Insomma un incrocio pericoloso tra Chianese e Patrone, tra quello che viene ritenuto uno dei responsabili del disastro ambientale in terra campana e chi persegue i criminali dell’ambiente. Nel luglio scorso, quando Patrone viene ascoltato in commissione Antimafia, l’unico a porre la questione è il deputato del M5S Francesco D’Uva: “Risultava da un articolo de Il Fatto Quotidiano, una certa familiarità tra il dottor Patrone e Cipriano Chianese, artefice della terra dei fuochi”.
E più avanti: “Le chiediamo se può dare chiarimenti a questa Commissione su questa presunta familiarità”. Cesare Patrone, capo del Corpo forestale, risponde: “Non ricordo assolutamente chi sia Chianese (…) Si parla del 1995, come lessi su Il Fatto Quotidiano, questione sulla quale ho dato relazione esaustiva al signor ministro”, e chiarisce: “Non ricordo mai di avere incontrato venti o trent’anni fa il dottor Chianese”. Eppure l’informativa era chiara e citava una intercettazione tra i due, ora il Fatto ha letto quella telefonata.
Chianese, condannato a inizio anno per estorsione in primo grado, è ora sotto processo per associazione mafiosa, disastro ambientale e avvelenamento delle acque. Agli atti di questo processo c’è l’intercettazione che chiarisce la “familiarità”. Di penale a carico di Patrone non c’è nulla, ma si tratta di una questione diopportunità. È il 24 agosto 1994. Squilla il telefono di Cipriano Chianese, l’avvocato risponde: “Pronto”, e dall’altro capo del telefono Cesare Patrone: “L’avvocato Chianese per cortesia”. “Sono io”. Patrone: “Come stai caro?”, Chianese risponde: “Bene e tu?”. Parlano delle vacanze e della bellezza della Sicilia. Chianese argomenta: “I siciliani la rovinano, dovremmo mandarli daGheddafi e tenerci la Sicilia”. Patrone risponde: “È giusto, hai ragione”. Sorridono. Parlano di ministero, decreti e poi si salutano. Patrone: “Cipriano, ti abbraccio”. E Chianese: “Ciao bello”.
Eppure Cesare Patrone davanti alla commissione parlamentare Antimafia ha sostenuto: “Non ricordo assolutamente chi sia Chianese”. Sarà stato travolto da un vuoto di memoria. Adesso c’è la prova dei rapporti, datati anni Novanta, tra il re dell’ecomafia e chi è chiamato a combatterla.
di Nello Trocchia e Luca Ferrari
da Il Fatto Quotidiano del 27 settembre 2015 http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/27/terra-dei-fuochi-la-telefonata-col-boss-dei-rifiuti-che-incastra-il-capo-della-forestale-come-stai-caro/2072816/