martedì 23 agosto 2016

Commissione bicamerale rifiuti: audizioni sul traffico di rifiuti nel Lazio, il caso Borgo Montello

 Il 16 marzo 2016 è stato ascoltato Giorgio Libralato, consulente tecnico delle famiglie di Borgo Montello, in provincia di Latina, dove sorge una discarica a cui lo scorso gennaio la magistratura ha posto i sigilli a causa di una “situazione di pericolo per la salute pubblica”.  
Borgo Montello e la possibile presenza di rifiuti tossici. Giorgio Libralato nell’aprire la propria audizione ricorda come la vicenda della discarica di Borgo Montello, soggetta a procedura di infrazione da parte delle autorità europee, si trascini ormai da decenni. La discarica, gestita dalle società Indeco ed Ecoambiente, è finita sotto inchiesta nel gennaio 2014. Inchiesta che ha condotto al sequestro, da parte del GICO della Guardia di Finanza, di una sua “parte attiva”. Sulla possibile presenza, nell’invaso SO, di fusti metallici contenenti rifiuti tossici, il consulte riferisce di una “massa metallica confermata dalle ricerche dell’INGV”. Lo scavo nell’invaso è iniziato nell’agosto 2012 a seguito di un finanziamento di 700mila euro da parte della Regione Lazio, 400mila dei quali destinati all’appalto di scavi “effettuati solo parzialmente”.
“Durante una conferenza pubblica, il 20 settembre 2012, il direttore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – sostiene il consulente – dichiara che non vengono fatti tutti gli scavi perché per loro quello che avevano trovato era sufficiente per dire che quella massa metallica era o del ferro che si trovava nei copertoni o armature metalliche delle recinzioni dell’epoca”. Libralato cita due dichiarazioni, del pentito Carmine Schiavone e dell’assessore provinciale dell’epoca, secondo cui gli scavi non dovevano essere effettuati nell’SO ma in altro invaso. Tra i dati citati dal consulente anche quelli relativi all’inquinamento delle falde certificati dall’ARPA nel 2013 e da analisi svolte da periti del Tribunale di Latina, secondo cui la protezione delle falde non sarebbe stata completata. Fatti che portano ad un processo ancora in corso a carico di esponenti dell’epoca della società Ecoambiente. Nel citare una delle perizie Libralato sintetizza che “la falda ha una certa quota: se non la si analizza per l’interezza della quota, probabilmente si hanno dati non attendibili, perché un inquinante può essere più pesante dell’acqua, un altro meno pesante; se non si verifica per tutta l’altezza, questo problema non si evince”.
Le autorizzazioni integrate ambientali e i sigilli alla discarica. Riferendosi all’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) Libralato dichiara che la Regione Lazio nel 2009 sosteneva il falso nel dichiarare la proprietà della discarica in capo ad Ecoambiente. Aggiunge che secondo le famiglie di Borgo Montello la discarica andava chiusa nel 2012, a scadenza delle autorizzazioni assegnate alle due società (Indeco e Ecoambiente) che invece “continuano ad operare”. Conclude ricordando che le nuove Autorizzazioni, conferite nel 2015, sono state impugnate dai cittadini di Borgo Montello, per problemi legati alla polizza fideiussoria e perché Ecoambiente non ha a disposizione l’intera area sottoposta al sopracitato sequestro della Finanza.
Nel citare l’inchiesta che ha portato ai sigilli alla discarica posti lo scorso gennaio, il consulente ricorda come l’indagine abbia stabilito che “i volumi dell’Indeco erano stati superati di oltre 100.000 metri cubi rispetto all’autorizzato” e che secondo il comitato di Borgo Montello questo superamento “avrebbe portato a un guadagno di circa 10 milioni di euro da parte dalla società Indeco per il volume di affari corrispondente”.
