domenica 27 novembre 2016

impianto di compostaggio della Sep a Mazzocchio articoli del 2011 (superati) da Il settimanale di Latina

Tra i problemi ambientali di Pontinia è riemerso periodicamente il
problema dell'impianto di compostaggio realizzato nell'area
industriale di Mazzocchio. Tale impianto secondo i cittadini, i
diversi comitati locali (di Pontinia, ma anche di Sonnino e Priverno a
poche centinaia di metri dalla zona industriale), le aziende della
zona avrebbe provocato emissioni moleste. In altre parola la
cosiddetta “puzza” che in certi periodi si è sentita anche a decine di
km di distanza, nello stesso centro abitato di Pontinia. L'ultimo
periodo ha visto la chiusura dell'impianto in seguito al sopralluogo
del consigliere provinciale (residente a Cori) Nuglio, interessato da
alcuni cittadini della zona. Nuglio è stato accompagnato da Eligio
Tombolillo (che oltre a sindaco è anche consigliere provinciale) e
sarebbero stati segnalati alcuni adeguamenti. L'ennesima chiusura
temporanea ha registrato una forte presa di posizione dell'assessore
comunale di Pontinia, Patrizia Sperlonga dichiarando che non avrebbe
votato nessun altro documento in favore della società che gestisce
l'impianto. Infatti, nonostante le diverse richieste, segnalazioni,
denunce, anche chiusure deliberate dal comune di Pontinia, lo stesso
vi conferisce (ad un prezzo notevolmente più basso rispetto a quello
di mercato) la parte umida dei rifiuti. Conferire a Mazzocchio anziché
ad altri centri analoghi della zona (tra Aprilia e Nettuno) consente
un risparmio mensile di 3.000 €. Per comprendere l'irrisorietà del
risparmio la raccolta differenziata a Pontinia ha raggiunto il 20%
(1/3) rispetto ai limiti di legge risparmiando 100 mila euro, rispetto
al conferimento in discarica. Quindi arrivando alla quota di legge
Pontinia, anche conferendo altrove risparmierebbe l'anno oltre 250
mila euro, con la vecchia tariffa, oggi aumentata del 17% e di cui
nessuno parla. I politici locali della destra hanno cercato di
alimentare una polemica inutile sulle colpe dimenticando che
l'impianto è stato autorizzato dalla Regione Lazio proprio quando era
presidente Storace (fino al 2005) e sindaco Mochi (dal maggio 2003 al
dicembre 2005). Quello che dispiace leggere sono le polemiche fine a
sé stesse e non una proposta e un'analisi seria e costruttiva per la
risoluzione del problema. Previsto da chi scrive, ancora una volta
inascoltato, già dalla seconda metà degli anni '80. E gli stessi
polemisti dimostrano di non conoscere, oltre alla tecnica, nemmeno le
date. La richiesta di autorizzazione per l'impianto di compostaggio
inizia nel 2002, mentre l'iter burocratico di autorizzazione (che dura
5 anni) si perfeziona nel periodo agosto 2003 – agosto 2004. La prima
autorizzazione era del 18/08/2003, nonostante le prescrizioni ostative
del comune di Pontinia (giunta di sinistra sindaco Tombolillo). La
Regione imponeva il rispetto di 25 prescrizioni. Secondo la società
proponente e il suo tecnico a tale prescrizioni si adempiva il
18/8/2004. L'azienda, senza alcun controllo, dichiarava l'inizio del
trattamento per la produzione di compost il 13/01/2004. Sempre la
stessa società dichiara di iniziare a produrre compost di qualità nei
primi mesi del 2005.

