Banane, mele, pomodori, ma anche insalata, peperoni, pere e uva: sono queste le categorie ortofrutticole che più contribuiscono agli sprechi alimentari dei supermercati. Lo afferma uno studio svedese della Karlstad University, pubblicato sulla rivista Resources, Conservation and Recycling.
Secondo i ricercatori questi 7 prodotti contribuiscono a quasi la metà degli scarti di frutta e verdura fresche nei negozi. Potenzialmente, affermano, lo spreco di cibo si potrebbe ridurre concentrando l'attenzione solo su questa serie ristretta di alimenti. Misure ad hoc potrebbero ridurre gli sprechi con vantaggi per l'ambiente e per le tasche dei rivenditori.
Il team ha analizzato gli sprechi di frutta e verdura di tre grandi supermercati svedesi sulla base di tre fattori: quantità, costi economici e impatto sul clima. Le banane sono risultate il prodotto peggiore: maturano molto rapidamente e finiscono così più spesso nella spazzatura di ogni altro prodotto. Sono anche il frutto con l'impatto ambientale maggiore. Guardando solo alle ricadute economiche degli sprechi i prodotti peggiori sono risultati lattuga ed erbe aromatiche fresche.
Il grosso dei costi associati agli sprechi, circa l'85%, è risultato legato ai prodotti in sé che finiscono nella spazzatura. I costi gestionali, legati alla rimozione degli scarti, ammontano a circa il 6%. Un altro 9% è legato alle ore perse dai commessi per rimuovere i prodotti, registrate le perdite e smaltire gli scarti. Secondo l'analisi costi-benefici condotta dai ricercatori ai rivenditori converrebbe investire di più nell'aumento di ore che il personale dedica alla gestione degli scarti, con l'obiettivo di ridurli. Una migliore supervisione del reparto ortofrutta inoltre aiuterebbe i supermercati a calibrare meglio gli ordini ai grossisti.(ANSA).
Secondo i ricercatori questi 7 prodotti contribuiscono a quasi la metà degli scarti di frutta e verdura fresche nei negozi. Potenzialmente, affermano, lo spreco di cibo si potrebbe ridurre concentrando l'attenzione solo su questa serie ristretta di alimenti. Misure ad hoc potrebbero ridurre gli sprechi con vantaggi per l'ambiente e per le tasche dei rivenditori.
Il team ha analizzato gli sprechi di frutta e verdura di tre grandi supermercati svedesi sulla base di tre fattori: quantità, costi economici e impatto sul clima. Le banane sono risultate il prodotto peggiore: maturano molto rapidamente e finiscono così più spesso nella spazzatura di ogni altro prodotto. Sono anche il frutto con l'impatto ambientale maggiore. Guardando solo alle ricadute economiche degli sprechi i prodotti peggiori sono risultati lattuga ed erbe aromatiche fresche.
Il grosso dei costi associati agli sprechi, circa l'85%, è risultato legato ai prodotti in sé che finiscono nella spazzatura. I costi gestionali, legati alla rimozione degli scarti, ammontano a circa il 6%. Un altro 9% è legato alle ore perse dai commessi per rimuovere i prodotti, registrate le perdite e smaltire gli scarti. Secondo l'analisi costi-benefici condotta dai ricercatori ai rivenditori converrebbe investire di più nell'aumento di ore che il personale dedica alla gestione degli scarti, con l'obiettivo di ridurli. Una migliore supervisione del reparto ortofrutta inoltre aiuterebbe i supermercati a calibrare meglio gli ordini ai grossisti.(ANSA).
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