ROMA - Essere casalinghi e pantofolai fa bene all'ambiente. Lo sostiene una ricerca pubblicata sulla rivista americana Joule e citata dal New York Times.
Gli statunitensi, rileva la ricerca, passano più tempo in casa, grazie alle nuove tecnologie: questo si traduce in un minor consumo di energia, e quindi in una minor produzione di gas serra. Nel 2012 gli americani hanno trascorso a casa in media 7,8 giorni in più all'anno rispetto al 2003. Questo ha ridotto la domanda nazionale di energia dell'1,8%, con un calo di 1.700 trilioni di BTU (British Thermal Unit, l'unità di misura dell'energia usata negli Usa e nel Regno Unito). Secondo la ricerca, il consumo di energia al minuto quando si va all'esterno è in media 20 volte quello di quando si sta a casa.
Gli americani escono meno perché internet e le nuove tecnologie permettono loro di fare molte più cose rimanendo in poltrona: lavorare col telelavoro, fare la spesa dal pc o dallo smartphone, guardarsi film e serie sulla smart-tv. L'aumento del tempo passato in pantofole è stato particolarmente significativo per i giovani dai 18 ai 24 anni: ben 14 giorni in più nel 2012 rispetto al 2003.
Gli statunitensi, rileva la ricerca, passano più tempo in casa, grazie alle nuove tecnologie: questo si traduce in un minor consumo di energia, e quindi in una minor produzione di gas serra. Nel 2012 gli americani hanno trascorso a casa in media 7,8 giorni in più all'anno rispetto al 2003. Questo ha ridotto la domanda nazionale di energia dell'1,8%, con un calo di 1.700 trilioni di BTU (British Thermal Unit, l'unità di misura dell'energia usata negli Usa e nel Regno Unito). Secondo la ricerca, il consumo di energia al minuto quando si va all'esterno è in media 20 volte quello di quando si sta a casa.
Gli americani escono meno perché internet e le nuove tecnologie permettono loro di fare molte più cose rimanendo in poltrona: lavorare col telelavoro, fare la spesa dal pc o dallo smartphone, guardarsi film e serie sulla smart-tv. L'aumento del tempo passato in pantofole è stato particolarmente significativo per i giovani dai 18 ai 24 anni: ben 14 giorni in più nel 2012 rispetto al 2003.
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