Con dei rilevamenti effettuati nelle ultime settimane a Palermo, Greenpeace ha ultimato una serie di monitoraggi della qualità dell’aria nelle quattro città italiane più colpite dall’inquinamento da biossido di azoto (NO2): Milano, Torino, Roma e, per l’appunto, il capoluogo siciliano. A partire dallo scorso ottobre, l’associazione ambientalista ha realizzato 40 monitoraggi in 40 giorni diversi presso altrettanti istituti scolastici (asili o elementari) di queste città: 39 monitoraggi su 40 hanno rilevato concentrazioni di NO2 superiori ai 40 microgrammi per metro cubo (μg/m3), valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana.
Come spiega il report “Ogni respiro è un rischio”, il biossido di azoto - che negli ambienti urbani proviene per il 70-80 per cento dal settore dei trasporti, e in massima parte dai diesel - è classificato tra le sostanze certamente cancerogene. I suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. È inoltre particolarmente nocivo sui bambini, cosa che spiega la tipologia di monitoraggio realizzata da Greenpeace.
A causa dei ripetuti sforamenti dei valori massimi di concentrazione sia di particolato che proprio di biossido di azoto, l’Italia è attualmente sotto procedura d’infrazione da parte della Commissione europea. Domani il ministro dell’Ambiente Galletti sarà a Bruxelles per un confronto in extremis con Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, prima che il nostro Paese venga deferito alla Corte Europea.
«La situazione riscontrata a Palermo, con concentrazioni al di sopra della soglia OMS nei pressi di nove scuole su dieciall’orario della prima campana, conferma un quadro che appariva già evidente: da nord a sud, le città italiane sono assediate dai veleni dei diesel. E i bambini, che sono i più colpiti dagli effetti patogeni di queste sostanze, sono tutto fuorché al riparo», dichiara Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia «Quanto evidenziato da Greenpeace, peraltro in linea con i valori delle reti di monitoraggio ufficiali, segnala non solo un grave problema di qualità dell’aria, quanto un’emergenza sanitaria diffusa che esige soluzioni urgenti»
La situazione peggiore appare quella registrata a Torino e Milano: da una media dei rilevamenti svolti in queste due città si ottengono valori superiori agli 80 μg/m3, più che doppi rispetto alla soglia sanitaria individuata dall’OMS. Palermo e Roma, per contro, mostrano una situazione appena meno grave: la prima con valori medi prossimi ai 70 μg/m3, la seconda con valori medi di poco inferiori ai 60 μg/m3.
Da quando ha iniziato a effettuare questa campagna di monitoraggi, Greenpeace ha incontrato rappresentanti dei governi delle quattro città oggetto della sua campagna, per chiedere di adottare presto provvedimenti radicali per abbattere l’inquinamento da NO2, prevedendo un percorso di progressiva limitazione alla circolazione dei diesel, fino al loro bando a partire dal 2021.
«Dal disinteresse ostinato della giunta Raggi per i problemi che segnaliamo, alla sincera preoccupazione degli assessori di Torino per le condizioni della loro città; dalla disponibilità del sindaco di Palermo Orlando ai piani ambiziosi di Milano in materia di mobilità, le città con le quali ci stiamo confrontando hanno sfide enormi davanti a loro, che richiedono coraggio e che non possono più essere rinviate», ha aggiunto Boraschi. «Al momento nessuna tra queste sembra orientata a fare quanto stanno facendo altre città europee: dare una data di “scadenza” ai diesel, oltre la quale questi veicoli non potranno più circolare nei centri urbani. Questo sarebbe il modo più efficace per dimezzare in breve tempo l’inquinamento da NO2», conclude.
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