sembra sceso di nuovo l'oblio sulla discarica di Borgo Montello e sui troppi misteri sepolti e interrati. Tra quattro mesi e mezzo saranno 50 anni che la discarica ha cominciato ad avvelenare (secondo le analisi Arpa Lazio, Ispra, secondo i periti della Procura di Latina, la commissione contro le ecomafie) le falde, l'aria, a produrre puzze e cattivi odori in via Monfalcone. Ha condizionato la vita per mezzo secolo per chi lì ci è nato e vissuto fin dalla nascita, da prima che diventasse la capitale della monnezza non solo della provincia pontina. Ha reso impossibile uscire all'aperto, respirare penetrando con le sue puzze velenose dentro le case oltrepassando infissi e murature. E' una condanna senza appello per una società, per una città ed una provincia che in gran parte ha fatto finta di non conoscere o di sapere. Quando, forse, non è stata complice o semplicemente non ha controllato. Sembra tornato l'oblio anche sulla morte di Don Cesare Boschin il parroco di Borgo Montello ucciso 36 anni fa. Ci hanno provato e riprovato in tanti a far riaprire il caso della morte di chi era il simbolo della resistenza contro il degrado, l'inquinamento e anche contro la discarica. Non sappiamo ne potremo mai sapere cosa sarebbe successo senza l'omicidio di Don Cesare, se la discarica avesse avuto vita facile anche per l'intervento della malavita, coinvolgendo anche esponenti politici. Non sappiamo se Don Cesare sarà ricordato domani o nei prossimi giorni dalla comunità religiosa e politica. Di promesse ne abbiamo lette tante. Come di articoli, comunicati, dichiarazioni, interviste di impegni. Ma non se n'è andato solo Don Cesare, in tanti residenti in via Monfalcone, davanti alla discarica si sono ammalati, anche in modo grave da malattie che potrebbero essere causati dalla presenza della discarica e che sicuramente ne hanno aggravato le condizioni fisiche. Non c'è quindi solo la Croce di Don Cesare. Da domani siamo nella Settimana Santa. Sarebbe ora che la vergogna di Borgo Montello inizi ad essere riparata. Chi non c'è più non può tornare, ne si può dare la salute a chi l'ha persa per 50 anni di veleni. Ci sono degli atti che la dignità o l'umanità se non la giustizia richiedono, oltre alla memoria. Dichiarare il post mortem adesso che è stata posta ai domiciliari il massimo dirigente della regione Lazio sarebbe ora di dare un segno di discontinuità e dichiarare il post mortem. Nove anni fa l'amministrazione Di Giorgi ha dichiarato l'impegno assunto dal consiglio comunale all'unanimità per il risarcimento alle famiglie di via Monfalcone davanti alla discarica. Concludete quell'iter, è vergognoso che dopo altri 9 anni, non sappiamo per quale motivo, non lo abbiate fatto.
1. La discarica inizia la sua attività l’11 agosto del 1971. Il comune affida la gestione ai proprietari del terreno con il contratto numero 36389. I proprietari erano Umberto Chini e Andrea Proietto (società PRO.CHI srl).
2. Il contratto viene rinnovato fino al 31 dicembre 1982.
3. Nel 1982 entra in vigore il DPR 915/82, che poneva una serie di vincoli alla gestione della discarica. I proprietari del terreno decidono di non rinnovare il contratto con il comune di Latina. L’ultimo contratto noto è il Rep. n.51142 del 03.09.1982.
4. Il comune di Latina emana un provvedimento di esproprio della discarica, gestendola in proprio fino al luglio del 1986 (ordinanza n. 104 del 30.06.1983).
5. Dall’agosto del 1986 la prima discarica - corrispondente all’attuale sito S0 - risulta dismessa.
6. L’estensione del sito S0 è pari ad una superficie di 4 ettari, con un volume stimato di rifiuti di 400 mila metri cubi (dati studio Enea).
7. Con l’entrata in vigore del D.P.R. 10.09.1982, n.915 (pubblicato sulla G.U. del 15.12.1982), Umberto Chini e Andrea Proietto, qualificandosi esercenti attività di smaltimento dei rifiuti e avvalendosi del regime transitorio di cui all’art. 31 del D.P.R. n. 915/1982, non rinnovavano più il contratto con il Comune di Latina ma richiesero ed ottennero dalla Regione Lazio l’autorizzazione a continuare la gestione della discarica controllata dei rifiuti solidi urbani e speciali del Comune di Latina (dell’originaria superficie di circa 5 ettari), con ampliamento fino all’estensione di 42 ettari circa (Deliberazione Giunta Regionale Lazio n. 5225 del 27.09.1983). In forza di
questo provvedimento, la PRO.CHI. s.r.l., iniziò un’attività di discarica autonoma.
