domenica 1 maggio 2016

Lavoro addioDai 3 mila esuberi di Almaviva a quelli di Meridiana, dall’Ilva ai beffati di Gioia Tauro Dalle Isole alla Puglia Al Sud le industrie continuano a chiudere

Il caso Sardegna
Una regione
de sertificata
e quella che ha
visto le proteste
più clamorose:
da Alcoa a Vinyls
I numeri
20%
Il tasso di
disoccupazione
al Sud durante
il 2015 contro
una media
nazionale
dell’1 1 ,7 %
17
mila euro: il
Pil pro-capite,
quello del
Nord è 30
mila
65
I tavoli di crisi
industriale
al Sud aperti
al ministero
su 154: il 42%
del totale
(ma il Sud
ha meno
industrie)  MADDALENA BRUNETTI
E ROBERTO ROTUNNO
Dai call center alle
compagnie aeree, fino
ai metalmeccanici,
per il Mezzogiorno
anche questo sarà un primo
maggio di incertezza. Perché,
al netto della propaganda, qui
la crescita non si vede. Questo
raccontano i dati Istat sul Pil
pro-capite (17 mila euro circa
al Sud, quasi il doppio al Nord)
e il tasso di disoccupazione
(quasi 20% al Sud, meno di 12
la media nazionale) e pure i 65
tavoli di crisi industriale aperti
al ministero dello Sviluppo
economico, oggi gestito dalla
vice-ministro Teresa Bellanova,
per mancanza del titolare
dopo le dimissioni di Federica
Guidi.
CALL CENTER. A tremare più di
tutti sono gli impiegati dei call
center. In queste ore i sindacati
sono al lavoro nella principale
vertenza, quella di Almaviva.
A marzo, la società ha annunciato
tremila licenziamenti. Di
questi, 1.700 nella sede di Palermo
e 400 in quella di Napoli
(gli altri a Roma). Al Mise, pochi
giorni fa, si è raggiunto l’ac -
cordo per avviare una fase di
solidarietà, con percentuali di
lavoro che andrebbero dal 35
al 45%. In pratica, chi prima –
poiché part time–guadagnava
600 euro al mese, ora se ne dovrà
far bastare 450. E non è tutto,
perché tra sei mesi, potrebbe
comunque ripresentarsi lo
spettro dei licenziamenti. Non
se la passano meglio quelli di

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