lunedì 4 giugno 2012

Pontinia, un anno fa il sequestro lungo l’Ufente, ora i permessi Fanghi, via allo smaltimento La Provincia rilascia l’autorizzazione alla «Fondana Allevamenti» DOPO il sequestro arriva l’auto - rizzazione della Provincia di Latina. Ormai è passato un anno da quando l’Arpa Lazio fece un blitz presso la ditta Fondana Allevamenti di Pontinia. In quell ’occasione si scoprirono 272 tonnellate di fanghi, ritenuti pericolosi, posizionati troppo vicino all’argine del fiume Ufente. In quel caso ci fu il sequestro dell’area, le analisi dell’Arpa Lazio, ed un’interrogazione parlamentare rivolto all’allora Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Francesco Saverio Romano, all’ex Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, all’ex Ministro dell'interno, Roberto Maroni. Il Comune di Pontinia, solo dopo l’interrogazione parlamentare, si affrettò a preparare una documentazione che attestava, a detta dell’assessore all’Ambiente Valterino Battisti, che «i fanghi tossici sono tornati ad essere a norma. Quello emerso un anno fa era solamente un problema di distanze dalle acqua. Nella documentazione preparata per il Governo ci sono i dati che attestano il ripristino delle distanze, come richiesto dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Provinciale». Dopo questo ripristino è arrivato il documento di presa d’atto della Provincia che, datato 29 maggio 2012, attesta che la ditta Fondana Allevamenti può utilizzare i fanghi provenienti dai processi di depurazione delle ditte Francia Latticini di Sonnino, Cosma Group di Caserta e Risorse Naturali di Sermoneta. Nel documento, firmato dal dirigente del settore, Nicoletta Valle, si legge che la ditta «potrà utilizzare una quantità di fango non superiore alle 15 tonnellate all’ettaro annue in conformità a quanto previsto dal disegno di legge 99/92». Riccardo A. Colabattista Pontinia, vicino l’accordo con la Rida Ambiente I rifiuti verso Aprilia ANCHE il comune di Pontinia conferirà i rifiuti urbani non differenziati alla Rida Ambiente di Aprilia. L'assessore all'Ambiente Valterino Battisti, in questi giorni ha avuto una serie di incontri con i responsabili della ditta per definire tempi e modalità per il conferimento della quta indifferenziata dell'immondizia, mentre gli umidi seguiteranno ad essere smaltiti dalla società Fatone di Sermoneta. «Con la Rida - ha sottolineato l'assessore - sono in corso trattative relative al costo del servizio che, stando alle previsioni, dovrebbe aggirarsi attorno agli 85 euro a tonnellata. Ad oggi - aggiunge - la Rida di Aprilia, è l'unica impresa a disporre di un impianto di trattamento meccanico per la separazione dei rifiuti indifferenziati, dopo la direttiva europea e la successiva disposizione della Regione in base alle quali non è pèiù consentito il conferimento dei rifiuti urbani in discarica se preventivamente non è stato effettuato un adeguato trattamento di trito-vagliatura». Già oggi l'assessore Battisti, con i tecnici del comune cercherà di quantificare il costo del servizio, che secondo le previsioni non dovrebbe aumentare, in quanto il maggior onere dei trasporti dei rifiuti da Pontinia ad Aprilia, dovrebbe essere compensato con il riciclo dei rifiuti una volta selezionati dalla Rida Ambiente. Antonella Subiaco http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5dd0befce/pag19sabaudia.pdf Tutte le tappe che hanno portato alla decisione del Comune Un cumulo di errori Perché la discarica è diventata un luogo «a rischio» E’ la settimana decisiva per il futuro della gestione dei rifiuti a Latina e probabilmente anche nel resto della provincia. Comunque vada a finire, la scelta del Comune di portare tutto il monte rifiuti raccolto ogni giorno presso l’impianto di trattamento Rida ad Aprilia, per integrare i parametri chiesti da ll’Unione Europea, apre la strada alla rivoluzione inevitabile sulle discaric h e d i B o r g o Montello. Per capire dove si sta andando in queste ore è