martedì 6 novembre 2012

I narcos nel Lazio nota Icittadini operazione DDA San Magno

I Narcos del Lazio. A seguito dell’operazione della DDA di Roma “San Magno”che ha interrotto un traffico di stupefacenti che dal sud Pontino invadeva la Capitale, Antonio Turri, presidente dell’Associazione I Cittadini contro le mafie e la corruzione ha dichiarato in una nota stampa che: ”L’arresto di 34 persone, in gran parte nate e residenti da moltissimi anni nella Regione Lazio  disposto, oggi, dalla magistratura antimafia di Roma e operato dai Carabinieri tra Fondi, Terracina e Roma per un vasto traffico di sostanze stupefacenti è la riprova di come stia consolidandosi nella Regione Lazio una criminalità organizzata autoctona, capace di delinquere e assumere gli aspetti di veri e propri clan .  Questa criminalità organizzata  Autoctona , da Contaminazione dopo aver imparato e collaborato si va affrancando dai clan meridionali,presenti da almeno trentanni il quel vasto territorio che dal fiume Garigliano raggiunge Roma. Quello che più deve far riflettere continua Turri, è il modus operandi di questi gruppi, sempre più paragobabili per “capacità delinquenziali”  ad un nuovo soggetto criminale potente sia dal punto di vista militare che economico. Del resto, i mercati dell’illecito a cui mirano  i Boss del Lazio e i loro gregari sono di grande vastità. Si pensi a quello della droga in città come Roma,Latina e Frosinone, Aprilia, Civitavecchia  o lungo i centri di tutto il litorale laziale, dei Colli Albani. Si pensi al vasto mercato del gioco d’azzardo lecito e illecito,al mai cosi fiorente mercato dell’usura e del riciclaggio del denaro sporco,in questo momento di particolare crisi economica. I Clan d’importazione di mafia,camorra e ‘ndrangheta,cosi come quelli autoctoni  immettono denaro sporco per acquisire attività imprenditoriali in difficoltà, partecipando alle aste fallimentari anche attraverso ,lo strumento dei prestanome. La pace mafiosa che negli anni passati ha contraddistinto l’agire dei clan sul territorio laziale sta per finire, per tutta una serie di ragioni che devono essere ben valutate e che porteranno a breve a ulteriori episodi di violenza come quelli verificatesi la scorsa estate a Terracina e a Nettuno  e nei giorni passati concretizzatesi con la strage di Sezze. C’è da aspettarsi che guerre criminali per il controllo dei traffici di droga, di armi, della prostituione e o per altri motivi,possano riprendere con virulenza nella Capitale, come quelli verificatisi nel corso del 2011. Particolarmente a rischio è la situazione di Aprilia e nei centri a sud di Roma, dove si manifestano forti segnali di contrasto tra gruppi locali di criminalità organizzata. L’azione capace della Magistratura e delle Forze di Polizia,continua Turri, potrebbe non risultare sufficiente se da parte del Governo centrale dovessero continuare scelte illogiche e incomprensibili come la definitiva soppressione della provincia di Latina a cui seguirebbe inevitabilmente tutta una serie di depotenziamenti delle strutture amministrative e di sicurezza e controllo del territorio. Tutto questo alle porte della Capitale

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