di
Marco
Palombi
La
scorsa settimana avevamo scritto della
convenzione
pluriennale che il ministro
dell’Ambiente
Gian
Luca Galletti (Udc)
ha
firmato
con Sogesid
,
spa pubblica guidata
dal
manager d’area centrista Marco
Staderini:
una
sorta di privatizzazione dei compiti
del
ministero che la sottosegretario Silvia
Velo
ha
giustificato in Parlamento col fatto
che
il dicastero non ha le professionalità
adatte
ai suoi compiti, né i fondi per assumerle.
Peccato
che questo non sia vero (o
sia
vero solo in parte): mentre si arricchisce
Sogesid,
infatti, si lascia letteralmente andare
in
malora l’Istituto
superiore per la
protezione
e la ricerca ambientale
(Ispra),
ente pubblico di ricerca che ha le
competenze,
il mandato per legge, lo scopo
sociale
di progettare interventi in materia
ambientale
per il ministero di Galletti, il quale
però
non si preoccupa - nel caso Ispra - nemmeno
di
firmare la convenzione triennale che
determini
i rapporti tra i due soggetti e per
scarsa
capacità di progettazione finisce per
perdere
fondi su progetti Ue che sarebbero di
competenza
proprio dell’ente di ricerca.
Come
si affossa la ricerca pubblica italiana?
Come
segue. Primo esempio: il programma
Marine
Strategy è
sempre stato di competenza
Ispra,
ma i tecnici dell’Istituto non sono
stati
nemmeno invitati all’ultima riunione.
Risultato:
se la relativa convenzione non viene
rinnovata,
i 23 ricercatori a tempo determinato
che
ci lavorano rischiano il posto (ma
lo
stesso vale, per dire, quanto al dissesto
idrogeologico).
Secondo esempio. Tra tagli lineari,
burocrazia
e disinteresse il bilancio
Ispra
si è ridotto di oltre 10 milioni negli ultimi
anni
e la sopravvivenza stessa dell’istituto è a
rischio:
lunedì è stato approvato almeno il bilancio
preventivo
per il 2015, il che consente
almeno
di non commissariare subito Ispra. Il
sindacato
Usb ha
scritto una lettera aperta a
Matteo
Renzi:
“A fronte del depotenziamento
di
un ente pubblico di ricerca dobbiamo
purtroppo
rilevare la messa a sistema di ingenti
finanziamenti
a società private, peraltro
più
volte oggetto di interpellanze parlamentari
perché
oggetto di una vera tratta del
personale
ad uso e consumo del ministero
dell’Ambiente,
oltre che di pratiche sottoposte
all’attenzione
della magistratura”.
MERCOLEDÌ
24 DICEMBRE 2 01 4 13
il E
C ONO M I A Fatto
Quotidiano
Nessun commento:
Posta un commento