giovedì 12 novembre 2015
Riecco le mance: assalto a slot e spiagge Regali Il Pd vorrebbe legare le mani ai Comuni anti-giochi. Ncd, sanatoria sui balneari
» CARLO DI FOGGIA
N
on si può dire che non fossero
attesi: partito l’it e r
vero e proprio della manovra,
puntuali sono arrivate mance
e regalini, e anche qualche
passo indietro. Nei primi due
rientrano il tentativo di legare
le mani ai comuni sulle slot
machine e le sale scommesse,
e la sanatoria sugli spazi “per -
tinenziali” delle spiagge (come
bar e ristoranti).
Nel terzo, il blocco dei tentativi
di risolvere il pasticcio
dei dirigenti decaduti dell’Agenzia
delle Entrate con una
parziale sanatoria.
TEATRO dell’assalto alla diligenza
– un po’ depotenziato
viste le scarne risorse a dispposizione
– è la solita commissione
Bilancio del Senato,
che ieri ha iniziato a votare
con molta lentezza gli emendamenti:
pochi passati, molti
bocciati, molti altri dichiarati
“inammissibili”. E siamo solo
ai primi articoli. Sempre ieri,
però, sono spuntate alcune
proposte di modifica che sanno
di déjà vu. È il caso, per dire,
di un emendamento Pd che
obbliga Comuni e Regioni ad
uniformarsi – in tema di giochi
(sale slot, punti scommesse,
etc.) – alla “normativa nazionale”.
Si tratta della stessa
norma contenuta nel decreto
attuativo della delega fiscale
che doveva riformare il settore,
poi scartato all’ultimo dal
governo, ufficialmente per
“riflettere meglio”, in realtà
perché diventato un contenitore
di bizzarrie e regali ai soli
noti. La ragione di questo revival
è semplice: oggi gli Enti
locali possono decidere di applicare
regole più stringenti.
Nel 2013 Matteo Renzi tuonò
contrò un emendamento che
penalizzava i Comuni che decidevano
di farlo presentato
da Federica Chiavaroli, prima
Fi ora Ncd e attuale relatrice
del testo in commissione.
Il governo, però, ha deciso
di fare cassa rimettendo a
bando 15 mila punti scommesse
(1,1 miliardi l’inca sso
stimato), e se i comuni si mettono
di traverso c’è il rischio
di un flop. Ieri, dopo le proteste
dei 5Stelle la modifica è
stata ritirata, ma verrà riproposta
alla Camera.
Altro già visto è la sanatoria
sulle spiagge. Ci pensa Ncd,
che con un emendamento
propone di prorogare di altri
due anni quella prevista nel
2013 dal governo Letta. La
storia è vecchia e si ripete ogni
anno. Nel 2006 la finanziaria
del governo Prodi rivide i canoni
a prezzi stracciati praticati
fino ad allora, anche (e qui
sono nati i problemi) per le
pertinenze commerciali che
insistono sugli arenili (in teoria
quindi non connesse all’at -
tività balneare) – r i s to r a n t i ,
bar, palestre, piscine, boutique
– al prezzo di mercato
della zona. Apriti cielo. Fatti i
conti, il canone rischiava di
triplicare e i balneari s’infu -
riarono. Per i Verdi lo Stato avrebbe
incassato 160-170 milioni
annui. Per i sette anni
(dal 2006 ad oggi) si supera il
miliardo. Questo però è stato
condonato nel 2013, dando la
possibilità di pagare subito il
30% del dovuto o il 70% in nove
rate per i contenziosi in atto.
Ora Ncd vuole prorogare
tutto di due anni. “Nessuna
sanatoria, riguarda solo 220
attività”, dicono gli alfaniani.
TU TTO confermato invece
per gli 800 (su 1.200 totali) dirigenti
dell’Agenzia delle Entrate
decaduti per effetto di una
sentenza della Consulta di
marzo scorso (perché assunti
senza concorso). I tre emendamenti
del Pd spuntati lunedì,
che sanavano in buona parte
la situazione, sono stati
bloccati dal governo come
promesso da Matteo Renzi al
sottosegretario all’Economia
Enrico Zanetti (Sc) nell’i ncontro
di martedì scorso. Sul
tema ci sarà battaglia, anche
alla Camera, e per ora resta
solo l’emendamento riformulato
–a firma Cecilia Guerra
(Pd) –che garantisce il trattamento
da terza fascia ai 700
funzionari della seconda che
avevano vinto un concorso
poi bocciato dal Tar.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 12 novembre 2015
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