Presidente della Regione Lazio all’epoca era Bruno Landi (mandato: 24 marzo 1983 - 18 aprile 1984 - fonte: Wikipedia) divenuto negli anni successivi amministratore delegato di Ecoambiente, attuale gestore di una parte dell’impianto di Borgo Montello, oltre che “factotum” dell’avvocato Manlio Cerroni. Il primo invaso di discarica, identificato con l’acronimo S1, venne realizzato dalla Società PRO.CHI. nell’anno 1983 senza alcuna barriera di protezione della falda.
8. Nel 1983 la PRO.CHI. avvia la coltivazione del sito S1.
9. La PRO.CHI ottenne ulteriori autorizzazioni anche dall’Amministrazione Provinciale di Latina (Deliberazioni Giunta Provinciale n. 190 del 3.02.1987, n. 512/1988 e n. 882/1988), allora competente per delega regionale, nonostante la
contrarietà espressa dal Comune di Latina formalizzata anche con ricorsi giurisdizionali che, al contempo fu costretto a ricorrere alla adozione di provvedimenti di requisizione dell’area di discarica, per garantire la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti.
Presidente della Regione Lazio all’epoca era Bruno Landi (mandato: 17 maggio 1987 - 27 luglio 1990 - Fonte: wikipedia).
10. Nel 1988 la PRO.CHI. cede l’impresa alla Guastella Impianti di Roma.
11. Nell’aprile 1989 venne avviato l’ampliamento denominato S2 (fonte Ecoambiente).
12. Il 30 ottobre 1989 si costituisce la Ecotecna Trattamento rifiuti srl. Amministratore delegato: Girolamo Albanese (fino 20/12/1989), seguito da Renato Primiani 1 . Presidente Pietro Antonio Marchelli, sostituito poi il 30/7/1990 da Adriano Musso. Il 26 marzo 1991 Biagio Giuseppe Maruca è nominato amministratore delegato (cessazione della carica il 13 febbraio 1992; poi rinominato il 27 settembre 1993).
1990-1992 - La gestione del gruppo Acqua, la Ecotecna, i rifiuti industriali
13. Nel marzo 1990 viene avviata la coltivazione dell’invaso S3, attivo fino al febbraio 1991.
14. Il 31 dicembre 1990 la Guastella Impianti viene incorporata dalla Ecomont 2 .
15. Nel 1990 si costituisce il consorzio Ciseco costituito dalle società chimiche Bristol, Recordati e Sigma Tau per realizzare un centro di smaltimento di rifiuti industriali a Borgo Montello. Il consorzio possiede nella zona 17 ettari di terreno adiacente la
discarica di Borgo Montello. Il progetto aveva ottenuto un finanziamento di 57 miliardi di lire da parte del ministero dell'Ambiente 3 .
16. 18 settembre 1990. Il CdA del gruppo Acqua (fratelli Pisante) approva una fidejussione a favore di Ecotecna srl, partecipata al 51% (il restante 49% fa capo dalla Guastella Impianti), a favore della Banca Commerciale di Latina. Importo della fideiussione 1,8 miliardi di lire 4 .
17. Nel novembre del 1990 la Procura di Latina avvia un’indagine (la prima di cui si ha notizia) sulla discarica di Borgo Montello 5 per “violazione della normativa in materia di impianti, di accumulo e smaltimento di rifiuti”.
1 Agenzia Ansa, 27 maggio 1993: “APPALTI NETTEZZA URBANA A ROMA:CONDANNE - Roma, 27 mag
Con la condanna ad un anno di reclusione per l' accusa di falso ideologico, si e' concluso oggi il processo contro l' ex assessore alla Nettezza Urbana Luigi Celestre Angrisani e dell' ex direttore dell''' Amnu''Renato Primiani, si e' concluso il processo per le irregolarita' nella fornmitura al Comune di Roma di nuovi automezzi per la raccolta di rifiuti e di cassonetti. Il tribunale ha invece dichiarato prescritti i reati di peculato e di interesse privato in atti d' ufficio. Per i due imputati il pm Gianfranco Mantelli aveva chiesto quattro anni di reclusione. I fatti si sono svolti nel 1982 e percio' il giudizio si e' svolto secondo il vecchio codice di procedura penale".
