PERUGIA – Manlio Cerroni opera nel settore dei rifiuti da decenni. È proprietario anche della più grande discarica d’Italia, Malagrotta. Una discarica realizzata a Roma con tante polemiche che ancora oggi è al centro di attività investigative. Un giorno, riferendosi all’attività di Cerroni a Latina (Borgo Montello), il boss pentito dei casalesi Carmine Schiavone riferisce che componenti della criminalità organizzata parlavano con “quello che aveva acquistato Malagrotta”. I guai per Manlio Cerroni iniziano a gennaio 2014 quando i magistrati romani lo arrestano con l’accusa di essere il dominus incontrastato di una organizzazione criminale con l’obiettivo di commettere reati finalizzati a rafforzare il monopolio delle sue aziende nella gestione dei rifiuti. A dire la verità in passato Cerroni è stato segnalato per i suoi contatti con alcuni esponenti della criminalità organizzata. In particolare avrebbe avuto rapporti con Francesco La Marca, segnalato dalla DDA di Napoli come vicino al clan di Cutolo, con interessi nella discarica di Pianura. Tanto è vero che agli inquirenti non è sfuggito un periodo (dal 1/4/2002 al 31/12/2004) in cui Gesenu ha avuto una propria unità locale proprio a Pianura, località Montespaccata. Su questi e altri rapporti si è soffermata molto anche la Commissione Parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite oltre alla Commissione sul fenomeno della mafia presieduta da Luciano Violante.
A Perugia Manlio Cerroni veniva poche volte, le sue presenze si contano su di un palmo di mano. I rapporti li teneva Noto La Diega Rosario Carlo considerato, fino a poco tempo fa, “uomo di Cerroni”. Era lui a parlare con i diversi sindaci di Perugia, ad incontrare i sindacati e a salire le scale dei palazzi che contano. Del resto, oltre a detenere il 10% di Gesenu, Noto La Diega ricopriva cariche importanti in tutte le partecipate dell’azienda perugina. Consigliere e amministratore delegato nelle società Mongibello Servizi Mascalucia e Mo.se.ma spa, Consigliere nel Consorzio Simco a Catania, Presidente, fino all’inchiesta “Vento di Maestrale”, di Viterbo Ambiente e socio – consigliere di Tirrenoambiente, altra realtà siciliana al centro di intrecci poco esaltanti. Poi ci sono tante altre presenze nel Lazio tra Agenzia Ambiente, Consorzi sui rifiuti e altre società. Il ruolo di Noto La Diega è sempre stato centrale nell’organizzazione della famiglia Cerroni, almeno fino a poco tempo fa. Infatti, da qualche mese, si dice che con l’arrivo di Monica Cerroni si sarebbe incrinato quel rapporto di totale fiducia con la famiglia Cerroni. Ma questa è un’altra storia.http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/gesenu-il-ruolo-di-manlio-cerroni-prima-di-lasciare-spazio-alla-figlia-monica-il-ruolo-decisivo-di-noto-la-diega-nelle-partecipate-60774/
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