A Capalbio No al Biogas, si al biometano.
| Svizzera: distributore di biometano |
Si tratta del pericolo botulino , microorganismo che non ama l'ossigeno e che se ingerito in conserve contaminate, in quanto non correttamente pastorizzate, può essere mortale.
A quanto ho capito, il botulino fa parte della sterminata famiglia di microorganismi anaerobi che banchettano nelle cisterne degli impianti a biogas e che possono trovarsi nei fanghi residuali al trattamento (digestato).
In una gestione sbrigativa e diciamolo pure, all'italiana, questi fanghi sono sparsi tal quale nei campi come fertilizzanti, ma la presenza del botulino può creare dei problemi.
A quanto pare non sono gli uomini a rischio, ma le forme di parmiggiano, nei casi in cui il botulino dall'erba riesce a passare al latte e di qui alle forme di formaggio che scoppiano per il gas che il botulino sviluppa.
Domani ne saprò di più e vi farò sapere.
Comunque, anche in questo caso, meglio prevenire, ossia compostare il digestato con cippato di legno come si fa neglimpianti di biogas gestiti con serietà.
L'ambiente ricco di ossiggeno e le alte temperature del compostaggio, eliminano certamente il botulino, come eliminano altre brutte bestiole con le salmonelle e gli escherichia coli.
Nel frattempo ho scoperto che metà Europa ( Svizzera, Francia, Germania, Austria, Olanda) con i trattamenti anaerobici degli scarti biodegradabili è andata oltre. In questi Paesi, il biogas è depurato e immesso direttamente nella rete di distribuzione del gas. E miracolo dell'efficenza di questi Paesi, ognuno di loro ha anche predisposto le specifiche tecniche che autorizzano a questo uso il biogas.
I vantaggi del biometano sono numerosi, tra i primi, il fatto che con questo sistema non si aggiunge nessuna nuova fonte inquinante a quelle già esistenti e il biometano ha gli stessi bassisimi fattori di emissione del metano siberiano, i più bassi in aasoluto se vogliamo scaldarci, fare una doccia, andare in macchina ( a metano), produrre energia elettrica. http://federico-valerio.blogspot.it/2012/10/a-capalbio-no-al-biogas-si-al-biometano.html
LA LITE A COLPI DI CARTA BOLLATA
Capalbio e l'impianto a biogas che fa litigare i vip
Il progetto vede protagonisti i Resta Pallavicino e Carlo Puri Negri. Furio Colombo e Nicola Caracciolo hanno fatto ricorso
CAPALBIO (Grosseto) – Per decenni hanno trascorso week-end e vacanze fianco a fianco convivendo da buoni vicini in quel frammento di Maremma trasformato nella capitale tirrenica dei vip. Ma adesso i «Signori di Capalbio», che quel borgo non solo abitano ma hanno contribuito a proiettare nell’élite del turismo e della mondanità (un po’ come accade agli inizi del Novecento a Forte dei Marmi con la famiglia Agnelli), si combattono a colpi di carta bollata, esposti al Tar, manifestazioni di piazza e adesso persino con una denuncia in procura. Tutta colpa di un impianto a biogas che la Sacra, società che gestisce un’enorme tenuta a due passi dal lago di Burano ed è controllata dalle famiglie dei marchesi Resta Pallavicino e da Carlo Puri Negri (ex amministratore delegato di Pirelli Re e ora presidente di Sator, la società fondata da Matteo Arpe), vuole realizzare con tanto di parere positivo del sindaco di Capalbio, il renziano Luigi Bellumori.
Nicola Caracciolo13 ottobre 2012 | 17:05© RIPRODUZIONE RISERVATA
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