La “Terra dei fuochi” continua a mietere le sue vittime. In una regione, la Campania, dove le liste di attesa per essere ammessi ai vari esami diagnostici negli ospedali sono lunghissime. In quegli stessi ospedali dove però funziona l’intramoenia, che è all’origine dell’allungamento delle liste. Per accedere all’intramoenia, però, si paga. E i poveri, con uno o più malati da accudire, non possono permettersi di sostenere quelle spese. I poveri, i nostri poveri, i cari poveri, sono le vittime sacrificali di un sistema che deve essere rivisto quanto prima. Non ci vuole molto per capire che questo modo di fare è l’ennesimo sopruso sulle spalle della povera gente, prima avvelenata e poi lasciata morire senza nemmeno ricevere le cure. Non siamo scienziati. Non abbiamo ricette da dare. Non vogliamo sostituirci a nessuno. Siamo un popolo che sta sopportando una sofferenza atroce. Un popolo abbandonato per decenni nelle mani di camorristi, intrallazzieri, industriali disonesti, politici corrotti, collusi, o, quanto meno, incapaci, pigri e negligenti. Un popolo che continua a chiedere i suoi diritti.
Invito il ministro della Salute a venire al capezzale dei nostri malati. A controllare personalmente quanto prezioso tempo un malato oncologico deve attendere prima di essere ammesso a una visita specialistica o a un’indagine strumentale. Le lacrime dei poveri pesano quanto una montagna sulla coscienza di tutti. Scavano una voragine di cui non si riesce a vedere il fondo. “Perché? Perché?”, farfugliava Lina fissandomi negli occhi. Mio Dio, quanta sofferenza. Perché? Perché gli uomini sono tanto stolti, avidi, disumani da avvelenare la terra, l’aria, l’acqua e condannare a morte se stessi e la loro stessa gente? http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/06/terra-dei-fuochi-il-cancro-uccide-ancora-e-lo-stato-non-ce/2194237/