L'autorizzazione concessa all'impianto di compostaggio prevedeva il
conferimento da parte di industrie agro alimentari (scarti di vegetali
e materiale inutilizzabile), fanghi da aziende agricole, industrie di
vario genere (legno, pannelli. Segatura, trucioli), iniziano a
conferire i comuni di Ceccano, Pomezia, Gaeta, Sabaudia, Sermoneta,
Sonnino, Alatri, Piglio con rifiuti solidi urbani organici, vari Enti
(comunità montane, Fiuggi terme) sempre con rifiuti solidi urbani.
L'attività anziché iniziare in apposito stabilimento o sito
industriale realizzato con le caratteristiche specifiche veniva
installato in una parte di un vecchio capannone industriale già della
Pressati legno. Secondo gli accertamenti, sopratutto da parte
dell'Arpa Lazio, nel periodo marzo 2005 – novembre 2007, individuavano
alcune anomalie e mancato rispetto della prescrizioni tra l'altro di:
ambiente lavorativo non coibentato, inattivazione del sistema di
abbattimento di odori, inosservanza della prescritta gestione del
sistema di scarico delle acque industriali, compost raccolto
all'aperto senza la dovuta copertura, presenza di percolato
all'interno e all'esterno dello stabilimento. In seguito a tali
accertamenti dal settembre 2004 ai primi mesi del 2005 l'impianto non
produceva compost. Una parte del compost sparso su un terreno della
zona veniva accusato di emissioni maleodoranti. Nel mese di marzo 2005
arrivano le prime lamentele dei cittadini di Mazzocchio, cui seguiva
la diffida del vice sindaco dell'epoca , il 12/05/2005, e del capo
settore del comune di Pontinia a far cessare le emissioni maleodoranti
con modalità e mezzi conformi alle leggi in materia. Il 19/05/2005
arriva l'ordinanza del sindaco di far cessare immediatamente e
comunque entro 8 giorni, qualsiasi emissione in atmosfera di aeriformi
maleodoranti. Il 27/5/2005 il consorzio per lo sviluppo industriale
denunciava il gestore dell'impianto di compostaggio per uno scarico
abusivo di liquami. Il 16/6/05 l'Arpa Lazio rilevava l'inadeguato
abbattimento di odori, eccessive quantità di materiale stoccato,
movimentazioni irregolari di materiale, mancanza del rispetto dei
tempi di lavorazione, prodotto che non poteva essere definito
ammendante, nemmeno compost di qualità. Il sindaco di Pontinia il
24/6/05 emetteva l'ordinanza di sospensione dell'attività produttiva.
Il 18/7/05 in seguito ad autocertificazione degli adempimenti il
sindaco revocava tale ordinanza. Il presidente della Regione Marrazzo
chiedeva il 7/7/05 ulteriori verifiche all'impianto chiedendo al
sindaco di valutare la revoca della seconda ordinanza (che revocava la
1.). A questo punto Marrazzo imponeva altre 8 prescrizioni. Il Sindaco
di Pontinia chiedeva, dopo la lettera di Marrazzo, all'Arpa Lazio il
monitoraggio delle esalazioni il 20/7/05 con un telefax urgente.
Difatti all'urgenza dopo oltre 3 mesi, l'Arpa Lazio rispondeva che “la
nostra struttura non esegue analisi e verifiche di odori molesti”. Il
12/12/05 alcuni cittadini presentavano ricorso al Tribunale contro
l'impianto di compostaggio.


La terza parte della storia dell'impianto di compostaggio di Mazzocchio
Il 30 settembre è scaduto il termine ufficiale per l'adeguamento del
contrastato impianto di compostaggio di Mazzocchio. Nulla si sa se le
opere sono da ritenersi concluse e l'impianto può riprendere il
normale funzionamento. Ma siamo nella media della storia recente,
basta vedere la lentezza  o l'inerzia degli enti competenti a tutelare
non solo il territorio e l'ambiente, ma sopratutto la salute con
l'esperienza delle 7 discariche “scoperte” dopo anni che ne
scrivevamo. Oppure il degrado del fiume Linea di cui sui documenti
degli Enti interessati si legge che il fenomeno è noto e ripetuto.
Tornando all'impianto di compostaggio la Provincia di Latina invia una
delle tante note di diffida il 31/3/2006, in base ai rilievi dell'Arpa
in data 2/3/2006. L'esito delle analisi in contraddittorio avevano
evidenziato “superamento dei limiti parametrici fissati dalla tab. 3
allegata al D.Lgs. 152/99. Le acque reflui avevano concentrazione di
azoto nitrico di 130 mg/l, cloruri di 1915 mg/l superando i limiti
imposti, come per l'azoto ammoniacale, l'azoto nitroso, i solidi
sospesi. Queste sostanze possono creare odori molesti nell'atmosfera.
La Provincia imponeva quindi il funzionamento dell'impianto di
depurazione in modo da rientrare nei parametri di legge con alcune
verifiche e metodi di controllo e misurazione. Questa diffida veniva
pubblicata il 4 aprile sul quotidiano La Provincia creando “uno stato
di gravissima preoccupazione per la salute dei residenti nella zona di
Mazzocchio”. Il 26/6/2006 il Commissario delegato della Regione Lazio
per l'emergenza ambientale diffidava il gestore dell'impianto di
compostaggio attivando le procedure di legge. Il 4/7/2006 alcune sigle
sindacali inviavano al Prefetto di Latina la richiesta urgente in
quanto , secondo la nota, l'impianto di compostaggio “da diversi
giorni emana odori malsani mettendo a rischio la salute dei dipendenti
e dei lavoratori delle aziende limitrofe”. In quel periodo sia i
dipendenti che alcuni residenti venivano visitati nel locale pronto
soccorso per vertigini, conati di vomito, bruciare agli occhi, cefalea
e altro causati, secondo i pazienti, dagli odori emessi dall'impianto
di compostaggio. Tale situazione veniva accertata anche dalla Polizia
Locale insieme a materiale putrescibile stoccato nell'azienda di
compostaggio. Nuova diffida del comune di Pontinia e richiesta del
7/8/2006 del Sindaco Tombolillo della revoca dell'autorizzazione al
trattamento dell'impianto di compostaggio. Il Sindaco rilevava che “si
sono verificati anche alcuni decessi di ovini che pascolavano nei
terreni limitrofi all'impianto, sui quali il servizio veterinario
dell'Asl sta svolgendo accertamenti”. La Procura evidenziava una serie
di violazioni di legge sia di tipo amministrativo (registri,
controlli), sia tecnici (mancati o insufficienti funzionamenti di
impianti), scarichi non regolari, attività ed esercizi non
autorizzati. Successivamente l'Arpa provvedeva al campionamento di
compost proveniente dall'impianto in questione e non risultava
adeguato alle norme vigenti per la presenza di materiale metallico non
conforme provocando inquinamento del suolo.


