Per don
Felipe (Filippo) che aveva conosciuto don Cesare, essendo stato
ospite ed avendo collaborato con lui a Borgo Montello non è
possibile, per un paese civile, quale dovrebbe essere l'Italia, che
non si sia indagato a fondo per capire le cause, il movente e i
responsabili dell'omicidio.
Si è
chiesto perchè non sono state sentite tutte le persone che viveano
nella zona che frequentavano abitualmente don Cesare. I Vescovi
avrebbero chiesto di chiudere la pratica per evitare di parlare di
certi argomenti.
Claudio
Gatto ha ripercorso più volte la storia della sua amicizia e
collaborazione con don Cesare, a Latina, nell'altra presentazione del
libro, aveva parlato di alcuni aspetti, ieri ha voluto ripercorrere
la storia della droga in quanto, nella seconda metà degli anni '60,
Borgo Montello era diventato il centro di smistamento.
Dal
porto turistico di Nettuno, dove arrivavano i carichi di droga, una
persona con la Renault 5 bianca arrivava al borgo da dove poi partiva
verso le vari città e località.
Informato
don Cesare del problema il Parroco informava le famiglie che
procedevano ad attuare, nei confronti dei giovani vittime della
droga, il “metodo Muccioli”.
Poi
negli anni '70 è arrivato il traffico e lo smaltimento dei rifiuti,
con la discarica insieme ai trucchi per aumentare il peso dei rifiuti
e di conseguenza maggiorare il guadagno per chi smaltiva in
discarica.
Anche
di questo aspetto veniva informato don Cesare che poi avrebbe
iniziato ad attivarsi, impegnandosi in difesa del territorio fino
alla data della sua morte.
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