Carmine
Schiavone a SkyTG24: "Pentito di essermi pentito"
24
agosto 2013
ESCLUSIVA
- "Le istituzioni ci hanno abbandonato", sostiene l'ex
boss del clan dei Casalesi e collaboratore di giustizia. E poi: le
terre del Sud sono state avvelenate, "il
vero affare del clan è il traffico dei rifiuti dal Nord e
dall'Europa"
Camorra,
scoperti i bunker dei boss dei Casalesi. VIDEO
"Se
potessi tornare indietro non mi pentirei. Sono pentito di essermi
pentito e non lo farei più perché le istituzioni ci hanno
abbandonato. Quando non sono riusciti ad ammazzarmi materialmente,
hanno cercato di distruggermi economicamente, moralmente”. Queste
le parole di Carmine Schiavone, ex boss di camorra del clan dei
Casalesi, intervistato in esclusiva da SkyTG24.
Collaboratore di giustizia per 20 anni, dal 1993, a luglio ha terminato il suo programma di protezione. Ha ordinato l'esecuzione di centinaia di omicidi e con le sue rivelazioni ha permesso le condanne definitive all'ergastolo per i boss e gregari del clan imputati nel processo Spartacus e ha fornito importanti informazioni anche sul vero business dei Casalesi: quello dello smaltimento dei rifiuti tossici.
"Mi sono pentito veramente" - "Ero uno dei capi della cupola, ma mi sono pentito davvero perché altrimenti quelle carte lì non le avrei mai scritte. Il mio guaio - aggiunge Schiavone - è stato proprio quello di essermi pentito veramente perché in Italia non c’era una giustizia, una legge, un politico che sappia capire questo. Chi me lo ha fatto fare di vivere in questo mondo di cani rognosi perché è vero che noi abbiamo sparato, ma i ministri, i carabinieri, i magistrati, i poliziotti sono più responsabili di me perché hanno permesso questo. Io ho sbagliato nella mia vita e ho cercato di rimediare quando la mia coscienza si è ribellata a certi soprusi commessi da altri. Tutti quanti hanno fatto facile carriera sulla mia pelle”.
"La mafia non sarà mai distrutta" - Schiavone, nel corso dell’intervista a SkyTG24, parla anche dei rifiuti tossici interratti dal lungo mare di Baia Domizia fino a Pozzuoli. E aggiunge: "La mafia non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa non morirà mai".
Collaboratore di giustizia per 20 anni, dal 1993, a luglio ha terminato il suo programma di protezione. Ha ordinato l'esecuzione di centinaia di omicidi e con le sue rivelazioni ha permesso le condanne definitive all'ergastolo per i boss e gregari del clan imputati nel processo Spartacus e ha fornito importanti informazioni anche sul vero business dei Casalesi: quello dello smaltimento dei rifiuti tossici.
"Mi sono pentito veramente" - "Ero uno dei capi della cupola, ma mi sono pentito davvero perché altrimenti quelle carte lì non le avrei mai scritte. Il mio guaio - aggiunge Schiavone - è stato proprio quello di essermi pentito veramente perché in Italia non c’era una giustizia, una legge, un politico che sappia capire questo. Chi me lo ha fatto fare di vivere in questo mondo di cani rognosi perché è vero che noi abbiamo sparato, ma i ministri, i carabinieri, i magistrati, i poliziotti sono più responsabili di me perché hanno permesso questo. Io ho sbagliato nella mia vita e ho cercato di rimediare quando la mia coscienza si è ribellata a certi soprusi commessi da altri. Tutti quanti hanno fatto facile carriera sulla mia pelle”.
"La mafia non sarà mai distrutta" - Schiavone, nel corso dell’intervista a SkyTG24, parla anche dei rifiuti tossici interratti dal lungo mare di Baia Domizia fino a Pozzuoli. E aggiunge: "La mafia non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa non morirà mai".
https://www.youtube.com/watch?v=sWQxVRdqzFc
Traffico di rifiuti, il boss pentito Carmine Schiavone: “Mie denunce inascoltate”
L'ex cassiere dei Casalesi racconta il sistema dello smaltimento illecito dei veleni, anche radioattivi, in Campania. Dichiarazioni messe a verbale già negli anni Novanta, a cui però non sono seguiti interventi sui territori colpiti. E la sua audizione del 1997 in Commissione parlamentare è ancora secretata
di Andrea
Palladino | 31 agosto 2013
Le parole di Carmine Schiavone –
che accusa direttamente lo Stato sulle mancate bonifiche
dei siti inquinati dai veleni di Gomorra – hanno
solide basi, riscontrabili in tantissimi atti giudiziari. Buona parte
degli elementi che confermano la sua ricostruzione del traffico
illecito di rifiuti sono contenuti negli atti di un processo in corso
in questi mesi, condotto dal pm della Dda di Napoli Alessandro
Milita. Imputati sono alcuni esponenti del gruppo
di Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e
mezzanotte: nomi che ricorrono nella testimonianza di Schiavone,
comeGaetano Cerci e Cipriano
Chianese. L’accusa è pesante,disastro ambientale.