L'ultima parte (per ora) dell'impianto di compostaggio di Mazzocchio
Come avevamo previsto non è stato risolto l'annoso problema
dell'impianto di compostaggio di Mazzocchio. Continuando nella 4.
puntata del riassunto delle tante vicende autorizzative, controlli,
verifiche e prescrizioni arriviamo al 5/3/2007 la Provincia di Latina,
dopo l'ennesimo sopralluogo del 17/01, comunicava ai vari enti
interessati alcune carenze nel processo di lavorazione, nonché nel
trattamento dei rifiuti e delle acque reflue. Anche le emissioni in
atmosfera non sono idonee in quanto il relativo impianto di
abbattimento risultava fermo. Le analisi effettuate dimostravano,
comunque, il rispetto dei limiti di legge. All'interno di una
relazione di un CTU (consulente tecnico di ufficio incaricato dal
Tribunale di Latina) si evidenziavano alcuni difetti nella gestione
della filiera di trasformazione e venivano indicate alcune azioni
migliorative. Quindi la procura di Latina contestava alla società le
emissioni in atmosfera prive di trattamento depurativo, considerato
che il sistema di abbattimento era inattivo e pertanto non venivano
osservate le prescrizioni contenute nell'autorizzazione. Comunque il
commissario regionale per l'emergenza ambientale concedeva una nuova
autorizzazione all'impianto di compostaggio in data 5/7/2007 valida
fino al 30/11/2009 (poi prorogata fino al 28/02/2010), osservando che
la società aveva ottemperato a tutte le prescrizioni impartite dalla
Provincia di Latina nel corso del sopralluogo del 16/4/2007. Con tale
autorizzazione veniva fissato il limite di 180 tonnellate giornaliere
di ingresso e venivano impartite nuove prescrizioni per il trattamento
e la lavorazione. Veniva imposto il monitoraggio ambientale con
cadenza mensile per 6 mesi, delle emissioni gassose e delle acque
profonde e superficiali. Dal 21/08 al 06/09/2007 la Polizia Locale di
Pontinia effettuava una serie di sopralluoghi constatando la presenza
di odori poco gradevoli che duravano per diverso tempo e venivano
avvertite in diverse zone e strade dell'area industriale. Secondo un
altro CTU la società che gestisce l'impianto nel periodo marzo 2005 –
novembre 2007 avrebbe determinato per negligenza o inadempienza:
l'inquinamento olfattivo, l'inquinamento del suolo e delle falde
acquifere, nonché allarme sociale. Nel mese di marzo 2010 la Provincia
di Latina negava il rinnovo dell'autorizzazione all'impianto di
compostaggio per la trasformazione dei rifiuti semplici in compost di
qualità. Questo a causa delle analisi di scarico delle acque con
inquinamento del suolo, delle falde acquifere e del fosso di San
Carlo. Da ricordare anche i diversi incontri presso la Prefettura di
Latina, con una serie di accordi migliorativi dell'impianto. Alla fine
di giugno di quest'anno il sopralluogo sull'impianto da parte del
consigliere provinciale Nuglio nel corso del quale vengono individuati
ulteriori interventi di miglioramento. Il 3 ottobre di quest'anno
arriva l'ennesimo fermo alla lavorazione e conferimento dell'umido e
quindi i vari comuni stanno cercando impianti alternativi per il
conferimento.

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