La sentenza 1964/2017
del 18 maggio 2017 della Corte d'Appello di Venezia, obbliga il
comune di Latina a procedere con il bando pubblico per l’assunzione dei
dipendenti. E’ solo l’ultimo, ennesimo inciampo per l’amministrazione comunale
costretta a cambiare il programma. LBC si era presentata alle elezioni nella
primavera del 2016 con un programma che indicava nell’attuazione del bando
europeo (del Commissario Barbato) la strada per la gestione del ciclo dei
rifiuti. Luglio 2016 il primo ripensamento, il bando va sospeso e chiesto il
parere all’Anac. Ottobre 2016 si garantisce che si può continuare, intanto, con
proroga, la gestione con Latina che non fallirà secondo LBC. Intanto si pensa ad una società con
Formia Rifiuti Zero. Novembre 2016 dopo molte sollecitazioni di opposizioni,
cittadini, organi di informazione finalmente il comune chiede il parere all’Anac.
Latina ambiente fallisce. La maggioranza pensa che comunque si possa procedere
con la società con FRZ. Poi cittadini, opposizione, organi di informazione
fanno notare che il Decreto Madia impedisce la costituzione o partecipazione in
società dopo il fallimento di Latina ambiente. Il comune di Latina annuncia il
bando per incaricare un super esperto. Poi la maggioranza ripete il bando per
un errore. Si assegna l’incarico ma poi si ritira l’incarico, anche il comune
si accorge che per interpretare poche righe di un comma non serve un super
esperto. Intanto la gestione di Latina ambiente continua di deroga in deroga, l’ultima
scade il 31.12.17. La maggioranza cambia
ancora idea e annuncia la società speciale ABC (azienda beni comuni) per la
gestione del ciclo dei rifiuti, anche se in molti continuano a ripetere che
tale scelta non è ammessa, dopo il fallimento di Latina ambiente, per il comune
di Latina. La sentenza della Corte dei Conti di Sicilia sembra confermare l’impossibilità
di ricorrere all’azienda speciale. Il comune va comunque avanti e garantisce
addirittura l’assunzione diretta del personale oggi Latina ambiente. Come
sempre da opposizioni, cittadini, organi di informazione (ma anche dagli stessi
esperti incaricati dal comune) arrivano i dubbi sul passaggio diretto. Il
comune di Latina pensa allora di acquistare il ramo di azienda da Latina
ambiente, che comunque è regolato da specifiche norme e nessuno garantisce che
il comune lo possa fare. Adesso l’ennesima sentenza, appunto, che smentisce
ancora una volta la maggioranza. In mezzo il bando per la scelta del Cda (con
presidente una persona che era stata coinvolta in processi per la gestione dei
rifiuti) e del direttore. Non bastano però a convincere la maggioranza la
scelta del Cda e del direttore, nuovo bando per un super esperto, pare per 60
mila €. Intanto si scopre che lo statuto pagato qualche decina di migliaia di
euro è stato semplicemente copiato…Sembra che l’attuale gestione di Latina
ambiente consenta un risparmio superiore a 100 mila euro mensile, mentre dall’opposizione
si avanzano dubbi sulla convenienza economica di ABC, rispetto al bando,
inferiore di poco, ma senza contare i costi di direttore, Cda e adesso di nuovo
esperto… Mancano 28 giorni a quella che dovrebbe essere la nuova gestione,
senza mezzi e personale. Qualcuno aveva detto, nella scorsa primavera, che i
tempi erano lunghi e si doveva provvedere con scelte temporanee per evitare
interruzioni o emergenze, qualche volta create ad arte nel passato. A questo
punto i rischi che le spese aumentino rispetto ad altre scelte diventano
probabili. Intanto alcuni appuntamenti alle porte. L’11 dicembre l’audizione in
regione Lazio sull’ambiente dove sono nascoste le insidie per vecchie e nuove
discariche, mancate bonifiche, rischio di nuovi impianti e volumi, centrali a
biogas e biomasse. http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/regione-lazio-vi-ccp-proposta-di-legge.html.