Il complesso e difficile percorso della giustizia per cercare di
scrivere una verità definitiva sui traffici di materiale contaminato
– e forse radioattivo – dal nord al
sud ha subito, negli anni, moltissimi ostacoli. La prima inchiesta
della procura napoletana, conosciuta come “Adelphi”, non riuscì
ad arrivare alle condanne degli imprenditori che avevano utilizzato i
servizi del clan dei casalesi per smaltire illegalmente migliaia di
tonnellate di scorie pericolose. La figura di Cipriano Chianese,
avvocato oggi imputato nel processo per la contaminazione delle falde
acquifere campane, è stata indicata – insieme a Gaetano
Cerci e a Francesco Bidognetti – per la prima volta da Carmine
Schiavone già nei suoi interrogatori del 1993.Il Gip di Napoli Anita Polito, nell’ordinanza di custodia cautelare per l’indagine sul disastro ambientale conclusasi nei mesi scorsi, ricorda nei dettagli le date degli interrogatori del collaboratore di giustizia ex cassiere del clan: Schiavone venne ascoltato due volte nel 1993, due volte nel 1994 e poi nel 1996. Nel suo raccolto dell’epoca “il collaboratore riferiva in particolare, riassuntivamente, che verso la fine degli anni 80 — a partire dal 1988 — Chianese Cipriano (aderente ad un circolo culturale occultante una loggia massonica cui partecipava Cerci Gaetano), già operante per suo conto nello smaltimento dei rifiuti, ebbe ad avvicinarsi al gruppo diSandokan (il boss Francesco Schiavone, ndr) e Bidognetti Francesco, intessendo con loro rapporti di affari per le discariche. (…) Erano state rilasciate altresì alcune concessioni ottenute per la realizzazione di vasche ittiche, in realtà utilizzate per l’estrazione della sabbia, poi affidate a Cerci e riempite con rifiuti tossici”. E ancora: “Il Chianese procedette quindi a scaricare rifiuti nelle cave di sabbia che vanno dal Lago Patria fino a Mondragone (cave prodotte dal prelievo di sabbia destinate per le costruzioni del consorzio Con. Cav. per la superstrada Nola-Villa Literno)”. Tutte informazioni che, dunque, sono note da circa vent’anni. Tra il 1995 e il 1996 la Criminalpol di Roma – su delega della procura napoletana – ha ripreso i verbali delle dichiarazioni di Schiavone, effettuando una serie di sopralluoghi nella provincia di Caserta, per cercare di individuare con precisione i punti di interramento dei rifiuti tossici. Secondo il Gip di Napoli le dichiarazioni di Carmine Schiavone furono puntualmente riscontrate: “L’esito degli accertamenti disposti sul terriccio prelevato da alcuni dei siti individuati, consentiva di acclarare l’effettività della destinazione a discarica dei luoghi medesimi”.
Le denunce del collaboratore di giustizia furono raccolte nel 1997 anche dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti, presieduta all’epoca da Massimo Scalia. Secondo il suo racconto, Schiavone consegnò alla commissione appunti e documenti con l’indicazione delle società coinvolte, delle targhe dei mezzi usati e dei luoghi degli smaltimenti. La sua deposizione risulta ancora oggi secretata e non è possibile capire quanto realmente raccontò. Di certo quel mondo di trafficanti descritto fin dal 1993 non appare – se non per sommi capi – nelle relazioni finali approvate dal parlamento nel 2001. Oggi, vent’anni dopo, è giunto il momento di aprire quegli archivi.
di Andrea
Palladino | 31 agosto 2013
Esclusiva Lunaset: Intervista al pentito Carmine Schiavone (PARTE 1) - 3/09/13
https://www.youtube.com/watch?v=JxsuGn41ieo
Esclusiva Lunaset: Intervista al pentito Carmine Schiavone (PARTE 2) - 3/09/13
https://www.youtube.com/watch?v=gLNr0naE5HE
https://youtu.be/gLNr0naE5HE
CARMINE SCHIAVONE PARLA IN ESCLUSIVA A LAZIO TV: DISCARICA DI BORGO MONTELLO Pubblicato il 03 set 2013
https://www.youtube.com/watch?v=ssaKU0Hmubo
Schiavone, "Roma mafiosa da 100 anni" Pubblicato il 11 set 2013
Intervento (sottotitolato) di Michele Forte al consiglio provinciale
Pubblicato
il 14 set 2013
Non
si era mai vista finora un'intervista di un qualsivoglia politico
italiano con i sottotitoli in italiano.
A determinare questo straordinario precedente c'è riuscito Michele Forte, presidente del consiglio provinciale di Latina, che nel corso della seduta di mercoledì scorso è intervenuto nel dibattito sulle https://www.youtube.com/watch?v=ArYJsmjJFto
A determinare questo straordinario precedente c'è riuscito Michele Forte, presidente del consiglio provinciale di Latina, che nel corso della seduta di mercoledì scorso è intervenuto nel dibattito sulle https://www.youtube.com/watch?v=ArYJsmjJFto
Carmine Schiavone: "Scavate fino a 18 metri di profondità" - Terza Intervista Lunaset 21/09/13
LATINA: IL PENTITO SCHIAVONE A LAZIO TV 13 novembre 2013 https://www.youtube.com/watch?v=dw1p5PnaxQg
Tra i rifiuti con Carmine Schiavone di Sandro Ruotolo
Pubblicato
il 29 dic 2013
RIVELAZIONI SHOCK del pentito Carmine Schiavone 1/3
Pubblicato
il 30 dic 2013 https://www.youtube.com/watch?v=jBsLlYa-yWw
Questo
video è una sintesi della puntata speciale di "Servizio
Pubblico Più" dal titolo "Inferno Atomico" trasmessa
da La7 il giorno 29/12/2013. La puntata intera è visionabile al
seguente indirizzo:http://www.la7.it/serviziopubblico/pv...
Terra dei fuochi : Inferno Atomico. Pubblicato il 06 gen 2014
Antonio DI Pietro interroga Carmine Schiavone - VERITA 27-01-14
https://www.youtube.com/watch?v=CDSOqPKiaPo
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