La presenza di inquinanti nelle falde. Sollecitato dai commissari, Libralato fornisce dettagli sui livelli di inquinanti emersi dalle analisi dell’ARPA sulle falde: i valori di arsenico sono superiori a trenta volte rispetto a quanto consentito dalla legge e sono state rintracciate presenze di ferro e manganese.  Il comitato sottolinea la mancata realizzazione di studi epidemiologici in merito: “Quest’indagine epidemiologica non è stata chiesta solo dai cittadini. Viene chiesto da ASL, ARPA e anche dalla Regione Lazio. Prima di rilasciare qualsiasi autorizzazione vale il principio di precauzione. Se non c’è quest’indagine, non possiamo procedere o autorizzare niente”.
Le indagini della Procura. Il tema della discarica di Borgo Montello è stato affrontato anche nell’audizione della Procura di Latina. I magistrati evidenziano che, in base ad un “controllo svolto dai tecnici”, la discarica aveva superato la sua capacità di contenimento dei rifiuti e che il provvedimento di sequestro sopra citato, per l’invaso S8, è stato confermato dal Tribunale del Riesame. Più in dettaglio, risulta “violata l’autorizzazione integrata ambientale e sono stati abbancati rifiuti, per quello che ci risulta, pari a circa 120mila metri cubi in più…senza che ci fosse stata nessuna verifica preliminare da parte degli organi competenti ai controlli”. Attualmente sulla discarica sono autorizzate soltanto le attività di manutenzione e quelle ordinarie per evitare danni all’ambiente.
Le problematiche normative e sui controlli. Nel prosieguo dell’audizione il sostituto procuratore fa emergere quelle che a suo avviso sono le criticità dell’impianto normativo, in particolare del decreto legislativo n. 33 del 2003 in merito alle discariche. “Mi riferisco alla gestione post mortem, alla questione accantonamenti, alla questione fideiussioni. Sono tutte questioni che rischiano di vanificare assolutamente la tutela ambientale.  Si è voluto amplificare al massimo le garanzie da un punto di vista economico…ma stiamo e sto constatando nelle indagini che purtroppo questo rischia di essere soltanto un ammasso di carte… Vorrei vedere che cosa succederebbe se un giorno fossero effettivamente attivate queste polizze fideiussorie”. Altra criticità evidenziata è il tema degli accantonamenti, su cui la Procura comunque ha chiesto l’archiviazione per l’ipotesi di reato di peculato: “Perché una società accantona realmente e un’altra solo contabilmente? È possibile tollerare questa libertà di azione o forse non sarebbe meglio disporre che gli accantonamenti vadano direttamente alla regione o siano effettivi con un vincolo di destinazione?”
Sul tema economico vengono snocciolati alcuni dati su Borgo Montello: in base ad una consulenza tecnica emerge che dal 1998 ad oggi sono stati riversati in discarica 5.422.923 tonnellate di rifiuti, “per incassi pari grosso modo a circa 276 milioni di euro”. In tema di controlli si ribadisce che “dovrebbero essere automatici, sistematici, e non arrivare, come pare in questo caso sia avvenuto, solo a seguito di iniziative anche di impatto dell’autorità giudiziaria”.
I benefit ambientali. Altro capitolo affrontato è legato ai benefit ambientali da versare alle amministrazioni, proporzionati al quantitativo di rifiuti conferiti in discarica. Nel caso specifico di Borgo Montello, viene sottolineata una discrasia tra le somme che le società devono versare e quelle effettivamente incassate dal Comune di Latina. Una “sfasatura” di oltre 300mila euro ogni anno, dal 2011 in poi, tra quanto previsto (1,3 mln circa) e quanto realmente versato da Indeco (1 mln circa). Mancati versamenti che, specifica il sostituto procuratore, possono dipendere dal fatto che le società non siano pagate dai Comuni e siano impossibilitate dal versare l’intero ammontare dei benefit.  “A mio avviso la questione sorprendente è che non sono state date notizie, almeno allo stato, sugli approfondimenti che hanno fatto all’interno degli uffici comunali”.
(ultimo aggiornamento 18 aprile 2016)
(A cura di Claudio Forleo, giornalista professionista) http://www.avvisopubblico.it/osservatorio/contenuti-dellosservatorio/attivita-dinchiesta/commissione-bicamerale-sul-ciclo-dei-rifiuti/commissione-rifiuti-audizioni-sul-traffico-di-rifiuti-nel-lazio/

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