L'autore
Felice Cipriani rivela che l'ispirazione per il libro gli arriva a
Sappada leggendo un libro sulla bonifica pontina scritto da Monica
Zornetta “La terra tra le mani”. Nella sua prefazione al libro
“quello strano delitto di don Cesare”, don Luigi Ciotti di Libera
scrive che Cipriani è partito da lontano. Infatti l'autore ha voluto
dimostrare la dabbenaggine di un'intera classe politica che ha fatto
realizzare una discarica nel posto più sbagliato. Spiega che dopo
l'omicidio il comitato di centinaia di persone attiviste contro la
discarica si è ritirato. A 2 ore dalla notizia della morte nella
curia, don Giovanni e un'altro sacerdote si stavano preparando, in
qualità di corrispondenti locali di giornali nazionali cattolici,
l'Avvenire, a scrivere dell'omicidio, ma è arrivato l'ordine dal
Vescovo che dell'omicidio non bisognava parlarne. Cipriani rivela la
stranezza che delle 300 persone ascoltate dalle forze dell'ordine
nessuno delle persone vicine o residenti nei pressi della canonica,
siano state interrogate. Così come delle banconate per un importo di
circa 5 milioni non sarebbero state viste dai carabinieri. Dalla
scena del delitto sarebbero scomparse alcune foto e le agende dove
don Cesare segnava le informazioni, mentre il prezioso calice e i
soldi non vengono toccati. Nelle indagini si segue la pista dei 3
polacchi. Da tutta una serie di conferme si viene a sapere che la
pista del prestito e quindi la pista dell'usura non aveva senso, in
quanto i prestiti che don Cesare elargiva non superavano il mezzo
milione di lire. La tesi della bravata in seguito all'uso di droga,
per Cipriani, non regge in quanto l'uso di droga non fa spaventare,
come invece si poteva pensare. Cipriani spiega perchè nemmeno la
tesi della sessualità non regge. Don Cesare aveva un cancro ad un
polmone. La signora Franca racconta di aver assistito (senza
percepire le parole) ad una visita di una persona che, probabilmente,
don Cesare non stimava in quanto fa rimanere in piedi l'ospite mente
il parroco mangiava. Per Cipriani ci sono altri particolari, quali la
partita della nazionale contro l'Ucraina e che, secondo alcuni
testimoni, don Cesare aveva il sospetto di essere osservato e temeva
di essere ucciso. Particolare confermato dal giornalista e scrittore
Paolo Iannuccelli che aveva parlato, poco dopo l'omicidio,
all'estero, con un conoscente di don Cesare.
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