lunedì 4 dicembre 2017

alcune delle previsioni terroristiche naturalmente sbagliate e senza fondamento di chi voleva il Sì al referendum sulle riforme di un anno fa

“Rispetto alle tendenze in atto, l’economia italiana perderebbe in tre anni 4
punti percentuali di PIL, 17 punti di investimenti e quasi 600 mila unità di lavoro;
nel 2019 il debito pubblico sfonderebbe quota 144% del Pil. Il reddito pro-capite
diminuirebbe cumulativamente di 590 euro e ci sarebbero 430 mila poveri in più.
Il Paese, già estremamente provato, dovrebbe fronteggiare una nuova grave emergenza
economico – sociale, con inevitabili spinte verso soluzioni populistiche”
(Csc, Centro Studi Confindustria)
“Il report del Csc contiene un’idea che potremmo definire di ‘allarmismo pedagogico’.
Si pensa evidentemente che non ci sia nell’opinione pubblica un’adeguata
comprensione dei rischi” (Corriere della Sera)
“Sono 30 anni che promettiamo agli italiani di fare le riforme e cambiare la
Costituzione, e la stessa cosa promettiamo ai nostri alleati, quelli a cui diciamo che
faremo le riforme e che in cambio vogliamo maggiore flessibilità. È l’occasione per
mantenere le nostre promesse” (Ettore Rosato)
“Se vince il No non ci saranno riforme e sviluppo; debito e welfare saranno
ancor più insostenibili. Non c’è spazio per le illusioni” (Giampaolo Galli)
“Nei prossimi giorni ci sarà allarmismo in Europa perché non si potrà accettare
che uno dei suoi principali paesi interrompa il
processo di riforme” (Paolo Gentiloni)
“Gli indicatori di mercato registrano un aumento
della volatilità attesa sulle azioni italiane
nella prima settimana di dicembre, in
corrispondenza col referendum”. L’aumento
di capitale Mps presenta “rischi di attuazione
che derivano principalmente dall’elevata volatilità
che ha di recente caratterizzato i meranche
le amicizie, la partecipazione a ciò che c’è di vivo nella nostra società.
Tanto più in un momento come è il nostro, in cui il Paese incomincia a essere
percorso da pulsioni che non avremmo mai pensato di constatare così presenti
e crescenti: l’intolleranza, il razzismo e perfino il fascismo nemmeno in forme
nuove, ma proprio in forme ricalcate sulle vecchie, squadrismo compreso.
LeG dovrebbe e potrebbe essere, in base alla sua storia –purché non appiattita
su un partito o un movimento –, un fattore di scossa contro l’indifferenza e un
elemento di collegamento tra quanti avvertono il pericolo. Altrimenti, sarà
destinata a sopravvivere nell’irrilevanza.
cati azionari” per le scadenze elettorali (Banca d’Italia)
“Sale il rischio Italia. Gli investitori attivi sul mercato azionario italiano si stanno
preparando al voto sul referendum costituzionale di novembre che potrebbe
essere accompagnato da una forte turbolenza” (Bloomberg)
“Il referendum costituzionale è il principale rischio per la politica europea al
di fuori della Gran Bretagna” (Citigroup)
“Se vincesse il No, ostacolerebbe gli sforzi per ricapitalizzare le banche italiane
più deboli” (Goldman Sachs)
“Se respinto, il referendum avrà il potere di far tremare i titoli bancari, spingere
gli spread e indebolire ancora l’euro” (Wall Street Journal)
“Il 5 dicembre l’Europa potrebbe svegliarsi con l’immediata minaccia della
disintegrazione”. “Fino a otto banche italiane in difficoltà saranno a rischio fallimento“
(il Financial Times, in due diversi articoli)
“Il referendum può avere un impatto molto positivo se vincesse il Sì, perché
potrebbe migliorare la percezione che si ha dell’Italia. Darebbe l’idea che è un
Paese capace di cambiare, di portare avanti riforme e di concluderle” (Atlantic
Council, quelli che hanno recentemente rivelato il network delle fake news in
Italia sul New York Times)
“L’affluenza dei connazionali in giro per il
mondo infatti potrebbe avere sfondato il 40% degli
aventi diritto (…) In totale, era il calcolo entusiasta
dei renziani, da tutto il mondo potrebbero
arrivare anche 1,6 milioni di schede”(Repubblica
del 2 dicembre, l’affluenza fu del 30,7%)
Qualcuno vuol dire ancora fake news?

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