Nel quadro di questo panorama mondiale, quali sono leprospettive per l’Italia? Come evidenziato da Maria Rosa Virdis, ricercatrice dell’Enea e coordinatrice del team di ricerca italiano, la sfida della decarbonizzazione entro il 2050 appare particolarmente impegnativa nel nostro Paese, a causa di fattori quali le difficoltà legate allo sviluppo di alcuni tipi di fonti di energia rinnovabile – come l’eolico off shore – ed un quadro normativo che spesso non facilita gli investimenti nel settore dell’energia pulita. Tuttavia, i diversi scenari sviluppati indicano come una transizione ad un modello low-carbon avrebbe conseguenze positive sull’attività economica. “Vorremmo sfatare il mito che una riduzione incisiva delle emissioni comporti una forte perdita in termini di crescita e competitività”, afferma la ricercatrice. “I modelli utilizzati mostrano in realtà come la competitività aumenti e l’effetto netto sulla bilancia commerciale sia positivo. Il processo di decarbonizzazione non implica necessariamente una perdita economica complessiva, ma la redistribuzione delle risorse e degli investimenti in settori diversi rispetto a quelli attuali”.
Lo studio sottolinea appunto come tale processo avrebberipercussioni positive sulla bilancia commerciale grazie alla diminuzione della dipendenza dalle importazioni di fonti fossili, che nel 2011 ammontavano a oltre l’80% del fabbisogno energetico nazionale. Nei diversi scenari di decarbonizzazione, infatti, viene ipotizzato un incremento significativo della quota di fonti di energia rinnovabile nel mix energetico italiano fino a livelli del 60-70% nel 2050, da conseguire attraverso incentivi e politiche mirate e un aumento degli investimenti nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie.
Appurata la fattibilità tecnologica ed economica di un futuro a bassa intensità di carbonio, l’ostacolo maggiore sembra rimanere sulpiano politico. In tal senso, la strada tracciata dal Ddpp appare particolarmente rilevante non solo in vista della conferenza mondiale sul clima che avrà luogo a Parigi in dicembre, ma anche e soprattutto per fornire un orizzonte strategico di lungo periodo spesso assente o trascurato nelle negoziazioni internazionali. Come affermato da Sachs, “gli scenari delineati dal Ddpp possono fornire una cornice di riferimento per le strategie di riduzione delle emissioni di più breve periodo, indirizzando innovazione tecnologica, mercati finanziari e processo politico verso una trasformazione del settore energetico su scala globale”.
Riccardo Rossella, referente relazioni internazionali  Italian Climate Network http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/23/cambiamenti-climatici-unitalia-low-carbon-e-tecnicamente-ed-economicamente-possibile/2056781/