indispensabile cercare di dipanare cosa è successo negli ultimi anni e negli ultimi mesi dentro i due siti di via Monfalcone, quello gestito da EcoAmbiente (per i rifiuti di Latina, Anzio e Nettuno) e quello di Indeco (per tutti gli altri Comuni della provincia di Latina). Le condizioni delle due discariche e di tutto ciò che vi gira intorno sono alla base della decisione del Comune e, ancor prima, della volontà irrevocabile della Regione Lazio di non autorizzare più (dal 6 aprile 2012) il conferimento dei rifiuti in discarica senza un processo di pre trattamento. Ma che ci fosse un problema, anzi più di uno, era noto. Ad agosto 2009 l’Arpa Lazio dice chiaramente al Comune di Latina che c’è un problema di inquinamento delle falde soggiacenti e ordina l’avvio dell’iter per la bonifica e interventi in grado di bloccare perlomeno l’avanza - re del percolato verso livelli più profondi. Le due società che gestiscono i siti si sono fatte una guerra giudiziaria senza quartiere su chi doveva pagare e quanto; nel frattempo il Comune non è riuscito ad imporre una sua linea e in pratica tutto è rimasto pressoché invariato; al momento è in corso il processo per accertare le responsabilità penali sull’inquina - mento. Nello stesso anno, a settembre 2009, dell’intervento Arpa, però, succede anche che viene accertata la presenza di materiali ferrosi e con buona probabilità si tratta dei fusti tossici di cui ha parlato il pentito Carmine Schiavone. Mentre accade tutto questo è già vigente la direttiva comunitaria che imporrebbe (dal 2006) il trattamento preliminare dei rifiuti e solo dopo sarebbe possibile il conferimento in discarica. E’ un gap noto a tutti. Alla Regione che mantiene (fino a due mesi fa) l’autorizzazione pur in violazione del dettato Ue, alla Provincia che, nonostante tutto, impugna davanti al Tar la concessione regionale e comunale ad EcoAmbiente per costruire, appunto, un impianto di pretrattamento a Montello; da questo co nte nz ios o, alla fine, l’am - mi nist razi one Cusani uscirà p e r d e n t e e quindi l’i mpianto si può costruire ma intanto sono andati persi due anni di tempo e dietro l’angolo c’è una possibile m u l t a d e l l ’ U n i o n e Europea. Anche il gestore della seconda discarica, Indeco srl, ha presentato un suo progetto per la costruzione di un impianto di trattamento, pure questo contestato e la concessione è stata impugnata dalla Provincia. In simili condizioni il livello preliminare di trattamento dei rifiuti che in parte residuale devono andare in discarica è, nei fatti, bloccato. Il sito di Latina è sull’orlo della multa comunitaria. Con tutto quello che una simile decisione si può portare dietro nessuno vuole rischiare, né il Comune di Latina né la Regione Lazio. E d’altro canto, a sei anni dall’autorizzazione formale, finalmente si comincia ad utilizzare l’impianto che già esiste, quello di Rida, incompresibilmente snobbato fino a ieri dai Comuni nella consapevolezza che ciò avrebbe portato al caos. E ora ci si è andati molto vicini. G. D. M. Consiglio provinciale di lunedì prossimo DEL cambio di gestione dei rifiuti e della recente decisione dell’amministrazione provinciale di impugnare davanti al Tribunale amministrativo il piano regionale dei rifiuti si parlerà nel corso del consiglio provinciale di lunedì prossimo, al quale è stata invitata a partecipare anche la presidente della Regione, Renata Polverini. In agenda ci sono pure altri temi, tra cui la crisi economica, il problema irrisolta della ricollocazione dei lavoratori socialmente utili, la sanità, le infrastrutture. Ma inevitabilmente al centro degli interventi ci sarà quello che ormai è il «caso rifiuti> Cirilli contro L’assessore all’a mbiente del Comune di Latina, Fabrizio Cirilli, aveva detto a febbraio scorso che n e s s u n a deci sione su Montello si sarebbe potuta p re n d ere senza cons i d e r a re che si tratta di un u n i c o grande sito, anche se formalmente suss i s t o n o due gestori. E che, al di