialistiche nelle indagini scientifiche. Attualmente è
incardinato, oltre ad altri procedimenti penali presso la procura di
Latina, anche un procedimento penale, presso la Direzione
distrettuale antimafia di Roma, con ipotesi di reato di attività
organizzata di traffico illecito di rifiuti disciplinato
dall'articolo 260 decreto legislativo n. 152 del 2006 (p.p.
3940/2014).
Nel gennaio [2017] la D.D.A. di Roma
ha ipotizzato un traffico organizzato di rifiuti in cui sarebbero
coinvolte diverse aziende di trattamento, che conferivano rifiuti
pericolosi in una discarica di Frosinone nella quale potevano invece
essere smaltiti solo rifiuti non pericolosi. Le investigazioni,
supportate da una cospicua attività tecnica, hanno coinvolto aziende
operanti nelle province di Frosinone, Roma e Latina. In questa
provincia le aziende coinvolte sono state la Centro Servizi
Ambientali (CSA) S.r.l. di Castelforte e la Refecta S.r.l. di
Cisterna di Latina, entrambe operanti nel trattamento dei rifiuti, le
quali, nel biennio 2014-15, avrebbero conferito ad una azienda di
Frosinone significativi quantitativi di rifiuti pericolosi
declassificandoli in non pericolosi, con la complicità di diversi
laboratori di analisi chimica.
Anche nell'attività di recupero di
rifiuti si assiste al proliferare di aziende che operano in regime di
cd. procedura semplificata (articoli 214-216 decreto legislativo n.
152 del 2006). Al riguardo le forze di polizia hanno evidenziato che,
sulla base di diversi monitoraggi e successive ricognizioni, sono
emerse, per questa tipologia di aziende, diffuse criticità sotto il
profilo dell’osservanza delle disposizioni ambientali. In
particolare si assiste ad un significativo incremento sul territorio
provinciale di aziende che trattano i rifiuti, o che hanno chiesto le
autorizzazioni di rito per impiantarne di nuove, talvolta con
capacità di lavorazione superiori alle attuali esigenze della
provincia, segno evidente che il territorio viene individuato, a
torto o a ragione, potenzialmente caratterizzato da possibili
sviluppi in questo specifico settore.
Nel territorio provinciale insistono
altresì aziende che trattano rifiuti di apparecchiature elettriche
ed elettroniche (RAEE). Le attività di controllo hanno riguardato
sia i soggetti che, nell’ambito della raccolta e trasporto di tali
rifiuti, non rispettano la normativa di settore, con contestazioni di
gestione illecita oltre che di numerose fattispecie di violazioni
amministrative (specie i distributori al dettaglio, anche comunque
importanti centri di elettronica di rilevanza nazionale) sia una
ricognizione dei centri di raccolta comunali, i quali, spesso
attraverso le aziende municipalizzate, effettuano la raccolta di
rifiuti elettrici ed elettronici domestici, sia dai privati che dalle
ditte, per poi destinarle a recupero o smaltimento, attraverso
convenzioni con sistemi collettivi (cd. consorzi).
Altro fenomeno segnalato dalle forze
di polizia di tutela ambientale è quello relativo al traffico
illecito di rifiuti transfrontaliero. In particolare, in molti casi
intermediari o aziende, spesso riconducibili a brokers
di nazionalità estera, per eludere gli adempimenti necessari a
dimostrare la tracciabilità del rifiuto e i conseguenti controlli
ambientali, attestano che lo stesso sia un bene usato, destinato
all'esportazione in paesi in via di sviluppo. Al riguardo, è stata
intensificata la collaborazione con l'Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli, per eventuali transiti di carichi sospetti dal porto di
Gaeta”1.
Le polizia giudiziarie stanno
altresì conducendo indagini che traggono origine da episodi
qualificabili come intimidatori di operatori del settore2.
Dal canto suo, il Questore di
Latina, nella audizione del 21 febbraio 2017, aggiungeva che "bisogna
capire che l'area del nord della provincia, quella che si sviluppa
tra Borgo San Michele e soprattutto Borgo Montello, ha una vocazione
storica per l'interramento dei rifiuti. L'area si chiama ‘Le
ferriere’ perché fin dal XVII secolo c'era un'attività di
escavazione, quindi sono vere e proprie cave (la località che oggi
si chiama Borgo Montello era la vecchia conca) per estrarre il ferro;
con il passare dei secoli si sono formate delle conche naturali,
delle cave che sembravano quasi invitare chi volesse fare affari. C'è
anche una situazione geologica particolare: quest'area appartiene ad
un'area di terra emersa dove per secoli intorno c'era la palude, che
è un terreno che ha forti infiltrazioni di falde acquifere, quindi
poco si presta allo stoccaggio dei rifiuti. Tenete presente che,
essendo palude, era disabitata, mentre questa è l'unica area emersa
ed è destinata alla produzione vinicola. Gli interessi della camorra
nella zona sono essenzialmente dovuti ad alcune dichiarazioni che
abbiamo riscontrato nell'attività di polizia giudiziaria dovuta a
collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi".3
Sotto il profilo più specificamente
giudiziario, il procuratore della Repubblica di Latina, Andrea De
Gasperis, nella audizione del 21 febbraio 2017, oltre alla vicenda
della discarica di Borgo Montello, ha evidenziato la presenza di
alcune discariche abusive risalenti nel tempo e in fase di bonifica,
precisando che "praticamente la maggioranza dei reati ambientali
sono reati «di ordinaria contravvenzione», di ordinaria
amministrazione, che si definiscono in via amministrativa, perché i
responsabili risanano […] Vicende di pubblica amministrazione e
inquinamento non ce ne sono".
1Le
forze di polizia territoriali e la Capitaneria di Porto nel biennio
2015-2016 hanno effettuato, complessivamente, 2079 controlli. Le
comunicazioni di notizie di reato sono state nello stesso periodo
150 e le sanzioni amministrative 103. L'ARPA Lazio ha eseguito, nel
biennio, 212 controlli, di cui 193 ai depuratori e 19 ad aziende che
svolgono attività di trattamento/smaltimento dei rifiuti.
2Su
questi episodi v. § 7.6
3Dei
problemi storici della discarica di Borgo Montello e degli interessi
manifestati dalla
criminalità organizzata si tratterà nel § 7
Nessun commento:
Posta un commento