In questi giorni stiamo assistendo a un tam tam di ordini, contrordini, lamentele, e critiche su una situazione che sta diventando davvero pericolosa per tutti. E soprattutto sui rimedi, che per quanto blandi possano essere, qualcosa in questo momento si dovrà fare. Chiudere i centri urbani alle auto? Il Cnr, insieme ad altre istituzioni, negli ultimi venticinque anni, ha condotto molti studi epidemiologici. I risultati, che tra l’altro sono in linea con quelli di altri Paesi, dicono che l’inquinamento atmosferico è molto pericoloso per la salute umana. E’ stato comunque dimostrato che chiudere i centri urbani alle auto private per almeno due settimane fa scendere sensibilmente i livelli di pericolosità nell’aria. Ma mentre a Milano si può, perché il servizio pubblico funziona benissimo, tanto che anche io mi sono mossa adottando l’invito dell’Amministrazione a usare un solo biglietto di metro per tutto il giorno, promozioni avviate un po’ dappertutto, nutro seri dubbi che si possa fare a Roma, dove proprio a causa di quel servizio pubblico che fa acqua da tutte le parti, difficilmente i romani lasceranno a casa l’auto.
Siamo davvero in ritardo nel mettere le toppe a questo grosso problema. Lo stesso Pisapia ha detto che il blocco del traffico non basta e non è sufficiente. Soprattutto se lo fanno in pochi.
Secondo Giovanni Viegi, direttore dell’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare del Cnr di Palermo, è essenziale investire adeguati fondi nel supporto della ricerca scientifica nel campo delle relazioni ambiente e salute, “e come ha dimostrato la fase preliminare del Progetto Interdipartimentale Ambiente e Salute, gli istituti del Cnr hanno adeguate competenze interdisciplinari  per rispondere alle esigenze conoscitive in questo settore in Italia”. Ma occorre fare presto e di più. Per perseguire tali obiettivi, sono importanti i partenariati tra Organizzazione Mondiale della Sanità, governi, istituzioni di ricerca, società scientifiche, associazioni di pazienti. “Una tra le più attive è la Global Alliance against chronic Respiratory Diseases (Gard), di cui il Cnr è co-fondatore e che in Italia è coordinata dal Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute”.
Anche perché, proprio l’Oms nel suo Piano di Azione 2013-2020 rivolto alle “malattie non comunicabili”, le cui principali sono le malattie cardiovascolari, i tumori, le malattie respiratorie croniche e il diabete, ha invitato i governi ad agire per l’abbattimento dei principali fattori di rischio evitabili, tra cui proprio l’inquinamento atmosferico. Quindi basta chiacchiere e critiche. Che tutti si rimbocchino le maniche e passino immediatamente ai fatti, affinché non accada anche qui quello che è successo a Londra. Ognuno di noi lo può fare, lasci a casa l’auto e si muova con i mezzi pubblici. Sperando nel buon senso di chi governa tutte le città… http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/28/smog-non-combattiamo-lemergenza-ma-i-fattori-scatenanti/2335852/