Lettera Ai giornali.
Da oltre un mese sulla
stampa locale della provincia di Latina viene riproposta la
drammatica storia dell’uccisione del parroco di Borgo Montello
Mons. Cesare Boschin.
Complice il libro da me
scritto su quello “Strano Delitto”.
I cronisti nei loro
articoli hanno scritto molto sull’episodio dell’uccisione e di
quella drammatica notte del 30 aprile del 1995 e poco sulle
circostanze che l’hanno determinata e cioè la discarica.
Come si sa le terre che
ospitano discariche si tirano dentro tanti altri problemi. Oltre alle
conseguenze ecologiche e sanitarie, intorno al ciclo dei rifiuti sono
girati milioni di lire e girano milioni di euro che attirano la
criminalità organizzata.
Secondo il racconto di
Carmine Schiavone, a Borgo Montello era nata la prima Gomorra
dei rifiuti industriali: per ogni bidone il clan riceveva
cinquecentomila lire, ha raccontato nel 1996 ai carabinieri. Fusti
interrati almeno fino alla fine degli anni ’80 diceva. E poi scarti
dell’industria farmaceutica, come racconta Sergio un cacciatore che
scalava le montagne di fiale abbandonate per raggiungere le prede.
Gli abitanti di Borgo
Montello si sono opposti alla discarica e al suo ampliamento con
petizioni, manifestazioni, cortei per il borgo. Hanno protestato
presso le istituzioni, preso le manganellate, sono stati ingannati
dal sindaco del comune di Latina, che si schierò davanti ai cancelli
per protesta e dopo alcuni mesi fece approvare una delibera che
creava le condizioni per l’ampliamento della discarica.
Più di qualcuno ha perso
la vita per forme di cancro e malattie la cui causa sospetta è
dovuta ai miasmi, al percolato, alle polveri e all’inquinamento
dell’aria e dell’acqua per via della discarica.
Don Ciotti nella
prefazione del libro dice che son partito da lontano, sì! Mi sono
soffermato, molto sulla storia e le vicende del territorio per far
risaltare ancor di più l’insensibilità e le responsabilità di
chi l’ha governato e amministrato, consentendo il deturpamento e il
disastro ambientale di una zona di grande valenza ambientale, e
storico-culturale.
I rifiuti al posto degli
Etruschi, Volsci e Romani e della antica città di Satricum, al posto
del fascio/comunismo, i rifiuti al posto del martirio cristiano,
dell’epica battaglia del grano, al posto della bonifica, i rifiuti
sui coloni veneti e a confine di una città nuova, che in quanto tale
poteva benissimo organizzare un diverso modo per smaltirli. Per fare
un quadro completo della discarica occorrerebbe un ricercatore
d’archivio che lavori mesi e mesi nel vagliare documenti, atti
amministrativi del comune di Latina, Regione Lazio, sentenze del Tar,
Camere di Commercio di mezza Italia, atti giudiziari, Asl, Enea, ecc.
Nel mio libro ho dovuto sintetizzare il tutto avvalendomi di studi e
ricerche fatti da organizzazioni e associazioni qualificate. Al di la
delle carte di una cosa mi sono convinto, ed è che tutto quello che
ha ruotato attorno alla discarica sa di malaffare, malcostume,
ladrocinio, inquinamento del territorio e delle coscienze. Su Borgo
Montello vi è stato un accanimento di malcostume che ha visto
coinvolte anche le Istituzioni. Tutti hanno contribuito a stuprare
questo territorio. Da Industrie del Nord, del Sud e del Centro. A
questo va aggiunto che le scelte operate dalle pubbliche
amministrazioni hanno solo favorito le infiltrazioni malavitose che
prendono il nome di camorra e mafia. E da qui che bisogna partire per
capire il perché della uccisione di Don Cesare Boschin. Su Don
Cesare si sono addensati sospetti immorali. Io ne ho ricostruito la
storia sin dalla sua giovinezza per far capire di che “qualità”
era questo sacerdote e quanto era il suo amore per la missione
sacerdotale. Ho insistito sugli aspetti dell’etica e della morale.
Felice Cipriani,
scrittore della Memoria. 338 8557967
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