Certo, proprio quello che ci vuole per il turismo di Croazia, l’industria smaltimento dei rifiuti tossici petroliferi! E’ evidente che Barbara Doric non sa di quello che succede in tutti i posti dove arrivi l’industria del petrolio, da Galveston a Gela, da Viggiano a Cancer Alley. Magari petrolieri e investitori intascano soldi subito, ma sul lungo andare è sempre la stessa storia di morte e di disperazione per i residenti.
Barbara Doric non vede a lungo termine per la Croazia. Secondo lei gli investimenti serviranno, magicamente, a risollevare l’economia croata in crisi dopo sei anni di recessione e con un alto debito pubblico.
I petrolieri però fremono perché, ovviamente, vogliono i decreti ora e subito: della serie intaschiamoli adesso che i prezzi del petrolio sono bassi e c’è poca competizione, e poi buchiamo a nostro piacimento, quando magari i prezzi del greggio tornano alti. Questo almeno è la logica di Mathios Rigas, capo della ditta petrolifera greca Energean Oil and Gas SA: “Oil companies also don’t have time to wait for two or three years until a government makes a decision”.
Non è ancora noto quando si voterà in Croazia ma le date possibili sono una delle domeniche a partire dal 25 Ottobre 2015. In questo momento la Croazia è guidata dal gruppo social-democratico del primo ministro Zoran Milanovic.
I ritardi sulle concessioni sono già di sei mesi e ora i tempi si allungano ancora. La realpolitik vince ma, come dico sempre, niente succede a caso. Se la politica croata ha paura è solo perché il popolo ha fatto sentire la sua voce, il dissenso è cresciuto, e lo sanno anche loro. E’ il copione della vita di tutti gli attivisti: siamo noi, gente normale che ha messo questa paura. La realpolitik qui è stata guidata da realpeople che hanno protestato e si sono arrabbiati.
A parte gli enormi rischi ambientali e sociali, in Croazia c’è stato anche il modo antidemocratico in cui il governo ha deciso di aprire alle trivelle: con pochissime consultazioni con il pubblico, programmi fatti a casaccio e scarse certezze sulla sicurezza, sul come queste trivelle possano essere compatibili con il turismo.
E’ questa solo un altra puntata del petrolio in Adriatico, e certo la strada sarà ancora lunga, ma è un passo buono e giusto. Il fatto che aspettino dopo le elezioni mostra ancora una volta l’enorme potere che abbiamo come collettività se usiamo i nostri numeri bene e con intelligenza. Occorre solo continuare.
Qui le immagini di Cancer Alley, Louisiana, comunità petrolizzata da 50 anni.  http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/01/trivellazioni-in-croazia-la-realpolitik-alla-fine-trionfa-su-tutto-anche-sui-petrolieri/2081834/