2 “Quest’ultima società, che originariamente si chiamava SO.RE.G.IN (Società Realizzazioni Gestioni Industriali), era stata costitutita da un operaio e un commercialista (capitale sociale 20 milioni) presso lo studio di un notaio di Roma: questo studio notarile si trova nello stesso palazzo dove abita il palermitano su indicato che, insieme ad altri prestanome, nell’ottobre 1989, sempre presso lo stesso Notaio, costituisce la società "Ecotecna Trattamento Rifiuti", la quale dopo poco tempo verrà incaricata di gestire la discarica per rifiuti industriali”. (dossier Legambiente)
3 Ansa, 24 novembre 1990
4 Fonte: verbali Cda gruppo Acqua
5 ANSA, 13 novembre 1990: La Procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Latina ha avviato un' indagine sulla discarica di Borgo Montello. Si tratta di una verifica con sopralluoghi di natura tecnica affidata ad esperti in urbanistica e chimica i quali dovranno accertare eventuali responsabilita' penali per violazione della normativa in materia di impianti, di accumulo e smaltimento di rifiuti. Al di la' delle verifiche sul rispetto delle norme e il trattamento dei rifiuti da parte della societa' ''Guastella'', titolare dell'impianto, l'inchiesta viene indirizzata ad accertare la legittimita' degli atti amministrativi che sono stati adottati finora in relazione soprattutto alla realizzazione dell' impianto di smaltimento dei rifiuti previsto dal piano regionale triennale. La discarica di Borgo Montello e' interessata anche da un progetto di industrie, il Ciseco, per lo smaltimento dei rifiuti tossici. In un comunicato, la Procura afferma che i tempi necessari per tutte le verifiche sono di due mesi.
18. Il 20 novembre 1990 la giunta regionale del Lazio (presidente Rodolfo Gigli) approva il “piano di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti industriali”. Uno degli impianti viene localizzato a Latina, a Borgo Montello.
19. Il 30 maggio 1991 un gruppo di industrie farmaceutiche presenta il progetto per l’impianto di incenerimento di rifiuti industriali a Borgo Montello, durante il convegno “Ambiente, territorio, industria chimica” 6 .
20. Il 21 ottobre 1991 il Cda del Gruppo Acqua approva la cessione del 51% di Ind.eco alla BFI Italia srl, per la somma di 1,505 miliardi di lire.
21. Con l’Ordinanza n. 575 del 04/11/1991, più volte reiterata, il Presidente della Giunta Regionale del Lazio pro tempore, autorizza la messa in esercizio della discarica
22. Il 31 gennaio 1992 il sindaco di Latina Redi firma un’ordinanza vietando ai
comuni di Velletri, Anzio e Nettuno il conferimento dei rifiuti nella discarica
di Borgo Montello.
23. Il presidente della giunta regionale Rodolfo Gigli firma un ordinanza il 10
febbraio del 1992 autorizzando lo sversamento dei rifiuti dei comuni di Velletri, Anzio e Nettuno.
24. L’11 marzo del 1992 il Tar conferma la decisione
della giunta regionale.
25. Il 30
marzo 1992 il Cda del gruppo Acqua approva la cessione alla Emas srl “dei
progetti relativi a nuove iniziative nel Settore dei Rifiuti Industriali di cui
alcuni già sviluppati con offerta alla Pubblica Amministrazione”. Il cantiere
di Borgo Montello viene valutato 238 miliardi di lire (offerta presentata) [1]
26. 8 luglio 1992. Il presidente della regione
Lazio, Rodolfo Gigli, firma due
ordinanze con le quali proroga l'autorizzazione ai comuni di Anzio e Nettuno, a scaricare i propri rifiuti solidi
urbani nella discarica di Borgo Montello.
27. 28 agosto 1992. Ulteriore proroga per Nettuno,
fino al 15 settembre.
28. Il 26 ottobre 1992 il Cda del gruppo Acqua approva la cessione alla SERVIZI INDUSTRIALI
S.R.L. della partecipazione INDECO S.R.L., Latina, posseduta al 25,5% del
capitale sociale di L. 20.000.000 interamente versato al valore/prezzo della
partecipazione dell'ordine di L. 2,000 milioni oltre al trasferimento
dell'intero credito per finanziamento verso IND.ECO. S.R.L. dell'importo di L.
3.500 milioni [2].
1993
- La gestione del Gruppo Grossi/BFI - |
29. 4 febbraio 1993. Il presidente della giunta
regionale Giorgio Pasetto proroga i
termini per il funzionamento della discarica 2B di Borgo Montello, dove vengono
conferiti i rifiuti industriali “non tossici e non nocivi”. L’ordinanza era
stata proposta dall’assessore all’ambiente Antonio
Delle Fratte.