Non sappiamo se il comune di Latina conosce l’argomento
e, nel caso, presenterà doverose osservazioni. Dall’invito il comune non è
compreso e tra i comitati ce n’è uno solo che lo rappresenterà. Il 12 dicembre
sarà la volta dell’ennesima udienza per inquinamento delle falde nella
discarica di Borgo Montello. Per fortuna, grazie all’amministrazione Di Giorgi
e all’assessore Pansera, che mantenevano gli impegni presi in materia di
rifiuti, il comune di Latina ci sarà come parte civile. Sarebbe stato opportuno
fare fronte comune affianco ai cittadini penalizzati, gli stessi cittadini che
attendono da 14 mesi, dopo l’incontro con promessa di impegni, lo straccio di
un solo atto in loro favore o un cenno da questa maggioranza.
Gli obiettivi che il comune di Latina dovrebbe perseguire sono
sicuramente: 1. Raccolta differenziata dei rifiuti compresa
tra il 65 e l’80%. 2. Aumentare la qualità della raccolta
differenziata per evitare che una parte di questa finisca comunque nei
Tmb o inceneritori o discariche. 3. Ottenendo gli obiettivi 1. e 2. il comune
(quindi i cittadini) oltre ad ottenere un consistente risparmio per il
conferimento dei rifiuti avrà un contributo importante dai
consorzi obbligatori e/o dai conferitori per il recupero della materia
riciclata. 4. Riuso, recupero, riciclo e riduzione si devono
ottenere con un insieme di modifica del ciclo produttivo, riduzione di
imballaggi, aumento di prodotti che possono essere recuperati, riusati e
riciclati anche favorendo le forniture “alla spina” portando contenitori.
In merito alla situazione disastrosa del comune di Latina (presenza
di 2 discariche esaurite, inquinanti e non bonificate, società del settore
fallite, impianti superati, siti dismessi e inquinati ancora in uso), secondo
me, anziché puntare sugli obiettivi di un comune civile che ha come scopo di
gestione il bene comune, stiamo ancora al chi deve fare cosa. Cioè per dirla
alla Totò: per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?
Analizzando il programma elettorale di LBC obiettivi e
metodi sembrerebbero chiari e in buona parte condivisibili. Gli atti
amministrativi appaiono invece non solo poco coerenti, con scelte, determine,
delibere tra di loro contrastanti, ma anche in contraddizione con lo stesso
vincente programma elettorale. Siamo passati dal bando europeo, alla
sospensione e annullamento parziale dello stesso, dalla società con Formia, al
fallimento di Latina ambiente, dalla ricerca dell’esperto (anzi super
esperto) in grado di interpretare il comma 6 dell’articolo 14 ( http://studiogiorgiolibralato.blogspot.it/2017/01/societa-in-house-per-5-anni-dopo-il.html)
del decreto Madia 19.8.2016 n. 175 (nemmeno fosse scritto in etrusco), ai due
bandi e incarico poi annullato, poi all’azienda speciale, all’assunzione del
personale della fallita Latina ambiente al bando pubblico per
l’assunzione, all’ipotesi dell’acquisto del ramo di azienda. Insomma
dall’azienda pubblica (Latina ambiente) che sembrava l’origine di tutti i
mali ad una nuova azienda pubblica. Il tutto con un parere dell’Anac, in
merito al bando europeo e al suo annullamento, che ha chiarito quello che
logicamente si poteva aspettare chi conosce il settore dei rifiuti e
della pubblica amministrazione.
Quindi ci si chiede, in queste condizioni e con queste premesse, quale
potrebbe essere la scelta migliore e soprattutto, c’è una scelta in questa
situazione? Intanto seguire le indicazioni del parere Anac: https://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/anacdocs/Attivita/Atti/Raccomandazioni/Raccomandazione.non.vinc.29.03.17.pdf
In conclusione, ritenuto che la formulazione del bando e del disciplinare
di gara, oltre che di tutti gli atti ad essa correlati, competa alla esclusiva
discrezionalità tecnica della stazione appaltante, come anche l’esercizio di
attivare il potere di annullamento o di revoca in autotutela, prerogativa della
amministrazione stessa da esercitarsi entro i parametri di legge e in presenza
delle condizioni che ne consentono il ricorso, si deve richiamare l’attenzione
del Comune di Latina a valutare la rimodulazione della lex specialis
di gara al fine di emendare la stessa rimuovendo le criticità evidenziate nel
presente atto,affinché proceda, nel rispetto delle procedure previste
dall’attuale codice dei contratti pubblici approvato con d.lgs. n. 50/2016, ad
affidare il servizio in oggetto con gara europea di evidenza pubblica. Il
ricorso all’in house providing, infatti, costituisce un modulo gestorio dei
servizi pubblici in deroga all’approvvigionamento ordinario di beni e servizi
incentrato sulla gara e sul confronto competitivo da svolgere nel rispetto degli
equilibri concorrenziali del mercato europeo. Per quanto sopra, nel concludere
il procedimento con l’adozione del presente atto di raccomandazione, si invita
il Comune di Latina, e per esso il Sindaco p.t., a comunicare all’Autorità
le iniziative che intende adottare in merito alla gara sospesa, precisando le
modalità di indizione di una nuova gara ovvero l’adozione di atti finalizzati a
costituire una società in house per la gestione del medesimo servizio.
