sabato 31 ottobre 2015

Ombrina Mare, ricorso del Wwf al Tar Lazio

L'associazione ambientalista chiede la sospensiva del decreto ministeriale del 7 agosto che apre le porte all'impianto petrolifero nonostante la vicinanza a un Sito di interesse comunitario ROMA. Depositato ieri al Tar Lazio il ricorso contro il decreto ministeriale del 7 agosto scorso che apre la strada all'impianto Ombrina Mare. A darne l'annuncio il vice presidente del Wwf Italia Dante Caserta. «La battaglia contro Ombrina Mare, un progetto devastante per il mare Adriatico e per l'economia dei territori, prosegue anche attraverso le vie giudiziarie. Lo avevamo annunciato e lo abbiamo fatto», ha dichiarato Caserta: «il Wwf ha presentato un ricorso al Tar Lazio nel quale chiede l'annullamento, previa sospensiva, del decreto ministeriale n. 172 del 7 agosto scorso, quello che nei fatti apre la strada alla realizzazione di un impianto petrolifero osteggiato dalla stragrande maggioranza degli abruzzesi, e della Autorizzazione Integrata Ambientale per l'esercizio della piattaforma "Ombrina Mare". Il ricorso è stato depositato ieri dall'avvocato Francesco Paolo Febbo che ha «sfruttato anche l'eccellente lavoro elaborato in sede di osservazioni dal gruppo scientifico con cui la nostra associazione si onora ormai da anni di collaborare. Nel corposo ricorso, articolato in diversi punti, l'avvocato Febbo ha ripercorso l'intero iter, partito nel 2009, rilevando non poche incongruenze nella procedura amministrativa. Ad esempio appare del tutto al di fuori delle normative vigenti lo stato di "limbo" nel quale la procedura è stata lasciata per due anni all'indomani del primo parere del 2010, che era stato, lo ricordiamo, negativo con preavviso di rigetto. A quel punto la ditta proponente, allora Medoil, avrebbe dovuto presentare una istanza ex novo, se ancora interessata. Invece dopo il cosiddetto decreto Passera, c'è stato assurdamente il riavvio del procedimento di valutazione come se nulla fosse, ignorando il tempo trascorso».
«Le stime della ex Medoil, ora Rockhopper, sono estremamente criticabili sia sul piano pratico che su quello scientifico e si tratta - sottolinea la referente energia del Wwf Abruzzo Fabrizia Arduini - di un elemento di una certa gravità poiché a ridosso dell'area interessata dall'insediamento petrolifero ci sono due Sic - Siti di Interesse Comunitario - di cui uno a poche miglia, il Fosso delle Farfalle che sviluppa il suo territorio tra San Vito Chietino e Rocca San Giovanni. Secondo la legislazione vigente sarebbe occorsa una valutazione di incidenza, la cosiddetta Vinca, che invece non c'è stata. Non va dimenticata in proposito la presenza sulla costa di svariati vincoli di tutela, compreso il Parco nazionale della Costa Teatina che, per quanto tuttora non definito da una perimetrazione, di fatto esiste, come ha sottolineato lo stesso Tar Lazio nella sentenza relativa al ricorso della Rockhopper teso a evitare la preventiva procedura Aia - Autorizzazione Integrata Ambientale - richiesta dal Ministero dell'Ambiente». «Nel ricorso - conclude Dante Caserta - sono stati toccati altri e svariati punti. L'intera procedura appare come una forzatura nella quale si è assurdamente lasciato alle numerose integrazioni e indicazioni richieste dal Ministero il compito di sanare aspetti progettuali che avrebbero dovuto essere invece valutati nelle fasi preliminari. E in ogni caso resta irrisolto il nodo più importante, che è quello politico: Ombrina Mare rappresenta un antidemocratico tentativo di imporre a un territorio e a migliaia di cittadini una scelta maturata altrove e del tutto contraria alla strada che gli abruzzesi vorrebbero vedere tracciata per il loro futuro, come hanno dimostrato decine di volte in questi anni anche con clamorose manifestazioni di piazza».  http://m.ilcentro.gelocal.it/regione/2015/10/31/news/ombrina-mare-ricorso-del-wwf-al-tar-lazio-1.12363044

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