C’è un macaone nato da una mezzoretta. Non ha ancora le ali stese e per questo si aspetta il momento in cui sarà in grado di volare per liberarlo all’aperto. Perché nel “Giardino delle farfalle” non esistono serre o confini: la parola d’ordine è libertà. Soprattutto la libertà di resistere e andare avanti. Quella di aggrapparsi con le unghie al futuro di un territorio che, seppur minato dal sisma del 2016, ha dentro di sé le potenzialità per risorgere e riprendere quota. Come...
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A Cessapalombo (Macerata) Fabiana e Patrizio hanno deciso di aprire "Il Giardino delle Farfalle" in uno dei luoghi dove il sisma ha colpito duro. Nella loro oasi naturalistica le farfalle nascono e rimangono per tutto il loro ciclo vitale grazie alle piante e i fiori seminati. "Dovremmo fare come loro, che hanno una vita breve ma ricca di emozioni"
C’è un macaone nato da una mezzoretta. Non ha ancora le ali stese e per questo si aspetta il momento in cui sarà in grado di volare per liberarlo all’aperto. Perché nel “Giardino delle farfalle” non esistono serre o confini: la parola d’ordine è libertà. Soprattutto la libertà di resistere e andare avanti. Quella di aggrapparsi con le unghie al futuro di un territorio che, seppur minato dal sisma del 2016, ha dentro di sé le potenzialità per risorgere e riprendere quota. Come una farfalla che, fuoriuscita dal bozzolo, inizia a esplorare il mondo.
È Cessapalombo, piccolo comune in provincia di Macerata, la casa di questo progetto ambientale fondato sull’amore. Qui Fabiana, originaria di Imola, c’è arrivata grazie a Patrizio. E insieme hanno deciso di creare questo sogno: un parco didatticoper scuole e famiglie. Un’oasi naturalistica dedicata alle farfalle dei monti Sibillini che qui nascono e rimangono per tutto il loro ciclo vitale grazie alle piante e i fiori seminati.
Sono ben 851 infatti le specie che frequentano l’area e al “Giardino per le farfalle” le conoscono tutte, le distinguono dai minimi particolari, dai dettagli che fanno la differenza. Ma a fare la differenza è anche la caparbietà di Fabiana e Patrizio. Perché il terremoto qui ha colpito duro. Ha reso inagibile la loro casa e il museo. Così per ripartire c’è stato bisogno di un nuovo sforzo e della solidarietà delle persone.
La spinta per ripartire è arrivata da chi ci ha aiutato, da tutta Italia. E per noi adesso questo non è più un lavoro, ma una missione
“La spinta per ripartire è arrivata proprio dalla gente. Da chi ci ha aiutato, da tutta Italia, – racconta Patrizio Tassoni – al punto che per noi, adesso, questo non è più un lavoro. È diventata una missione. Attrarre persone, farle emozionare e contribuire alla crescita del Parco dei Monti Sibillini. Perché è così che ci si rialza dalla botta che abbiamo preso”. Adesso il centro didattico è collocato in una baita in legno, donata da un avvocato di Mantovache l’aveva acquistata per il terremoto dell’Emilia. Al suo interno è stato riallestito il museo: un vero e proprio tour in tutte le fasi di vita delle farfalle. Pensato a misura di bambino. Ci hanno impiegato 17 mesi per ripartire, perché la burocrazia che rallenta e imbriglia ogni tentativo di rinascita, anche qui a Cessapalombo si è fatta sentire. Per Fabiana e Patrizio, però, è stata solo un altro ostacolo con cui fare i conti. Un ostacolo da affrontare e superare. Loro ce l’hanno fatta. Hanno riaperto il centro e uno spazio di ristorazione dedicato alla degustazione dei prodotti tipici.
“Dovremmo imparare tutti dalle farfalle – ammette Patrizia – che hanno una vita breve ma decisamente intensa. Una vita di emozioni. Proprio come dovrebbe essere la nostra”. Accanto a lei così compaiono, quasi per magia, due cedronelle, nome comune delle Gonepteryx rhamni. Sono impegnate nella danza del corteggiamento. Quella che anche solo osservandola riesce a insegnarti il ritmo semplice e misericordioso della vita. Della vita che va avanti, in nome dell’amore.
di Genziana Project
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