là di tutto, bisognava cominciare a p e n s a r e ad interven t i d i riassetto e b o n i fi c a , i ns o mm a il capoluogo vuole i n v e s t imenti su Mont ello prima che diventi def i n i t ivamente un inferno. E’ possibile che l’atteg - giamento del Comune abbia poi inciso su quello che hanno detto i tecnici regionali. Questo: mai più rifiuti a Montello senza pre trattamento. Necessario un nuovo passaggio in commissione ambiente Appesi alla selezione I dati sulla differenziata in centro sono negativi ma servono conferme QUALCOSA, nel conteggio della selezione dei rifiuti, deve essere errato o comunque dovrà essere approfondito se i dati forniti in commissione ambiente comunale parlano di «percentuale di perdite selezione» pari al 72,77% mentre il presidente dello stesso organo consiliare smentisce categoricamente. Stando a quelle tabelle infatti la raccolta differenziata sembra essere colata a picco, almeno nelle zone centrali della città, dove da qualche mese a questa parte sono stati posizionati i cassonetti colorati destinati alla separazione dei materiali riciclabili. Il Pd, dopo la riunione della commissione ambiente, ha puntato il dito proprio contro quel sistema, ritenuto superato e poco funzionale. Ma l’indomani del commento sulle cifre che riassumono la raccolta differenziata in centro, è arrivata la risposta del presidente della commissione comunale all’a m b i e nt e , Corrado Lucantonio. Secondo lui si parla di numeri che non esistono e conferma la necessità di un nuovo e fondamentale passaggio in commissione. «Sono io che presiedo la commissione - ha detto - e sinceramente non ricordo numeri tali, né tantomeno risultano presso il settore ambiente, come riportato in audizione dallo stesso dottor Borrelli: la reintroduzione dei cassonetti, ha risolto i problemi di degrado sui marciapiedi e non ha portato a nessun calo della differenziata, che ha retto senza flessioni. L’unico dato in controtendenza è quello relativo alla qualità del differenziato, che come ovvio, quando si ricorre al sistema dei cassonetti, perde qualcosa in qualità. Mi domando, e attendo quindi la risposta in commissione da parte dei commissari del Pd, da dove sia saltato fuori il dato catastrofico che hanno divulgato alla stampa, perché diversamente siamo di fronte a numeri fantomatici». Il problema è tutto qui. In quelle tabelle vengono riassunti infatti i numeri relativi alla raccolta di plastica ed imballaggi, vetro, ferro e alluminio, ai quali viene aggiunto il dato sul sovvallo. Questo significa che il dato negativo è relativo alla selezione, calata vertiginosamente, che di conseguenza influisce sulle tonnellate di rifiuto non selezionato alla fonte che a breve dovrà passare per la Rida Ambiente di Aprilia, la società che prenderà in carico i rifiuti di Latina prima di estrarne materiale riciclabile prima di rispedirlo alla discarica di Borgo Montello. Anche su questa questione è arrivata la risposta di Lucantonio. «Il Comune scegliendo temporaneamente di conferire presso il sito di Rida - ha detto - non ha fatto altro che uniformarsi alla normativa europea. Oltre a ciò il Pd parla di aggravi per i cittadini, quando non sa che i costi di conferimento sono praticamente gli stessi, con l’unico piccolo aggravio che è costituito dai sette chilometri in più che i mezzi che trasportano i rifiuti dovranno percorrere, ovvero la distanza che separa Borgo Montello da Campoverde, dove per l’appunto è sito l’impianto della Rida. Per quanto riguarda la filiera di governo sono mesi che denunciamo la questione anche al ministero dell’ambien - te, e questo - ha concluso Lucantonio - perché prima di ogni filiera viene il bene e l’interesse della città». Una cosa è certa: un nuovo passaggio in commissione ambiente è fondamentale perché se le cifre dovessero essere confermate, il sistema dei cassonetti andrebbe in gran parte rivisto se non del tutto annullato. Alberto Dalla libera

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