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Prima Piombino, poi Sesto Fiorentino. Prima di tutto l’inchiesta sulla Toscana del Sud che si intrecciava anche con Banca Etruria. Infine lo scandalo di Livorno, epicentro di un traffico illecito da 200mila tonnellate di monnezza in due anni, che ha stupito pochi. I nomi di varie aziende coinvolte erano già finiti agli onori delle cronache per guai giudiziari, incendi, esposti e ombre nel passato degli amministratori. Circostanze che la politica è rimasta a guardare, con un occhio chiuso e l’altro aperto
di Veronica Ulivieri
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