domenica 17 giugno 2012
Rio +20 sviluppo sostenibile in corso a Rio de Janeiro
(di Leonardo Cioni)
Se dipendesse dai brasiliani, Rio+20 comincerebbe con i peggiori auspici: uno studio divulgato dal ministero dell' Ambiente mostra che il 78% degli abitanti del Paese sudamericano ignora completamente l'esistenza della Conferenza internazionale dell'Onu sullo sviluppo sostenibile, che si svolge fino al prossimo 22 giugno a Rio de Janeiro.
Il rischio di un fiasco, del resto, aleggia sulla testa dei 115 capi di Stato e di governo attesi all'evento.
Lo ha confermato da ultimo il presidente francese, Francois Hollande, preoccupato che ''altre emergenze'', associate a un sentimento generale di ''indifferenza'', possano impedire di arrivare ad accordi concreti sul futuro ambientale del pianeta.
A offuscare l'importanza del summit sarebbe soprattutto la crisi finanziaria internazionale: con i gravi problemi economici correnti - sottolineano molti osservatori - difficilmente i Paesi partecipanti potrebbero accettare sacrifici e investimenti a lungo termine all'insegna della cosiddetta 'economia verde'.
Anche per questo le trattative per arrivare a un documento finale, cominciate da vari mesi a New York, sono tuttora lontane da una conclusione certa. Persino il segretario generale delle Nazioni Unite per Rio+20, il cinese Sha Zukang, ha ammesso che sara' ''molto difficile'' arrivare a un accordo comune.
Sul successo dell'iniziativa pesano poi le tante assenze importanti: a partire dal presidente Usa, Barack Obama, passando dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, e dal primo ministro britannico, David Cameron.
Chi invece ha marcato presenza, scatenando una scia di contestazioni, e' il presidente dell'Iran, Mahmoud Ahmadinejad: il Centro Simon Wiesenthal e altre organizzazioni israelite del Brasile hanno rivolto un appello affinche' gli altri partecipanti boicottino la presenza del numero uno di Teheran.
Polemiche a parte, Rio de Janeiro si trasforma per dieci giorni nella capitale mondiale dell'ambiente.
I leader globali - tra gli altri anche il presidente russo, Vladimir Putin - cercheranno di dare risposte a problemi come effetto serra, inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici e aumento del livello degli oceani. L'Onu ha rivelato per esempio che la deforestazione e' aumentata al punto da provocare costi piu' alti all'economia mondiale di quelli causati dalla crisi finanziaria del 2008.
Il Brasile, oggi sesta economia del pianeta e da sempre custode del 'polmone verde' della terra, pur con tutte le sue contraddizioni - come le discariche a cielo aperto e l'assenza, anche nelle grandi capitali, di fognature e impianti di trattamento delle acque di rifiuto - tenta di fare la sua parte e di proporre una possibile ricetta. Per la presidente Dilma Rousseff, la ''grande sfida'' di Rio+20 e' quella di ''trovare un modello che metta insieme sviluppo sostenibile, crescita economica e inclusione sociale''.
Parole che pero' suonano come contraddittorie alle orecchie dell'ex ministro dell'Ambiente e paladina dell'Amazzonia, Marina Silva, secondo cui la ''sete di consumo'' sta portando la societa' a ''sterminare il futuro''.
Per raccogliere questa e altre manifestazioni di insoddisfazione, Rio+20 contera' anche su una contro-conferenza, la cosiddetta 'Cupola dei popoli', aperta alla societa' civile e alla quale sono attese, secondo gli organizzatori (circa 200 ong ambientaliste e movimenti sociali di tutto il mondo), almeno 15mila persone
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La Conferenza internazionale dell'Onu sullo sviluppo sostenibile, Rio+20, apertasi oggi a Rio de Janeiro, discute di come la questione ambientale puo' inserirsi concretamente nello sviluppo sociale ed economico di ciascun Paese.
La serie di riunioni sull'argomento promosse dalle Nazioni Unite e' cominciata nel 1972 a Stoccolma e da allora si sono svolte altre tre conferenze, una ogni 10 anni. Rio de Janeiro era stata scelta come sede anche nel 1992: di qui il nome Rio+20 dato all'attuale appuntamento.
Per l'occasione, sono state scelte dieci tematiche vincolate allo sviluppo sostenibile: acqua e gestione delle citta', oceani, cibo e sicurezza alimentare, energia, foreste, occupazione, povertà, crisi economiche, produzione e consumo sostenibile.
L'obiettivo di Rio+20 non e' quello di produrre un protocollo vincolante, ma una ''carta di intenti'' per i prossimi anni.
L'idea e' quella di proporre una soluzione che consenta al mondo di crescere economicamente, togliere le persone dalla poverta' estrema e preservare l'ambiente: tutto allo stesso tempo. Per questo saranno necessari strumenti nuovi che evitino la crisi finanziaria e di occupazione che attualmente caratterizza lo scenario globale.
A tal fine, la settimana prima del vertice vero e proprio dei capi di Stato (20-22 giugno), si svolgeranno una riunione del comitato preparatorio (13-15 giugno) e il cosiddetto 'Summit dei popoli (15-20 giugno), a cui parteciperanno ong provenienti da ogni parte del mondo.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA 13 giugno 2012
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