mercoledì 30 maggio 2012

Pontinia la fine dell'era Trasco

Pontinia, la decisione amara in Consiglio per adeguarsi alla normativa nazionale La fine dell’era Trasco La partecipata sarà smantellata: da giugno il verde assegnato a terzi CON il consiglio comunale di lunedì a Pontinia si chiude un’epoca importante, quella della Trasco. La società partecipata che per anni ha svolto molti servizi fondamentali per l’intera città dovrà riorganizzarsi. Una riorganizzazione che ha tanto il sapore di smantellamento. Il comune di Pontinia, infatti, dopo la scottante vicenda che ha coinvolto il sindaco Tombolillo e vari amministratori, costretti a risarcire più di 800mila euro alle casse comunali, proprio per la Trasco, non se la sentono di rischiare e h a n n o d e c i s o , all’unanimità, di seguire letteralmente la legge arrivata dall’alto. Una legge che semplicisticamente divide i servizi in due tronconi: servizi strumentali e servizi pubblici locali. Nella prima categoria rientrano quelli del taglio dell’erba e della manutenzione degli edifici pubblici mentre nella seconda ci sono tutti quei servizi come trasporto, mensa e raccolta differenziata. Se la seconda categoria potrà essere riorganizzata più avanti, per la manutenzione del verde pubblico le ripercussioni sono immediate. Infatti già dal prossimo mese di giugno il comune di Pontinia ha deciso di non rinnovare la convenzione con la Trasco. Una decisione importante che avrà delle ripercussioni dirette su sette lavoratori della Trasco che non avranno più la possibilità di svolgere la propria attività all’interno della stessa partecipata. Dal prossimo giugno l’amministrazione comunale dovrà affidare questi servizi a privati tramite dei bandi pubblici. Gli amministratori cercheranno poi di poter reinserire i lavoratori usciti dal progetto Trasco. Unanime è stata la condanna ad una legge nazionale che andrà a penalizzare fortemente Pontinia per diversi punti di vista: dai lavoratori che perderanno il posto, ai servizi che probabilmente saranno qualita- tivamente più bassi e ai costi di gestione che, con bandi pubblici e aziende private, lieviteranno quasi sicuramente. Tombolillo e soci, dopo aver votato la riorganizzazione all’1 e 40 di notte, hanno mosso il primo passo verso una vera e propria rivoluzione forzata dei servizi pubblici. Unico appunto da poter fare all’inte - ra maggioranza è quella di essersi mossa con grave ritardo senza aver approfondito per tempo alternative utili a salvare servizi e lavoratori. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0becca/pag27sabaudia.pdf

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