30. 21 aprile 1993. La giunta regionale
(presidente Pasetto) conferma nuovamente l’autorizzazione al conferimento di
rifiuti a Borgo Montello per i comuni di Velletri, Anzio e Nettuno.
[1]
ANSA, 30 maggio 1991: Le industrie farmaceutiche scendono in campo per smaltire
i propri rifiuti. E' il caso di alcune ditte farmaceutiche che si sono
impegnate in un progetto che prevede la realizzazione di un impianto in grado
di recuperare il 90% degli scarti di lavorazione e di mercato (carta, cartone,
vetro, plastica, alluminio), e termodistruggere il restante 10 per cento, con
un investimento complessivo di 32 miliardi di lire.
I tempi di realizzazione dell'impianto, presentato
oggi nel corso del convegno "Ambiente, territorio , industria
chimica", sono di 15 mesi, ed esso verra' localizzato a Borgo Montello
(Latina) in un terreno di 15 ettari.
In Italia i rifiuti dell'industria farmaceutica
finiscono per l'80 per cento in discarica, mentre il 20 per cento viene
smaltito o nell' unico impianto italiano abilitato alla termodistruzione di
questi rifiuti, in Lombardia, oppure inviato all' estero, soprattutto in
Francia e in Germania.
''L'impianto di termodistruzione - ha detto Pietro
Annesi, direttore della Sigma Tau - sara' in grado di distruggere 20.000
tonnellate di rifiuti e recuperarne 100.000, oltre a produrre energia elettrica
che verra' venduta ai comuni vicini o all'Enel''.
[1]
Fonte: verbali Cda gruppo Acqua (atti inchieste giudiziarie)
[1]
Fonte: verbali Cda gruppo Acqua (atti inchieste giudiziarie)
[1]
Fonte: verbali Cda gruppo Acqua (atti inchieste giudiziarie)
[2]
Fonte: verbali Cda gruppo Acqua (atti inchieste giudiziarie)
21 AGOSTO 2016
Coletta vuole un'altra piazza da intitolare a don Cesare Boschin e pensa di costituirsi parte civile nell'eventuale processo per l'omicidio del Parroco di Borgo Montello. Claudio Gatto parla dello scioglimento del comitato contro la discarica, Felice Cipriani e Luciano Boschin https://pontiniaecologia.blogspot.com/2016/08/coletta-vuole-unaltra-piazza-da.html
SABATO 14 NOVEMBRE 2020
Felice Cipriani: Intervista sull'omicidio di Don Cesare Boschin, i problemi e prospettive per la Provincia di Latina e il mio impegno sociale. https://pontiniaecologia.blogspot.com/2020/11/felice-cipriani-intervista-sullomicidio.html
lo strano caso di don Cesare, l'omicidio del parroco di Borgo Montello, Importante incontro svoltosi ieri a Roma presso l’associazione Culturale Enrico Berlinguer. https://pontiniaecologia.blogspot.com/2016/11/lo-strano-caso-di-don-cesare-lomicidio.html
Cesare Boschin (Silvelle, 8 ottobre 1914 – Borgo Montello, 29 marzo 1995) è stato un presbitero italiano misteriosamente assassinato.Il suo omicidio è tuttora irrisolto. Associazioni locali e movimenti nazionali come Libera ritengono che sia stato ucciso perché si oppose alle infiltrazioni della camorra nel Lazio.[1]
A Cesare Boschin sono intitolati due presidi dell'associazione antimafia Libera: il presidio di Camposampiero (PD)[2] e il presidio del Sud Pontino[3]. tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Boschin
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8isfEqD3-Kf4GAsHfUPTXr0iF87fI2lyKZK1YmLvuCXJGV1EBt-cOR9btFqIoUWLnuKdg_ZMQ_PerjDn9_snAia-6aKwiIcy0hkfXgqquA8kVwTr6SbzSj7LuyOiISQ2gGCLnm-x5OgWe/s1600/S22C-616061113350_0004.jpg
tratto da https://mobile.ilcaffe.tv/img_articoli/big/2015/03/1042.png
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpmhIBs9svj7CdDAVW5j-e1cPjh4m1OVDHpnR5gX9IHoLCy0pWoL6O9Jbj1d7N0dv-6NrLhj6Y-RBOgEOdo7l-VKiBWRLQi4SejlymL8hW4hfAUIZ3UuwyqIjFSoIS6Wf12jVT8jo5Fd0j/s1600/S22C-616051208220_0001.jpg https://i.ytimg.com/vi/mIT75Vv3g1I/maxresdefault.jpg
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