Quindi, in concreto, l’ANAC invitava il comune a risolvere le
criticità del bando europeo. Secondo l’ANAC, la gestione in house è una deroga
all’approvviggionamento ordinario dei beni. Invitava il comune a comunicare
le iniziative in merito alla sospensione (quindi non annullamento) della gara
precisando se intendeva fare una nuova gara (rimuovendo le criticità) oppure
preferendo la gestione in house. L’ANAC, non essendole stato richiesto, non si
pronuncia sulla possibilità o esclusione del comune, vista la partecipazione
in Latina ambiente fallita, di costituire tale società. Nell’incertezza
che appare dagli atti e dagli articoli degli organi di informazione, visto
anche quello che potrebbe essere il primo dei ricorsi, per evitare che venga
bloccato il servizio di raccolta dei rifiuti (facendo il gioco di chi
da decenni specula sull’emergenza dei rifiuti creata ad arte come si
legge dalle numerose inchieste), si sarebbe dovuto procedere, secondo me, con:
- Richiesta di parere
al Ministero sull’interpretazione del comma 6 dell’articolo 14 del Decreto
175/2016 se nel caso del comune di Latina si può ricorrere ad una
società in house e a quali condizioni. A questa domanda ne andava
aggiunta un’altra altrettanto importante sul futuro dei lavoratori
di Latina ambiente che, a parole, tutti vorrebbero tutelare.
- Fare gli atti
indicati dall’ANAC, quindi o annullamento del bando europeo (sempre che il
Ministero risponda in modo favorevole al punto precedente) oppure modifica
dello stesso come indicato dall’ANAC che di fatto significherà riapertura dei
termini con modifica delle condizioni e apertura anche ad altre società oltre a
quelle che già hanno avanzato proposte;
- In entrambi
i casi è evidente che va ricercata una soluzione temporanea in attesa della
partenza del nuovo servizio che non può essere una proroga perenne.
Questo è ovviamente solo il primo dei problemi da risolvere, che sembra sia
stato usato anche per nasconderne altri che peseranno in modo importante
sull’economia, sulla gestione dell’amministrazione comunale, ma anche sulla
salute pubblica e sul rispetto dei diritti civili e sociali.
La questione Latina ambiente, infatti, dalla cronache
appare tutt’altro che facile e scontata rischiando di pesare per una decina di
milioni circa sulle casse comunali e in ogni caso condizionare la questione
discarica.
Le dichiarazioni attribuite ad uno dei curatori fallimentari della società,
oltre che ad essere in contrasto con il buon senso, con i diritti civili e
sociali e anche con le norme in materia di discarica, sono anche contrarie ad
una importante sentenza “Il perseguimento del profitto imprenditoriale, che
è il motore dell’economia, non deve mai essere disgiunto né andare a discapito
dell’interesse pubblico alla tutela dell’ambiente e della salute dei
cittadini”. Questa affermazione del Tar Lazio 28 agosto 2017, n. 9442, dovrebbe
essere del tutto pacifica, visto che si limita a ripetere quanto dice la nostra
Costituzione. Ma evidentemente non lo era per la Regione Lazio visto che ci
sono voluti anni di ricorsi e controricorsi per fargliela accettare.”
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/15/lazio-il-tar-sconfessa-la-regione-per-la-discarica-di-magliano-sabina-tutelato-solo-il-profitto/3915384/).
La discarica di Borgo Montello, anche se l’amministrazione comunale pare
abbia dimenticato l’impegno morale assunto a casa Piovesan il 30 settembre
2016, infatti presenta diverse criticità e obblighi di legge, tutti
ignorati, compreso dallo stesso comune cui compete, per legge, la bonifica
inattuata. L’incapacità del comune o almeno la mancanza di atti in tal senso
rischiano di creare grossi problemi oltre che di salute pubblica, di danni ad
aziende e proprietà private, anche sull’impegno economico per la bonifica.
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